La Commissione sanità presieduta da Enzo di Gregorio, ha approvato a maggioranza con l’astensione dei consiglieri di FdI e Lega, la proposta di legge “Percorsi formativi e progetto pilota su infermiere di famiglia e di comunità”, di cui è primo firmatario il capogruppo del M5S Marco Galante.
Le finalità del progetto di legge, in linea con le previsioni di legge nazionali e nel riconoscimento del pieno principio di sussidiarietà, sono di potenziare e migliorare la continuità assistenziale domiciliare a livello territoriale; promuovere e gestire in modo integrato le condizioni di cronicità, fragilità e non autosufficienza, in collaborazione con i medici di medicina generale e gli altri professionisti; gestire in maniera appropriata gli strumenti di tele assistenza; sviluppare l’educazione terapeutica per l’autogestione della malattia; promuovere sani stili di vita; riconoscere precocemente gli stati di fragilità prima che insorgano stati irreversibili di disabilità; diminuire gli accessi al Pronto Soccorso, le degenze ospedaliere, nonché le riammissioni, garantendo assistenza ai malati cronici o in fase acuta, che non richiedono cure intensive o praticabili esclusivamente in ospedale e per i quali sono possibili cure praticabili presso il proprio domicilio.
Al fine di indirizzare il percorso per inserire le attività di infermieristica di Famiglia o di Comunità, di concerto con le Università pugliesi e gli Ordini delle professioni infermieristiche di Puglia, dovranno essere approvate delle Linee Guida con l’individuazione anche dei percorsi formativi per adeguare la didattica alle nuove esigenze assistenziali determinate dal nuovo assetto organizzativo dell’assistenza territoriale, di cui al D.M. 77/2022 nonché dalle progettualità PNRR.
Per la copertura degli oneri derivanti dall’implementazione del progetto pilota relativi all’esercizio 2022 sono quantificati in 83 mila euro.
Il prosieguo dei lavori, ha riguardato l’audizione richiesta dalla consigliera Debora Ciliento (Pd), dell’assessore alle politiche abitative e della dirigente della Sezione politiche abitative, sul tema: “Misura reddito di cittadinanza e azzeramento del contributo fitto casa per il prossimo anno”.
L’assessore Anna Grazia Maraschio ha precisato che la scelta incomprensibile del Governo nazionale di eliminare il sostegno alla locazione in favore delle famiglie con basso reddito, avrà ricadute su 20.913 famiglie pugliesi e che il fondo proveniente dal Governo centrale è essenziale per far fronte all’emergenza. L’assessore ha ricordato che gli ultimi fondi messi a disposizione dalla Regione sono stati pari a 30 milioni e 700 mila euro, con la compartecipazione cospicua da parte del Ministero di 27 milioni di euro.
In considerazione delle difficoltà che emergeranno per affrontare una situazione di emergenza, l’assessore Maraschio ha accolto l’invito ad immaginare un’azione congiunta dal punto di vista politico, per evitare la gravità delle conseguenze derivante da un’azione incomprensibile.
Dai dati esplicitati dalla dirigente regionale è emerso che il totale dei Comuni pugliesi partecipanti all’avviso sono stati 172, anche se alcuni di essi sono da considerare solo per una ricognizione del fabbisogno. All’avviso si risponde con la concessione di un ristoro degli affitti già pagati negli anni precedenti.
Oggetto di audizione è stata anche la richiesta avanzata dall’Associazione Nazionale di Diagnostica dell’Area Radiologica – Sezione Puglia (ANDIAR) e dal consigliere Marco Galante (M5S) di fare chiarezza relativamente alla mancata programmazione per la branca radiodiagnostica per l’anno 2022.
Questi lamentano che la Regione Puglia ha omesso di provvedere alla dovuta attività programmatoria annuale di determinazione del fondo unico della Radiodiagnostica per l’anno 2022, in violazione dell’art. 21, comma 1, della L.R. Puglia n. 9/2017 il quale prevede che la Giunta regionale, sentiti i direttori generali delle Asl e le rappresentanze dei soggetti accreditati, detta gli indirizzi per la formulazione dei piani annuali preventivi di attività, con l’indicazione delle funzioni e delle attività da potenziare e da depotenziare nel rispetto della programmazione regionale, compatibilmente con le risorse finanziarie, e dei criteri per l’individuazione dei soggetti erogatori, tra quelli accreditati, con i quali stipulare contratti.
Da qui, la necessità di comprendere le ragioni per le quali la Regione, non solo non ha provveduto ad adottare il piano di programmazione per l’anno 2022 per la determinazione del fondo unico della Radiodiagnostica, ma ha altresì omesso di valutare la proposta di modifica condivisa e sottoscritta dalle associazioni di categoria, come previsto dalla normativa regionale di settore.
L’assessore alla sanità Rocco Palese è intervenuto per ribadire che è stato formulato un richiamo di conferma del piano dell’anno precedente, e che entro il prossimo settembre bisognerà azzerare tutto il vigente e rimetterlo in discussione così come prevede la legge delega del decreto concorrenza. Il punto è stato aggiornato a metà settembre per capire le modalità che intende perseguire la Giunta per il 2023.
In ultimo, la Commissione ha trattato anche la problematica portata all’attenzione dalla consigliera Debora Ciliento, in ordine alla situazione sanitaria del territorio di Spinazzola, al fine di poter tracciare percorsi virtuosi, per rispondere ai bisogni di una comunità che vive lontana dai presidi ospedalieri.
Nel merito, sono intervenuti il sindaco di Spinazzola Michele Patruno e la direttrice generale dell’Asl Bat Tiziana Dimatteo. È stato evidenziato che sul tema si è espresso anche il Consiglio comunale di Spinazzola che in tal senso ha deliberato la richiesta di porre un’attenzione particolare da parte della Regione con il potenziamento delle risorse che dovranno essere messe in atto dall’Asl BAT per venire incontro alle esigenze dei cittadini, penalizzati dalle particolari caratteristiche del territorio colpito da una mobilità lenta. Tra le richieste, quella di realizzare un’elisuperficie per un servizio più efficiente di emergenza-urgenza, ma anche quella di giungere alla dichiarazione di zona disagiata che potrebbe essere una soluzione vista anche la difficoltà di reclutare medici specialisti, che possano prestare servizi ambulatoriali vedendosi riconosciuta l’indennità di disagio.
Da parte dell’assessore Palese è giunto l’invito a prevedere forme di incentivi molto forti, visto che non ci sono possibilità per una soluzione tampone. Sull’opportunità di far ricadere il territorio in una classifica di fascia protetta, l’assessore si è detto disponibile a trovare la formula adeguata per far sì che da parte del Governo centrale si giunga ad un simile riconoscimento.