Buoni Pasto

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Comunicato sindacale giunta e consiglio Regionale del 14/12/2022

BUONI PASTO O…CARTA STRACCIA?

La questione dei buoni pasto è diventata una tematica molto calda tra i lavoratori perché risulta evidente che si tratti di un istituto contrattuale da ripensare e rivedere in quanto ha perso totalmente la funzione ad esso attribuita – che è quella di consentire ai lavoratori che proseguono la loro attività nel pomeriggio – di poter mangiare (dignitosamente).

Primo fra tutti il discorso della loro spendibilità. Com’è noto, nelle principali sedi della Giunta regionale del Lazio, Via R.R. Garibaldi e Camporomano, non è possibile pagare nei bar interni e nella mensa con i buoni pasto. La questione è piuttosto paradossale dal momento che il buono pasto dovrebbe servire in primis per usufruire del servizio mensa gestito da terzi. La situazione, poi, diventa ancora più grave quando i dipendenti non hanno alcuna alternativa dal momento che, all’esterno della sede, non c’è la possibilità di raggiungere altri punti di ristoro in tempi ristretti, come avviene a Camporomano. Ed è paradossale che, laddove l’Amministrazione abbia espletato direttamente la gara per il servizio bar non sia stato previsto l’obbligo del contraente di ricevere in pagamento i buoni pasto erogati dalla stessa Amministrazione!!

Inoltre, sarebbe logico che, oltre a ricevere in pagamento gli attuali buoni pasto, venga erogato un…vero pasto completo! E non solo un contorno o un piatto di riso…e qui arriviamo al secondo punto.

Il loro valore nominale. Sappiamo perfettamente che l’art. 5 del Decreto Legge n. 95/2012, convertito in Legge n. 135/2012 (nell’ambito della “Spending Review”) dispone molto chiaramente che il valore nominale dei buoni pasto per i dipendenti pubblici non può superare l’importo di € 7,00 per singolo buono ma riteniamo che il datore di lavoro Regione Lazio – non proprio un ente di secondo piano! – debba con forza sollecitare il Governo a rivedere una norma obsoleta e che non tiene conto di un’inflazione che ha messo in seria crisi numerose famiglie. Non ci vuole molto a capire che con € 7,00 non si mangia !!! 

Nelle more di un’auspicabile e rapido intervento governativo, si chiede all’Amministrazione di stipulare convenzioni con bar e altri servizi di ristorazione privata, nei pressi delle sedi lavorative, che possano erogare pasti – di qualità decente! – al prezzo dell’attuale valore nominale dei buoni pasto !!!

Terzo punto: come e quando si può usufruire dei buoni pasto? Il nuovo CCNL prevede che “possono usufruire della mensa o percepire il buono pasto sostitutivo i dipendenti che prestino attività lavorativa al mattino con prosecuzione nelle ore pomeridiane o, alternativamente, al pomeriggio con prosecuzione nelle ore serali, oppure nelle ore serali con prosecuzione notturna, con una pausa non inferiore a trenta minuti” (norma, peraltro, non dissimile da quella prevista nel precedente CCNL). Non è scritto DOVE deve essere prestata l’attività lavorativa: tant’è che in caso di servizio esterno o di missione il buono pasto viene erogato. E allora: perché non erogarlo anche quando l’attività lavorativa si svolga in smart working e prosegue nelle ore pomeridiane?

        USB chiede di aprire un tavolo di confronto sul tema dei buoni pasto.

E’ una questione urgente, non più rinviabile perché tocca la vita quotidiana di tutti i lavoratori!!


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