Comunicato stampa | Ricerca MioDottore: l’86% dei medici italiani è favorevole all’uso della tecnologia in ambito sanitario. Particolare ottimismo nei confronti di intelligenza artificiale (25%), dispositivi IoT (20%) e sistemi robotici (19%).

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Ricerca MioDottore: l’86% dei medici italiani è favorevole all’uso della tecnologia in ambito sanitario. Particolare ottimismo nei confronti di intelligenza artificiale (25%), dispositivi IoT (20%) e sistemi robotici (19%).

  • In Italia quasi 1 medico su 2 (45%) ha già utilizzato strumenti ad alta tecnologia, riscontrando benefici sull’attività chirurgica (19%), terapeutica (18%), diagnostica (15%) e sulla gestione del tempo (13%);
  • Maggiore formazione (45%) e più collaborazione tra imprese e sanità (29%): i due elementi chiave per favorire la diffusione dell’health tech secondo i professionisti della salute.

Milano, 9 maggio 2023 – Il mondo della sanità non è esente dai cambiamenti che la quarta rivoluzione industriale sta apportando sia a livello sociale che tecnologico e il futuro hi-tech della medicina sembra essere già realtà. Intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale, metaverso, dispositivi IoT e robot: sono solo alcune delle recenti innovazioni che hanno già trovato applicazione in campo sanitario, tanto che il 45% dei medici italiani afferma di avere già utilizzato almeno una di queste tecnologie a supporto della propria professione. Ma quali sono le innovazioni con maggior potenziale nella prassi clinica? Quanto sono hi-tech i medici della Penisola? La risposta a queste e altre domande arriva da MioDottore – piattaforma leader in Italia nella prenotazione online di visite mediche con medici specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali e parte della Unicorn Docplanner – che ha condotto uno studio con l’obiettivo di far luce sulla percezione e sull’atteggiamento dei medici di medicina generale e degli specialisti italiani nei confronti di strumenti e soluzioni altamente tecnologici applicati al campo sanitario.

Più di 8 medici su 10 credono nel potenziale della tecnologia applicata alla sanità. I più favorevoli sono professionisti del Sud

Secondo quanto emerso dall’indagine di MioDottore tra i professionisti della sanità vi è un diffuso ottimismo nei confronti di soluzioni hi-tech: l’86% dei medici si dichiara a favore delle ultime innovazioni tecnologiche e crede nel loro potenziale in ambito sanitario. D’idea diametralmente opposta è solo il 2% degli operatori sanitari intervistati, che ritiene che le conseguenze negative della tecnologia superino quelle positive quando usata nella prassi clinica. Particolarmente bendisposti verso l’impiego di strumenti innovativi sono i medici del Sud Italia: qui la percentuale dei professionisti favorevoli alla tecnologia in campo sanitario supera la media nazionale, arrivando al 92% dei rispondenti. Ma quali sono le innovazioni considerate più utili in medicina? Gli operatori del settore intervistati da MioDottore vedono un grande potenziale soprattutto nell’intelligenza artificiale (25%), nei dispositivi IoT, (20%) e nei sistemi robotici (19%), seguono soluzioni di realtà aumentata (16%) e virtuale (12%).

Il 45% dei medici italiani ha già utilizzato soluzioni hi-tech nella prassi clinica. I vantaggi? In primis, interventi chirurgici più precisi (19%) e terapie più personalizzate (18%)

Dallo studio condotto da MioDottore sembra che quasi 1 medico italiano su 2 possa definirsi un “early adopter”: infatti, il 45% dei professionisti afferma di aver già utilizzato soluzioni altamente innovative in campo clinico. Nello specifico, le tecnologie già adoperate sono soprattutto i dispositivi IoT, come tracker e altri sensori indossabili, e i sistemi robotici (impegnate rispettivamente dal 39% e 37% dei rispondenti che già hanno fatto uso di strumenti di health tech), seguite dalle soluzioni di intelligenza artificiale (27%). E non mancano i benefici riscontrati: i medici intervistati hanno infatti riconosciuto come tali strumenti abbiano permesso loro di svolgere interventi chirurgici più precisi (19%), di progettare piani terapeutici più personalizzati (18%) ed effettuare diagnosi più rapide e accurate (15%); al tempo stesso, la tecnologia ha anche consentito ai professionisti coinvolti nell’indagine di MioDottore di ottimizzare il tempo lavorativo (13%).

Che l’health tech possa avere ricadute positive per il sistema salute è un’idea diffusa anche tra quei medici che ancora non hanno utilizzato nessuno strumento innovativo a supporto del lavoro clinico. Dai dati di MioDottore, infatti, emerge che più della metà (52%) di chi non ha ancora fatto uso di soluzioni altamente tecnologiche nella prassi medica vorrebbe farlo – in primis testando soluzioni di intelligenza artificiale (38%) e di realtà aumentata (37%) – in quanto convinti che siano strumenti in grado di impattare positivamente sull’attività chirurgica (42%), diagnostica (35%) e terapeutica (31%).

 

Come promuove l’uso della tecnologia nella sanità italiana? Secondo i medici servono programmi di formazione ad hoc (35%) e cooperazione con aziende innovative (20%)

Da quanto emerso dall’indagine di MioDottore pare però che vi siano ancora alcune barriere quando si parla dell’introduzione delle nuove tecnologie nella prassi clinica. Quasi un terzo (32%) dei professionisti intervistati paventa soprattutto il rischio che un uso massivo di soluzioni hi-tech possa compromettere la relazione medico-paziente e portare a percorsi di cura standardizzati (28%). Una possibile motivazione a tali preoccupazioni forse risiede nell’idea che introdurre nuovi strumenti tecnologici nel percorso terapeutico possa interferire con le dinamiche di fiducia e con lo scambio di informazioni che caratterizzano l’attuale rapporto con gli assistiti. Eppure, in Paesi come gli Stati Uniti si ricorre proprio ai mondi virtuali, alla robotica e, più in generale, alle alte tecnologie per il trattamento di diversi disturbi multidimensionali, tra cui ansia e depressione, proprio perché capaci di abilitare un modello più interattivo di trattamento, con ha vantaggi non solo in termini di efficacia, ma anche relazionali, come maggiore empatia e dialogo tra medico e paziente.

 

Che l’esperienza diretta delle tecnologie possa quindi alleviare i timori dei professionisti sanitari? Sembrerebbe di sì. Analizzando, infatti, le risposte di coloro che hanno già adoperato soluzioni di health tech, la percentuale di operatori sanitari che temono che gli strumenti altamente innovativi possano peggiorare la relazione medico-paziente o favorire la standardizzazione dei percorsi di cura si riduce sensibilmente, fermandosi al 13% degli intervistati. Ma cosa serve dunque per spazzare via i dubbi e favorire l’health tech? Secondo i medici coinvolti nella ricerca di MioDottore, affinché la tecnologia possa effettivamente essere applicata in medicina su larga scala sono imprescindibili due elementi chiave: da un lato, una formazione adeguata e continua dei professionisti della sanità circa le ultime innovazioni (45%), dall’altro, una più stretta collaborazione tra professionisti e aziende tecnologiche (29%).

 

Dalla nostra ricerca si denota come i professionisti della sanità italiana siano bendisposti verso l’uso di strumenti e soluzioni altamente innovativi e consapevoli dell’impatto positivo degli stessi sull’attività chirurgica, diagnostica e terapeutica. Al tempo stesso, permangono alcuni dubbi che possono però bloccare un’effettiva rivoluzione tecnologica della medicina, qualora non vengano prontamente chiariti. Come? Rispondendo in maniera puntuale dalla richiesta di formazione e di cooperazione con l’industria che arriva proprio dai medici italiani. È dunque necessario che il Paese, le aziende e il sistema salute collaborino per la co-creazione di proposte di valore, che devono concretizzarsi non solo in strumenti hi-tech aderenti alle effettive esigenze di medici e pazienti, ma anche in percorsi di formazione ad hoc per il personale sanitario: due aspetti essenziali per promuovere l’health tech in Italia. Noi di MioDottore ne siamo consapevoli e continueremo a innovare e a favorire un dialogo aperto tra e con i medici, i cittadini-pazienti e i decision maker affinché il futuro della sanità italiana possa rispondere pienamente alle necessità dei suoi protagonisti”, dichiara Luca Puccioni, CEO di MioDottore.

 

Nota di redazione: La ricerca è stata condotta da MioDottore ad aprile 2023 e ha coinvolto 155 professionisti sanitari italiani (medici di medicina generale e medici specialisti) iscritti alla piattaforma. Le informazioni sono state raccolte in forma anonima e utilizzate a scopo esclusivamente statistico.

 

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MioDottore fa parte del Gruppo DocPlanner ed è la piattaforma digitale leader in Italia dedicata alla sanità privata e pubblica che connette i pazienti con medici specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali. La missione globale è di “rendere l’esperienza sanitaria più umana”, permettendo così ai professionisti di svolgere al meglio la loro attività e ai pazienti di vivere la miglior esperienza di cura.

MioDottore, attraverso il sito e l’App, offre ai pazienti uno spazio in cui poter prenotare online le proprie visite mediche private, pubbliche e convenzionate, leggere le recensioni e scegliere il medico o la struttura che più soddisfa le proprie esigenze. Al tempo stesso offre ai professionisti sanitari, ai centri medici e agli ospedali la possibilità di ottimizzare il flusso di pazienti, migliorare l’efficienza e la propria presenza online; attraverso i migliori software gestionali e CRM sanitari forniti è possibile ottimizzare il percorso assistenziale e ottenere una gestione integrata del patient journey. Arrivato in Italia nel novembre 2015, ha già registrato numeri record con 2,5 milioni di prenotazioni al mese, oltre 8,5 milioni di visite mensili al portale, quasi 300.000 dottori disponibili sulla piattaforma e circa 35.000 clienti tra specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali.

 

Fanno parte del gruppo MioDottore eccellenze di mercato quali TuoTempo, CRM avanzato che offre una suite sofisticata per strutture sanitarie medio-grandi, poliambulatori, gruppi ospedalieri privati e convenzionati con SSN e assicurazioni, e GipoNext, il software gestionale per strutture mediche private e convenzionate con il SSN n.1 in Italia, che ad oggi gestisce oltre 1500 centri medici integrandosi con qualsiasi piattaforma.

 

Realtà come IDI IRCCS, Humanitas, IEO, Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Raffaele, Ospedale Israelitico, Gruppo Mantova Salus, Gruppo GVM, IDI IRCCS, AFFIDEA e Gruppo PSH, Gruppo KOS, Istituti Clinici Maugeri hanno già scelto MioDottore.

 

Per ulteriori informazioni visitare il sito: https://www.miodottore.it/  

 

 

Valentina Porpiglia
Associate Programme Executive

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