IL MONDO DEL VINO ABRUZZESE COMPATTO CONTRO IL DM ETICHETTATURA
A rischio l’utilizzo esclusivo del termine Montepulciano per le etichette delle eccellenze enoiche abruzzesi. Ferma la posizione di Consorzio e Sindacati contro il DM in discussione per tutelare quello che oggi è diventato un colosso dell’enologia non solo regionale, ma anche nazionale.
Ortona, 29 Luglio 2023
Si è tenuta ieri nella sede del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo, la riunione straordinaria fortemente voluta dal presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, con la presenza di tutte le associazioni di categoria regionali e il vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente. Il tema sul tavolo è il DM etichettatura, e in particolare l’articolo 16, che con la sua approvazione rischia di compromettere una delle più grandi denominazioni di vino rosso fermo italiano, il Montepulciano d’Abruzzo, che ormai da molti anni supera i 100-120 milioni di bottiglie prodotte e vendute in tutto il mondo. Tutti gli attori del mondo del vino abruzzese ieri hanno sottoscritto un importante documento d’intenti che sarà portato sui tavoli di concertazione regionali e nazionali poiché la proposta di una sorta di “liberalizzazione indiscriminata” dell’uso dei vitigni in etichetta, senza nessuna eccezione, come previsto invece per altri vitigni e sinonimi, porterebbe un danno incalcolabile non solo in termini economici, ma anche di comunicazione creando una vera distorsione di mercato, ottenendo l’effetto opposto alla ratio della norma.
“Si è deciso che tutto il mondo del vino abruzzese si opporrà in maniera compatta all’attuale stesura dell’articolo 16. – spiega Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini Abruzzo -; Così formulato recherà a tutte le denominazioni-vitigno che sono un patrimonio unico della nostra enologia nazionale, un danno incalcolabile sia sotto il profilo economico che di comunicazione andando in palese conflitto con il prezioso e tutelato made in Italy, il cui valore è dettato proprio delle nostre ambite “biodiversità” enoiche.”
La presenza del vitigno montepulciano in terra d’Abruzzo risale ad oltre due secoli: qui, grazie al particolare microclima della regione, ha trovato le migliori condizioni per vegetare e produrre vini di grande valore. La denominazione “Montepulciano d’Abruzzo” nata nel 1968 come denominazione-vitigno e come tale riconosciuta e tutelata in deroga, negli anni è diventata un colosso della enologia non solo regionale, ma anche nazionale e come tale deve continuare ad essere protetta.
“L’utilizzo di un sinonimo garantirebbe sia la corretta informazione al consumatore – principio condiviso e da rispettare – sia il patrimonio storico delle denominazioni-vitigno”, aggiunge Nicodemi. “Dobbiamo difendere il lavoro di centinaia di operatori che per decenni hanno investito e continuano ad investire importanti risorse sulla promozione e sull’affermazione nei mercati internazionali del vino a DO più prestigioso dell’enologia regionale, il Montepulciano d’Abruzzo, da sempre legato in maniera indissolubile ad un vitigno (Montepulciano) e al nostro territorio che, se non adeguatamente tutelati, rischiano di essere “banalizzati” ed utilizzati da altri operatori solo per “meri fini commerciali”, a danno del radicamento storico e territoriale da tutti unanimemente riconosciuto.”
A tal proposito il Consorzio già in data 10 marzo 2023 aveva richiesto al Masaf il reinserimento del sinonimo “cordisco” per il vitigno “montepulciano” nel Registro Nazionale Varietà delle Viti, già presente nel 1988 e poi scomparso misteriosamente nella trasformazione dello stesso da cartaceo ad informatico, al fine di tutelare la denominazione di origine protetta “Montepulciano d’Abruzzo” e per essa il termine/nome di vitigno “Montepulciano” da usi impropri del medesimo.
Nel documento sottoscritto ieri si afferma che tale soluzione permetterebbe di porre un punto definitivo su una questione che si protrae ormai da troppo tempo: il montepulciano resterebbe patrimonio della regione che maggiormente ha creduto ed investito nel vitigno in questi ultimi 50 anni e, con l’inserimento del sinonimo CORDISCO nel Registro nazionale delle varietà, le denominazioni riconosciute in altre regioni, che contemplano la presenza del vitigno montepulciano nella base ampelografica di riferimento delle relative DO, potrebbero colmare il proprio gap informativo verso il consumatore riportando in etichetta il sinonimo.
Questa istanza sottoscritta – in maniera coesa – dal Consorzio e dalle associazioni può dare ancora più forza all’azione politica del vicepresidente Emanuele Imprudente nell’affrontare il tema sui tavoli di concertazione nazionali; sia il Consorzio sia le associazioni Copagri, Confagricoltura, Confcooperative, Lega Coop, Coldiretti, DAQ Vino, Assoenologi e CIA chiederanno la revisione del testo in presentazione, con il mantenimento delle tutele esistenti in materia di utilizzo del nome del vitigno montepulciano alla sola regione Abruzzo.
Erano presenti al tavolo Roberto Rampazzo e Pier Carmine Tilli per Coldiretti, Leo Spina per Copagri, Mauro Lovato e Camillo Colangelo per Confagricoltura, Antonio Marascia per Confcooperative, Andrea Di Fabio per Lega Coop, Rocco Pasetti per il DAQ Vino, Gianni Pasquale per Assoenologi e Domenico Bomba per CIA.