Le Copertine
di Binaria #33
|
|
|
|
Segnaliamo tre libri usciti nelle ultime settimane che scendono in profondità, per entrare nel merito degli aspetti più rilevanti che coinvolgono il discorso sulla scuola intesa come istituzione democratica.
Ad accomunare questi libri, oltre al fatto che chi li scrive ha frequentato le aule come insegnante, c’è anche un approccio alla pedagogia come scienza viva e applicata, non separata dalle esperienze di vita dei bambini e dei ragazzi e una visione fortemente politica intesa come contributo a immaginare possibili soluzioni.
Del libro di Rachele Furfaro, forte anche della sua lunga esperienza di assessore all’Educazione e alla Cultura del Comune di Napoli, colpisce la storia delle riforme che si sono succedute nel tempo e la disamina delle lacune, degli errori e delle contraddizioni che si sono trascinate dietro. E’ un ottimo punto di partenza per conoscere nei suoi limiti, ma anche nelle sue possibilità, il sistema educativo del nostro Paese.
|
|
|
|
Anche Christian Raimo in un libro ricco di rimandi e di riferimenti bibliografici e apertamente schierato, riprende alcune significative esperienze pedagogiche del passato, le incrocia con letture d’avanguardia e quegli orizzonti di senso che superino quello che lui definisce “realismo scolastico” nemico dell’utopia; tutto questo in aperta polemica con critici e detrattori, “di chi pensa che oggi la scuola sia troppo democratica e ne difende in maniera dichiarata o implicita il classismo”.
Insegnare comunità, Una pedagogia della speranza della attivista e intellettuale americana Bell Hooks, vicina a Paolo Freire e altri pensatori progressisti. In questa raccolta di saggi riflette sulla natura del dialogo autentico, sulle vaghe idee di comunità e i suoi fraintendimenti, sul concetto di speranza, e l’idea di educazione come servizio. Il suo è un pensiero interamente calato nella realtà dell’esperienza e del contesto a cui appartiene e capace di provocare e far riflettere. «Sforzarsi di insegnare bene significa impegnarsi nel servizio. I migliori insegnanti sono quelli desiderosi di soddisfare le esigenze di chi studia, ma nella cultura patriarcale capitalista, imperialista e suprematista bianca, il servizio è un concetto svalutato. La cultura dominante svilisce intenzionalmente il servizio, allo scopo di mantenere la subordinazione, e chi serve viene considerato indegno ed inferiore»
Il suo pensiero radicale e inclusivo arriva ad affermare che il mondo è una classe e ci mette di fronte all’evidenza che questa non è la scuola che ci meritiamo.
|
NARRATIVA Deville, Kampuchea, Nottetempo – Stefànsson, La tua assenza è tenebra, Iperborea – Giordano, Tasmania, Einaudi- Imai Messina, L’isola dei battiti del cuore, Piemme – Eggers, The Every, Feltrinelli
|
SAGGISTICA Prunetti, Non è un pranzo di gala. Indagine sulla letteratura working class , Minimun fax – D’Aprile, Crisi globali e affari di piombo. Politica e industrie italiane nel mercato internazionale delle armi da guerra, Seb27 – Tartaglia, Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare , Edizioni Gruppo Abele – Oddo; Antoniani, L’Italia nel petrolio. Mattei, Cefis, Pasolini e il sogno infranto dell’indipendenza energetica, Feltrinelli – Carra; Vineis, Il capitale biologico. Le conseguenze sulla salute delle disuguaglianze sociali, Codice edizioni
|
INFANZIA Laterza, Streghetta. Una mummia al mercato, Salani – Magrelli, La guerra, la pace, Rizzoli – Palacio, Pony, Giunti – Campbell; Luyken, Il cavallo di Adrian, Fatatrac – Reuter, Hodder e la fata di poche parole, Iperborea
|
|
|
Quella del giornalista è una professione necessaria per il buon funzionamento di una società realmente democratica. Abbiamo trascorso alcuni giorni della scorsa settimana in collaborazione con il Premio Morrione per il giornalismo investigativo, giunto alla sua undicesima edizione, che premia e finanzia la realizzazione di progetti di inchieste proposte da giovani professionisti del settore.
Nella prefazione al volume Aver cura del vero. Come informare e far crescere una società inclusiva (Autori vari, Nuova dimensione), Carlo Verdelli, ex direttore di Repubblica, sintetizza in maniera incisiva il suo punto di vista sul lavoro del giornalista: “I fatti non sono neutri, tutto dipende da come racconti quel fatto, quale angolazione scegli. Il giornalismo è partigiano, non esiste per me un altro tipo di giornalismo intimamente onesto. Non significa rivendicare un’appartenenza politica ma essere limpidi con il lettore. Non esistono i fatti separati dalle opinioni. L’essere partigiano, ovviamente sempre con misura e rispetto delle regole fondanti di questo mestiere, libera automaticamente chi ti legge dal gioco e dal giogo della presunta verità rivelata”.
|
|
|
|
A proposito di giornalismo e libertà, uno dei momenti più significativi della tre giorni di premiazione è stato l’incontro sul caso di Julian Assange. Constatare e ribadire quanto le rivelazioni che abbiamo appreso attraverso il suo lavoro e l’attività di WikiLeaks siano importanti nella nostra visione e comprensione dei poteri del mondo, deve andare di pari passo con la costante denuncia del trattamento ignobile che il giornalista australiano sta ricevendo. “Dalla Magna Carta alle Nazioni Unite, tutte le conquiste civili della nostra società sono distrutte se permettiamo che venga messo il bavaglio a Julian”. Questo il pensiero di John Shipton, padre di Assange e ospite del Premio. Per approfondire, due libri molto interessanti e puntuali: Il potere segreto (Maurizi Stefania, Chiarelettere) e Internet è il nemico (Julian Assange, Feltrinelli).
E anche nelle questioni nostrane, tra avvicendamenti di potere e indirizzi ideologici sempre più marcati, è fondamentale che il sistema di informazione faccia la sua parte, mantenendo costantemente i fari puntati sui temi, da quelli sociali a quelli dei diritti, delle persone e dell’ambiente. Ma non solo: ognuno di noi, nel suo piccolo, ha il dovere di non essere indifferente, di tenere alta la guardia. Non è il momento di astenersi.
|
Ci trovi:
a Torino in via Sestriere 34
Dal lunedì al giovedì 9-22 | il venerdì e sabato 9 -23 | la domenica 11-15 / 18-22
a Rivalta di Torino in via Roma 9
Dal martedì al sabato 8.30-12.30 / 15-19 | la domenica 9-12.30
|
|
|
|