UN REGALO PER ELENA
A Palazzo del Bo, nel giorno del suo compleanno, saranno presentati i lavori di restauro e gli interventi di valorizzazione del monumento promossi e sostenuti da Rotary Distretto 2060
Lunedì 5 giugno ricorrerà il giorno del compleanno di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia. In quest’occasione in Aula E del Palazzo del Bo alle ore 17.00 alla presenza della rettrice Daniela Mapelli, Monica Salvadori, prorettrice al Patrimonio Artistico Storico e Culturale, Raffaele Caltabiano, governatore Rotary Distretto 2060 2060 – 2021/22, Valentina Piovan, restauratrice, del progettista illuminotecnico Michele Franzina verranno presentati i lavori di restauro e gli interventi di valorizzazione del monumento a lei dedicato, promossi e sostenuti da Rotary Distretto 2060. Un intervento, che attraverso la conservazione e valorizzazione dell’opera seicentesca dedicata alla prima donna laureata al mondo proprio all’Ateneo patavino, ha ribadito l’impegno di un’istituzione da sempre sensibile al tema delle pari opportunità e dell’uguaglianza di genere.
Grazie a un accordo tra Università di Padova e Rotary Distretto 2060, nel corso del 2022 la statua marmorea di Elena Cornaro, oggi posta ai piedi dell’omonimo scalone di accesso al loggiato superiore del Cortile Antico in Palazzo del Bo, è stata sottoposta a un’operazione di pulizia e restauro di modifica del verso di apertura del cancello ed è stato installato un nuovo sistema di illuminazione. Il complesso d’iniziative per la valorizzazione di questo insigne monumento, realizzato da Bernardo Tabacco subito dopo la scomparsa della prima “magistra et doctrix”, si completerà alla fine della presentazione con la scopertura di una nuova targa utilizzabile anche dalle persone con disabilità visiva, con testi in braille a rilievo in italiano e in inglese, posta ai piedi della statua marmorea. Infine un QRcode distinguibile tattilmente accompagna alla pagina web, dove la straordinaria storia di Elena Cornaro è raccontata sia in versione audio sia in versione testo, così da permettere davvero a tutti di fruire di questo straordinario patrimonio.
IL MONUMENTO DI BERNARDO TABACCO
Nata il 5 giugno 1646 e scomparsa prematuramente all’età di trentotto anni, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia è stata protagonista di molteplici tributi con dedica alla prima “magistra et doctrix philosophiae”.
Già pochi giorni dopo il funerale della figlia, esitata negativamente una prima richiesta ai benedettini di Santa Giustina per erigere un monumento funerario degno di tramandare ai posteri la celebrità di Elena, lì sepolta, il padre procuratore Giovanni Battista Cornaro aveva avviato i contatti con i frati conventuali di Sant’Antonio per procedere in tal senso all’interno della loro basilica: questa volta il riscontro era positivo e il 12 agosto 1684 il Capitolo del Santo, per lasciar posto al cenotafio da erigersi, decretava la rimozione del telero con Il Trionfo dell’Ordine francescano posto sul quarto pilastro sinistro della navata centrale, in posizione cioè centralissima. Ricevuto l’assenso dei frati, il procuratore Cornaro si rivolgeva quindi ad uno dei più illustri scultori dell’epoca, Bernardo Tabacco (1656-1729), sostenendo “una spesa veramente da prencipe, […] senza risparmiare” l’oro. Già in preparazione entro il maggio 1685, il monumento risulta completato soltanto nel 1689: cinque anni di lavoro per un’opera davvero imponente, fornita di un gran numero di statue, busti, emblemi e allegorie.
Nel 1727 a seguito di problemi economici della famiglia, Girolamo Baldissera, fratello minore di Elena, fu costretto a rinunciare ad alcuni beni di famiglia e il gruppo marmoreo dedicato alla sorella fu rimosso dalla Basilica del Santo. Dopo vari passaggi, la statua di Elena pervenne nelle disponibilità di Caterina Dolfin Tron, nobile veneziana apprezzata per la sua intelligenza e la sua cultura, che nel 1773 la donava all’Ateneo padovano: per decreto dei Riformatori allo Studio, la scultura veniva collocava ai piedi dello scalone del palazzo universitario con una dedica incisa sulla base a ricordo della prima laureata e della sua recente benefattrice. Rimossa dal suo contesto d’origine rimane il monumento a una figura, che abbatte da ormai più di tre secoli ogni forma di stereotipi di genere.