Buongiorno,
secondo il nuovo Rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo presentato ieri da Amnesty International, nel 2022 sono state eseguite 883 condanne a morte in 20 stati, con un aumento del 53% rispetto al 2021.
Questo dato drammatico ricorda che non si può rimanere indifferenti nei confronti di quei governi che fanno ancora largo uso della pena capitale, spesso nei confronti di innocenti. È questo il caso di Hakamada Iwao, giapponese ormai quasi novantenne, da 45 anni nel braccio della morte per un delitto che non ha commesso. Nelle ultime settimane l’Alta Corte di Tokio ha ammesso che Hakamada ha diritto ad un nuovo processo, un successo frutto anche dell’impegno di Amnesty International contro la pena di morte e altre violazioni dei diritti umani.
Sono migliaia le persone come Hakamada condannate alla pena capitale per reati che non hanno commesso: ognuno di noi può fare la differenza sostenendo la Campagna 5×1000 di Amnesty International, inserendo il Codice Fiscale 03 03 11 10 582 nella propria dichiarazione dei redditi. Con la campagna #Amnestyseitu l’organizzazione chiede a tutti di sostenere il suo impegno, perché i diritti umani sono un patrimonio di cui è fondamentale prendersi cura ogni giorno.
Le chiedo se vi sia la possibilità di dare visibilità alla campagna e a tal fine sono a disposizione per fornirle quanto necessario per approfondimenti, interviste o photogallery o una fotonotizia.
Le invio in allegato il comunicato stampa.
ll Press Kit completo è inoltre disponibile al seguente link:
https://www.dropbox.com/sh/kya2zcz02ud6ak5/AAB5tLhEPTq1KR7-HI1gKTGva?dl=0
Grata per quanto riuscirà a fare per sostenere quest’importante causa, resto a disposizione per eventuali richieste di intervista o approfondimenti.
Grazie,
Virginia Matteucci
342 63 24 138
UNA SPERANZA PER HAKAMADA IWAO, DOPO 45 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE.
L’APPELLO DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA:
“IL 5X1000 A NOI, PER LOTTARE CONTRO LA PENA CAPITALE”
Nel 2022 sono state eseguite 883 condanne a morte in 20 stati, con un aumento del 53% rispetto al 2021. Questo dato drammatico, che emerge dal Rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo presentato da Amnesty International, ricorda che non si può rimanere indifferenti nei confronti di quei governi che fanno ancora largo uso della pena capitale. Donare il 5×1000 ad Amnesty International significa fare un gesto concreto per lottare contro la pena di morte e salvaguardare la vita di tante persone, spesso condannate alla pena capitale per reati che non hanno commesso.
Roma, 17 maggio 2023 – Hakamada Iwao, giapponese ormai quasi novantenne, ha trascorso 45 anni nel braccio della morte, perlopiù in isolamento. Amnesty International segue la sua vicenda da decenni, perché Hakamada non solo è stato il prigioniero che ha trascorso più tempo al mondo in un braccio della morte, ma anche perché la sua è la condanna di un innocente.
Nel 1968 Hakamada è stato giudicato colpevole dell’omicidio del suo datore di lavoro, della moglie e dei loro due figli. Per i decenni successivi, ha lottato per dimostrare che la sua confessione di colpevolezza era stata estorta dopo interminabili interrogatori gestiti con costanti pestaggi e intimidazioni. Dopo alterne vicende giudiziarie, uscito dal braccio della morte nel 2014, finalmente nelle ultime settimane l’Alta Corte di Tokio ha ammesso che ha diritto a un nuovo processo.
Proprio quando la Dichiarazione universale dei diritti umani compie 75 anni, la notizia della revisione del processo di Hakamada apre alla speranza di un lieto fine per questa storia lunga quasi mezzo secolo. Un lieto fine che è frutto anche dell’impegno incessante di Amnesty International contro la pena di morte e altre violazioni dei diritti umani. Per sostenere ogni giorno questo impegno, fondamentale è stato il supporto di chi negli anni ha donato all’Organizzazione il suo 5×1000. “Per molti anni, attraverso il 5×1000 in favore di Amnesty International Italia, abbiamo finanziato iniziative, mobilitazioni, appelli ed eventi in favore di Hakamada Iwao. Anche grazie alle tante persone che hanno deciso di sostenerci in questo modo, finalmente ce l’abbiamo fatta” dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
Scrivere ancora tante altre storie a lieto fine: questo l’impegno dell’Organizzazione, che ha di recente pubblicato il Rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo. Dall’analisi di Amnesty International, emerge come il numero delle esecuzioni registrate nel 2022 sia il più alto da cinque anni. L’organizzazione per i diritti umani ha registrato 883 esecuzioni in 20 stati, con un aumento del 53% rispetto al 2021. Il notevole incremento, che non tiene conto delle migliaia di condanne a morte presumibilmente eseguite in Cina, i cui dati rimangono un segreto di stato, dipende dagli stati dell’area Medio Oriente – Africa del Nord, il cui totale è salito da 520 nel 2021 a 825 nel 2022. Nell’ultimo anno, sono cinque gli stati in cui sono state riprese le esecuzioni: Afghanistan, Kuwait, Myanmar, Palestina e Singapore.
“Non si può mai accettare – spiega Noury – che lo stato uccida per mostrare che non si deve uccidere. Ma quando a rischiare l’esecuzione è un innocente o addirittura viene messo a morte un innocente, è ancora più inaccettabile. Hakamada Iwao per ora è salvo. La vita di tante persone, condannate alla pena capitale per reati che non hanno commesso, è ancora in pericolo: come quella dello scienziato Ahmadreza Djajali, che da sette anni rischia l’impiccagione per ciò che non ha mai fatto: la spia. Per questo, il 5×1000 in favore di Amnesty International Italia può salvare vite umane”.
#AMNESTYSEITU: IL 5X1000 PER DIFENDERE I DIRITTI UMANI
Per difendere i diritti umani in tutto il mondo, dal 1961 Amnesty International dà voce a migliaia di persone che vedono minacciate o violate la propria dignità e libertà. Un impegno costante che ha consentito all’Organizzazione, in 62 anni, di salvare oltre 50.000 persone. Con la campagna #Amnestyseitu, l’Organizzazione chiede di sostenere il suo impegno quotidiano contro la pena di morte e contro tutte le altre forme di violazione dei Diritti Umani. Ognuno di noi può fare la propria parte sostenendo la Campagna 5×1000 di Amnesty International attraverso un gesto semplice e gratuito, come apporre una firma sulla propria dichiarazione dei redditi, inserendo il codice fiscale 03 03 11 10 582.
Maggiori informazioni e approfondimenti nell’apposita sezione del sito www.amnesty.it/sostienici/5×1000/
Informazioni per la stampa // INC – Istituto Italiano per la Comunicazione
Valeria Sabato, v.sabato@inc-comunicazione.it – 373 5515109
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