Le Copertine
di Binaria #38
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Non è un romanzo storico quello dello storico Carlo Greppi, eppure è un libro che racconta molto, del nostro presente e di noi stessi. Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo è il risultato della tenace investigazione sulle tracce della vita di Lorenzo Perrone, il muratore di Fossano presente ad Auschwitz come lavoratore volontario e che salvò la vita di Primo Levi. Per mesi gli fornì, rischiando la vita, un dose aggiuntiva della misera razione di zuppa assegnata a quegli uomini condannati a soccombere ma mostrò anche un esempio di forza morale, una testimonianza di residua dignità umana e della possibilità del bene.
Di ritorno da quell’inferno le vite parallele e i destini di L.P. e P.L. si rovesciano nel loro opposto e a nulla valse il legame di amicizia, il senso di stima e di gratitudine frutto di quella comunione.
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Il muratore perderà il gusto di vivere e di costruire, lasciandosi di fatto morire perso in una vita randagia e vittima dell’alcool. Primo Levi invece distillerà quei veleni diventando lo scrittore che conosciamo, edificando la sua grande opera di parole, comprese quelle dedicate all’amico Lorenzo. Ma nulla è semplice come potrebbe apparire: “La storia della mia relazione con Lorenzo è insieme lunga e breve, piana ed enigmatica” scriverà Levi.
È scritto nel Talmud che chi salva una vita salva il mondo intero e nonostante Lorenzo Perrone sembri tenere in scarsa considerazione la propria e fare di tutto per condannarsi all’oblio, il 7 giugno del 1998 lo Yad Vashem lo riconoscerà Giusto tra le nazioni.
Il libro di Carlo Greppi sigilla questa vicenda e scrive la biografia definitiva “di una pietra di scarto della storia, di una di quelle persone che vivono senza lasciare, apparentemente, traccia e ricordo di sé. Ma che, a ben guardare, sono la vera testata d’angolo dell’umanità.”
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NARRATIVA Malaguti, Piero fa la merica, Einaudi- Winspear, Piccole bugie, Neri Pozza – Mac Orlan, La condottiera Elsa, Settecolori – Faggiani, L’inventario delle nuvole, Fazi editore – Noor Naga, Come dividere una pesca, Feltrinelli
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SAGGISTICA Gago, Neoliberalismo dal basso , Tamu edizioni – Casiraghi, Sempre più soli, Il Mulino– Demichelis, La società fabbrica, Luiss – Pagliassotti, La guerra invisibile, Einaudi – Chaney, Sono normale?, Bollati Boringhieri
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INFANZIA D’Adamo, Awa libera tutti, Il Castoro – La Cara-Manza, Siamo il mondo in cui viviamo, DeAgostini – Carioli, Una strana orchestra, Fatatrac – Lindgren, Bimbo Birbone e il viaggio per mare, Iperborea – Calabresi, Sarò la tua memoria, Mondadori
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La classe lavoratrice rivendica il proprio posto nella letteratura, e un’approfondita indagine sulla letteratura working class la troviamo nel libro di Alberto Prunetti edito da Minimum fax. Si tratta di un interessante sguardo su quei libri che raccontano le storie dei lavoratori, che spesso sono relegati ad un piano inferiore rispetto al resto del panorama letterario, quasi come se non fossero all’altezza di produrre cultura o che abbiano bisogno di essere raccontate da chi non propriamente appartiene a quella classe. Dobbiamo arrenderci al fatto che la cultura sia solo borghese? Dobbiamo necessariamente relegare la working class solo al folklore? Non è così. Esiste un settore di libri che racconta in prima persona le fatiche, le lotte e le storie dei lavoratori.
Fondamentale segnalare una collana di libri che l’editore Alegre sta pubblicando, che raccoglie e recupera testi scritti durante il secolo scorso ma anche contemporanei.
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Solo per citarne alcuni: Tuta blu di Tommaso Di Ciaula e Tea rooms di Luisa Carnés. I protagonisti sono rispettivamente gli operai del mezzogiorno, tra vita industriale e vita contadina, e le lavoratrici della ristorazione spagnola degli anni 30, raccontati direttamente dalla penna (sublime) di chi quei lavori li ha svolti in prima persona e quelle storie le ha vissute. Tra i contemporanei segnaliamo tra gli altri D. Hunter (“un coatto di mezza età di Nottingham”) e Cash Carraway, strizzando l’occhio al mondo anglosassone che questo tipo di letteratura lo ha messo in evidenza già da più tempo.
Per dare seguito e concretezza a questa iniziativa lo stesso editore ha promosso e organizzato il primo festival di letteratura working class in Italia, e per farlo non si poteva non collaborare con una delle realtà di lotta operaia più interessante degli ultimi anni, il collettivo di fabbrica Gkn. Proprio negli spazi di Campi Bisenzio, a Firenze, si sono svolti tre giorni di incontri, presentazioni, letture, proiezioni che hanno posto al centro i lavoratori e le loro battaglie.
Piccola nota finale: non si tratta di segnalazioni strettamente ed esclusivamente politiche, sono davvero dei libri bellissimi!
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MARTEDì 25 APRILE CHIUSI SIA A TORINO SIA A RIVALTA
BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE
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