L’installazione Cancel patriarchy è composta da due scritte LED di Claire Fontaine ricontestualizzate nella Ground Hall di BASE. Affermando che il patriarcato uccide (l’amore) e che siamo tutte donne clitoridee, l’artista ci regala parole che ci interpellano, ci sollecitano, ci provocano. La presenza del testo illuminato nello spazio cambia la nostra lettura della realtà e interagisce con i corpi che la attraversano. Il titolo Cancel Patriarchy evoca l’idea che l’invisibilizzazione dei colpevoli dei gesti di oppressione patriarcale vada applicata al patriarcato come forza sistemica, poiché non è la sua riforma, ma la sua abolizione a costituire l’orizzonte dell’artista.
L’installazione accoglie il pubblico con le frasi monumentali Patriarchy kills (love) e We are all clitoridian women, mettendo esplicitamente in discussione il nostro consueto contesto emotivo e sociale, e portando nello spazio architettonico questioni che mostrano quanto il personale sia politico. Il patriarcato infatti siamo noi, afferma l’artista, e sta a ciascuno e ciascuna sbarazzarsene partendo dai propri sentimenti e dal proprio bisogno d’amore e di vita insoddisfatto.
L’installazione è un omaggio a Carla Lonzi, in cui la donna clitoridea rappresenta il piacere rivoluzionario negato dall’oppressore, il soggetto imprevisto che, al di fuori delle griglie di lettura abituali della società, insorge e fa apparire nuove possibilità di libertà.
Claire Fontaine è un’artista collettiva fondata da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi. Dal 2017 vive e lavora a Palermo. Il suo nome è uno pseudonimo che potrebbe essere il nome proprio di una donna francese ma si ispira in realtà celebre ready-made, l’orinatoio di Duchamp (Fontaine) e a una famosa marca di cartoleria francese (Clairefontaine). La pseudonimia crea uno spazio di desoggettivazione in cui gli artisti che adottano questo nome possono sperimentare in libertà, senza bisogno di sentirsi costretti dal loro genere, razza o classe di nascita.
Utilizzando diversi media – come scultura, pittura, video, scritte luminose e testi letterari e teorici – e rifiutando l’obbligo di adottare un vocabolario di forme riconoscibile nel proprio lavoro, Claire Fontaine predilige un approccio di ricerca sperimentale, una continua esplorazione, spesso servendosi del détournement e della citazione.
La pratica dell’artista, in continuità con le posizioni delle avanguardie storiche, non si focalizza sul genio individuale e l’eccellenza della singolarità, ma cerca l’attivazione delle forze e delle forme contenute all’interno della storia dell’arte, evidenziandone il potenziale politico. Secondo l’artista, infatti, esiste un valore d’uso delle immagini che consiste nel loro potere di smuovere i nostri corpi e i nostri pensieri, nell’illuminare il sensibile.
In questo senso, l’installazione Cancel patriarchy si lega alla tradizione della poetica visiva che ha animato varie voci dell’arte concettuale come quelle di Bruce Nauman e Barbara Kurger. L’uso che Claire Fontaine fa del linguaggio è sempre mirato a illuminare i rapporti di forza che ci condizionano e i compromessi che facciamo pur di non opporci alle forze che ci opprimono.
Costituendo un ponte tra la Milano Art Week e la Design Week, l’installazione Cancel patriarchy di Claire Fontaine si inserisce nell’ambito di un preciso spazio di racconto ed esposizione promosso da BASE Milano: We Will Design, un percorso di sperimentazione che va avanti tutto l’anno con residenze e scambi internazionali e che per il 2023 si sviluppa intorno all’acronimo I.D.E.A. – Inclusione, Diversità, Equità e Accessibilità. Quattro dimensioni e centinaia di intersezioni e sfumature che intrecciano la vita di quasi otto miliardi di persone sul pianeta di ogni genere, razza, età, abilità, cultura.
Proprio per questo l’installazione Cancel patriarchy rimarrà visibile nella Ground Hall dell’ex Ansaldo fino all’1 settembre diventando un vero e proprio landmark che rispecchia i valori su cui BASE sta focalizzando la propria attività di ricerca e sperimentazione multidisciplinare.