“El Paes de Scuprì”, la giornata pedonale di Barni compie 30anni!
Mercoledì 16 agosto 2023 Vi aspettiamo dalle 9,00!
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Giunge alla sua 30esima edizione la giornata pedonale “El Paes de Scuprì”, appuntamento clou nel calendario estivo del piccolo ma vivace borgo di Barni, suggestivo luogo immerso nella natura del Triangolo Lariano dove il tempo sembra essersi fermato.
A neanche un’ora da Milano, torna il 16 agosto l’evento legato alle tradizioni locali a misura di famiglia che richiama da sempre il grande pubblico della Valassina e i numerosissimi turisti. Tutti coloro che negli ultimi 30anni hanno saputo apprezzare la varietà e l’originalità delle molteplici iniziative organizzate dalle Associazioni coinvolte: CulturaBarni, Gruppo Alpini, Pro Loco, Comune di Barni, Chiesa Parrocchiale.
Passo dopo passo, vicolo dopo vicolo, il borgo medioevale di Barni mette in mostra l’affascinante galleria etnografica a cielo aperto: “Un paese in posa”, mostra realizzata dalla fotografa Giulia Caminada. Negli scorci del vecchio nucleo si affacciano poi le corti, aperte dalle 9 alle 19 per l’occasione, che ospitano bancarelle artigianali, dimostrazioni dal vivo di antichi mestieri, allestimenti tematici, esposizioni d’arte, produttori a km zero. Sarà quest’anno l’occasione anche per scoprire l’anteprima del piccolo Museo degli oggetti della cultura contadina che sta venendo alla luce nella Curt del Bulgia, grazie alla passione di Francesco Gilardoni, in arte Belaset, conosciuto per le sue creazioni: ceste e gerle artigianali “come una volta”. Lungo la strada principale e nella piazza della Chiesa come di consueto una grande varietà di hobbisti e ambulanti.
E, al primo languore, detto fatto: street food tipico del Contadino dell’Azienda Agricola Binda Emanuela oltre a Bar Sport, Ghisal Pan e Sapori di casa. “El Paes de Scuprì” promette di essere una giornata di mezza estate indimenticabile, tra giochi di una volta, truccabimbi e simpatiche sorprese per grandi e piccoli… Da non perdere l’apertura straordinaria della meravigliosa Chiesa Romanica di San Pietro e Paolo, un vero e proprio gioiello che necessita ancora di cure. La comunità di Barni è parte attiva nella raccolta fondi con tante iniziative nelle varie corti aperte.
Tutti possono dare il loro contributo pescando al Pozzo di San Pietro, una grandiosa pesca di beneficienza, o comprando le t-shirt e il libro “Barni nel Cuore”, acquistando al vintage market o i gadget creati per l’occasione. Per chi sceglie la scoperta del territorio con la ebike, c’è il Tour Guidato promosso da Radaelli Sport. Dalle 19,00 le bancarelle e le corti chiudono e… si cambia scena. La cena viene servita sui tavoli in piazza e, scoccate le 21,15, l’adrenalina “sale” a mille. E’ il momento dell’Albero della cuccagna. Chi vincerà quest’anno? E’ sempre avvincente la sfida tra diverse squadre locali che si avvicendano e salgono più o meno agilmente in cima sul palo ingrassato per impossessarsi del premio. Come una volta… Non è finita…Musica e divertimento aspettano fino a notte!
Per non perdere nessuna corte, entra in tutte!.
ITINERARIO 2023 El paes de scuprì
30esima edizione – apertura corti dalle 9 alle 19
—— Itinerario di visita che comprende il percorso etnografico “Un paese in posa”
P – partenza itinerario dal nucleo Sud (via Colombo)
1) LA CURT DEL BARNA oggettistica e creatività
2) LA CURT DE MABILA libri in uno scorcio d’altri tempi e magliette
3) LA CURT DE LA MAESTRA VERRI mirtilli, creatività e sculture di legno
4) I PORTECH DE VIA CEULA vintage market Pro San Pietro
5) LA CURT DEL MANCIN idee creative e artigianali
6) L’ERA DE BERT verdure a km0, pirografia e sorpresa
7) LA CA’ DE ANGIULA E DE FIA intrecci di pannocchie
8) SAN ROCCH punto di interesse
9) LA DUGANA “B&Beauty” l’oasi di relax
10) IND’EL GIR DEL CARUTELL giochi di un tempo
11) LA CURT DE L’USTERIA DE LA STELLA cioccolato artigianale
12) LA CURT E E’L CANEVET DI PIZZ mostra fotografica
13) LA CURT DI MARENDA artigianato e creatività
14) CASA CAMILLO GHISI artigianato, creatività e vintage market
15) LA GIAZZERA DE BENIAM punto di interesse
16) LA CURT DEL BULGIA Artigianato in legno e anteprima piccolo museo etnografico contadino
17) LA CURT DI POJ idee regalo e bigiotteria
18) CASA PARROCCHIALE – mostra quadri e banco beneficenza
Via Colombo – Area Feste: Pro Loco, Gonfiabili, Truccabimbi partenza Tour Guidato in EBIKE con Radaelli Sport
Piazza della Chiesa postazione Culturabarni , Street food del contadino Az. Agricola Binda Emanuela, Bar Sport, Ghisal Pan, Sapori di casa
via Colombo e via Volta Mercato produttori, hobbisti e ambulanti, Pozzo di San Pietro Pro Parrocchia (angolo via Bricchi)
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APPROFONDIMENTI SU BARNI
A BARNI ALLA SCOPERTA DEL TRIANGOLO LARIANO
A un’ora da Milano e pochi minuti da Bellagio, tra cultura e tradizioni, un’oasi verde e panorami mozzafiato
Con il percorso fotografico a cielo aperto Un paese in Posa della fotografa Giulia Caminada il fascino di ieri rivive oggi…
Tanti i modi per scoprire Barni e il Triangolo Lariano
A meno di un’ora da Milano, in macchina o in bici, un’occasione che vale una gita diversa fuori porta, in giornata, nel weekend o una visita d’istruzione.
La piccola Barni vi aspetta per trascinarvi nelle emozioni del “come eravamo”, tra vicoli, sentieri, camminate, escursioni e, non ultimo, degustazioni dei tanti prodotti locali a chilometro zero. Il grazioso borgo antico di quel triangolo lariano ricco di patrimonio naturale e di secolare cultura contadina, vi invita a visitare “Un paese in posa”, significativo progetto che ha coinvolto i barnesi in piazza per un suggestivo scatto d’autore. Gli scorci più originali del paese sono teatro ora di una galleria fotografica a cielo aperto, ventiquattr’ore su ventiquattro, gratuita e senza code, negli angoli più caratteristici. Ideato dalla ricercatrice Giulia Caminada, supportata da l’Associazione CulturaBarni, dal Comune di Barni e dalla Regione Lombardia in occasione dell’anno della Cultura, il progetto si propone di accompagnare il visitatore tra lobbie, portali con contorni in pietra, cortili, edicole sacre, vicoli con sottopassi a volta in un viaggio nel passato attraverso un percorso di quaranta gigantografie in bianco e nero. “Un paese in posa” è un vero e proprio ritratto, vivo, vivente e vissuto di chi “popola” il borgo in cui i protagonisti non sono le persone ma gli oggetti della secolare cultura contadina. Gerle, paioli, rastrelli, resti di un mondo contadino abbandonati dalla modernità danno modo ai visitatori di entrare nel tessuto di una comunità simbolo del Belpaese più genuina in quel clima familiare, ospitale, accogliente, di amicizia e di relax che ancora si respira da queste parti. Barni, borgo antico del Triangolo Lariano, con la sua Chiesa romanica di San Pietro e Paolo è uno scorcio d’altri tempi, capace ancora oggi di unire i suoi abitanti in progetti e fatiche che ne valorizzano il territorio e il suo grande patrimonio culturale. In auto o in bici, a pochi chilometri da Milano e dalla perla del Lago di Como, Bellagio, passeggiare per Barni accompagnati da un mediatore linguistico locale lascerà un indelebile ricordo di questa rilassante oasi di verde, tra natura incontaminata. Chi visita Barni può anche prevedere una sosta in uno dei suoi tipici ristoranti che propongono specialità locali, piatti tipici, lungo il percorso fotografico o poco distante, dove si può godere di una vista mozzafiato del ramo lecchese del Lago di Como e della Grigna. Per prenotate la visita guidata con un mediatore linguistico al percorso, per visitare la Chiesa Romanica di San Pietro e Paolo o avere maggiori informazioni sulle opportunità che Barni offre ai suoi visitatori, consultate il sito www.culturabarni.it o scrivete una mail a culturabarni@libero.it
→ TESTIMOIANZE DEL PASSATO
Due testimonianze del passato sono certamente degne di menzione. Barni conserva, ancora pressoché intatto nella sua fisionomia, l’unico Castello della Vallassina sopravvissuto alle vicissitudini della storia. Oggi dimora privata, appartenne fra gli altri agli Sfondrati, ultimi Baroni della Vallassina ed è collocato su un’altura a dirupo sul Lambro a nord dell’abitato. Si possono ancora ammirare dall’esterno le mura che conservano le feritoie degli spalti dalle quali operavano i difensori. Il Castello era del tipo “a ricetto” cioè destinato a ospitare la popolazione e il bestiame in caso d’invasione e ai quali era riservata la cinta muraria inferiore, mentre, in quella superiore si trovavano il castellano e la guarnigione. Ben conservato il mastio e i resti di un’altra torre sul lato ovest della cinta muraria attraverso le cui tre porte passava l’unica strada che metteva in Vallassina e qui concepito come fortificazione di sbarramento in seguito ampliata con palazzo baronale nel XIV secolo. Il cuore dei barnesi batte forte per la Chiesa Romanica dei SS Pietro e Paolo, che ha ottenuto 2.122 voti nel corso dell’ottava edizione de “I Luoghi del Cuore” il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo. La data del XII secolo è quella riferita agli elementi certi, ma il nucleo originario medioevale, il più antico, costituito dal campanile e dalla porzione più orientale comprendente l’abside, quasi con altrettanta certezza, risale al X secolo, così come emerge dagli studi di Edoardo Arslan nella sua “Storia di Milano” edita nel 1954 da G. Treccani. A testimoniarlo l’abside ancora a forma semicircolare (nelle chiese bisogna aspettare la fine del XII secolo per vedere affermarsi l’abside a forma quadrata) e il fatto che il campanile sorge in posizione staccata di ben nove metri, ruotata con un’angolazione autonoma rispetto al corpo più antico della Chiesa, nella quale fu inglobato dai successivi ampliamenti. Gli affreschi che decorano le pareti appartengono a vari periodi e si trovano sovrapposti a quelli originari molto deteriorati, fra i quali spicca una rarissima rappresentazione di S. Lucio. Nella sua visita pastorale del 20 ottobre 1570 San Carlo Borromeo parlò delle pareti della Chiesa interamente coperte di pitture, oggi purtroppo rovinate a causa della loro antichità. Sembra giusto pensare che tali dipinti siano quindi molto anteriori ai tempi di San Carlo e risalgano, quantomeno, al XIV-XV secolo. Pregevole, anche se ormai depauperato dai furti nelle sue componenti migliori, un altare ligneo dorato risalente al ‘700. Degne di nota inoltre le due campane che, secondo le iscrizioni vennero fuse nel 1420 la minore e nel 1454 la maggiore, due date che ne fanno le più antiche giunte sino a noi fra quante sono note nell’intera provincia di Como. L’insieme di questo patrimonio artistico richiede allora un radicale intervento di rifacimento (visitabile su richiesta www.culturabarni.it
→ BARNI, LA MIGLIOR DESTINAZIONE PER VISITARE IL LAGO DI COMO
Barni e i Barnesi amano un turismo consapevole che dà valore alle piccole cose e che apprezza la genuinità e la spontaneità, la bellezza della natura e la vita tranquilla di un borgo di mezza montagna che mantiene intatte le sue caratteristiche e si presta come meta per rilassarsi o per visitare Bellagio e i grandi centri urbani limitrofi (Como, Lecco, Milano, Monza e Brianza, Bergamo, Varese). Per riavvolgere il nastro dopo una settimana o dopo mesi di fatiche, trascorsi spesso nel caos e nel clima cittadino, Trovare rifugio in un luogo facile da raggiungere dove aria salubre, cielo limpido, campagna e montagne invitano a ricaricare le pile in un contesto di benessere e relax del tutto naturale. Barni è un piccolo borgo antico dove il tempo si è fermato e che in ogni suo angolo regala scorci di storia e tradizioni, arte e cultura contadina, in un triangolo di terra che via via si cala nel fascino del Lago di Como e delle sue perle, da Bellagio in poi. Barni è Barni. Unico nel calore della sua gente, nella bellezza di arti e mestieri, nella genuinità della sua offerta agroalimentare, nell’ambiente del suo territorio, nella proposta di un soggiorno come una volta. Con i suoi dintorni che offrono agli amanti delle camminate, del trekking e della mountain bike splendide escursioni nei boschi con diversi itinerari che si adattano ad ogni esigenza. Per chi ama passeggiare con tranquillità nel verde della natura, tra scorci incantevoli, sentieri, percorsi, mulattiere, sostando per uno spuntino con amici o in famiglia negli agriturismi e ristoranti.
→ VIVI COME UN LOCALE
Antico feudo dei Visconti e degli Sforza, luogo simbolo dell’economia vallassinese grazie alle sue tipiche attività agricole e pastorali, Barni è un borgo tranquillo immerso nel verde della Vallassina in provincia di Como. Situato a 635 mt di altitudine, rivive in ogni suo scorcio le radici di una storia secolare. Oltre ai numerosi momenti di intrattenimento proposti tutto l’anno dalle diverse Associazioni, tutta Barni si impegna nel mantenimento e la riscoperta delle tradizioni locali, dello sviluppo culturale, dell’inclusione di grandi e piccini nella comunità e della salvaguardia lingua locale. Eccone alcune in calendario:
Vendita all’incanto per la ricorrenza di S. Antonio in Gennaio
Festa Patronale Santi Pietro e Paolo in Giugno
El paes de scuprì – Giornata pedonale. Dal 1992, visita ai cortili e agli allestimenti nel centro storico in Agosto
El gir di cent fo – Dal 1972. Una delle più antiche marce non competitive nel mese di Agosto.
Festa della montagna – grigliata e divertimento a Crezzo nel mese di Agosto.
Intrattenimenti danzanti di vario genere con degustazione di specialità locali nei mesi estivi.
Tornei sportivi (Calcio, pallavolo, giochi della tradizione).
Castagnata a Ottobre.
Tradizionale fiera di merci e bestiame all’ultima domenica di Ottobre.
Mercatino di Natale e lancio dei palloncini per i doni dei bambini l’8 Dicembre.
Arrivo di Babbo Natale il 24 Dicembre.
Ampio parco giochi aperto tutto l’anno.
→ APPROFONDIMENTI SUL PROGETTO “BARNI: E UN PAESE IN POSA”
Barni, caratteristico borgo della Vallassina, ha inaugurato negli scorci più significativi la galleria fotografica a cielo aperto Un Paese in posa. Senza code, 24 ore su 24, antichi mestieri, oggetti d’altri tempi, dialetto lombardo, sono tornati nelle strade di Barni da protagonisti (in linea con l’obiettivo della Regione Lombardia di riscoperta e tutela della lingua, delle tradizioni locali, della promozione del territorio e della sua conoscenza) per raccontare la comunità e la sua storia, gli oggetti di un tempo ancora nel cuore. Il progetto fotografico realizzato da Giulia Caminada per sottolineare il sentimento di appartenenza e di identità della comunità di Barni, a distanza di tre anni è più vivo e attraente che mai grazie all’Associazione CulturaBarni, e alla Regione Lombardia per l’anno della Cultura 2017/2018. Una retrospettiva che dà modo ai visitatori di entrare nelle radici di una comunità eletta a simbolo dell’Italia più genuina in uno scenario ambientale naturale e rilassante. “Un paese in posa” è un esempio di valorizzazione dell’identità culturale del Triangolo Lariano e del paesaggio come patrimonio naturale, sociale, monumentale, artistico della zona che fa riemergere le radici di una storia secolare ricca di gusto e tradizioni, come elemento di rilancio culturale e turistico del territorio. E l’occasione giusta per scoprire il centro storico di Barni. A circa un’ora da Milano e poco distante da altri borghi affascinanti e da Bellagio, riserva ai visitatori attenti alle vestigia del passato angoli ben conservati, tipici dell’architettura spontanea contadina come lobbie, portali con pregevoli contorni in pietra, cortili, edicole sacre, vicoli con sottopassi a volta che hanno conservato il loro aspetto tortuoso originario. E godere del clima familiare, di ospitalità, di accoglienza, di amicizia e di condivisione, di cordialità tipica contadina pervade Barni e tutto il territorio circostante. Barni riserva mille e una sorpresa… Per rivivere l’atmosfera di un tempo CulturaBarni organizza visite guidate lungo il percorso fotografico con mediatori locali dialettali per apprendere usi e costumi di un tempo, della realtà locale e della sua lingua (durata 45 minuti) e alla Chiesa romanica di San Pietro e Paolo, gioiello architettonico che si è aggiudicata il primo posto nel censimento 2016 de “I luoghi del Cuore” del FAI per la provincia di Como. Barni ha saputo mantenere nella sua storia quella dimensione fuori dal tempo che racconta l’Italia più autentica. Tra paesaggi naturali, arti e mestieri, aie e corti, vicoli e percorsi che riconducono al fascino genuino del “come una volta” si ha anche la possibilità di assaggiare i piatti tipici prenotando uno dei ristoranti. Ristorate San Pietro lungo il percorso o al Ristorante Madonnina raggiungibile in macchina dove si gode anche di una vista mozzafiato sul ramo del Lago di Como dalla parte di Lecco e della Grigna o nei numerosi agriturismi dove comprare anche prodotti a KM0. Per la visita guidata: www.culturabarni.it.
→ CONSIGLI PER UN SOGGIORNO PERFETTO
Barni riesce sempre di più ad offrire ai suoi ospiti un soggiorno di divertimento e di quiete, le sorgenti di S. Carlo e S. Luigi di acqua purissima, selve di castagni e tante passeggiate nel verde verso le alture circostanti che dominano il paese affacciandosi sul Lago di Como con scorci mozzafiato.
Az. Agricola Binda Emanuela – produzioni formaggi
Az. Agricola Camanin – Crezzo – https://www.camanin.net/ agriturismo e spaccio formaggi di capra
Bar Sport – bar, edicola, pizzeria
Cascina Sant’Angelo – Az. Agricola e agriturismo familiare – http://www.cascinasangelo.it/
Ghisal Pan – panificio e rivendita
Ristorante la Madonnina con vista lago Località Crezzo – http://www.ristorantelamadonnina.it/
The best place to visit Como Lake – casa vacanze
→ GIULIA CAMINADA, IDEATRICE DEL PROGETTO UN PAESE IN POSA
“Il progetto fotografico “Un paese in posa. Ritratto fotografico di una comunità” è stato un susseguirsi di azioni comunitarie che ora trova, nella galleria fotografica a cielo aperto lungo le vie del vecchio nucleo di Barni, un altro dei suoi momenti significativi. Tornano per strada 40 oggetti perduti, in uso a Barni anche solo fino a una quarantina di anni fa e gettano un ultimo sguardo su una socialità genuina ma in via di una inarrestabile, forse giusta, trasformazione. Non il paese, non il tessuto urbano, non le vie e i monumenti a fare da sfondo alla ricerca, ma singoli sguardi, pose solitarie o di piccoli gruppi posti su fondo neutro, estrapolati dalle difese offerte da sempre dalle proprie mura. E gli oggetti. A testimoniare che le cose hanno un’anima, sono pegno della reciprocità e del ricordo. Ad essi è legata la memoria storica della gente, soprattutto di quelle generazioni che hanno vissuto da protagonisti il passaggio dalla civiltà della parsimonia a quella del consumismo, che proprio in questi anni è attraversata da una profonda crisi. L’avvento dell’era industriale ha quasi cancellato la cultura contadina, della quale si conservano ancora deboli ma significative tracce sparse qua a là. Oggetti conservati negli scantinati, in qualche ripostiglio, nelle antiche corti, sono ancora presenti a Barni e hanno conservato l’antica destinazione d’uso ma non sappiamo più quale fosse la loro primitiva funzione, soppiantati da attrezzature moderne. L’aver cercato di accoppiare persone e cose è un ritratto della memoria e una lettera al futuro. Interagire con gli abitanti del paese con la macchina fotografica mi ha permesso di trasformare un rito in una fabbrica di valori, di usare uno strumento visivo per rinsaldare concretamente i legami sociali. Non solo fra me e le persone fotografate, ma anche fra le persone che hanno voluto essere parte del progetto. Il filo conduttore è stato il sorriso. Non me l’aspettavo, ma in fondo lo speravo ed ero curiosa di vedere quale sarebbe stato l’effetto al momento conclusivo della mia antropologia della fotografia in cui le persone si sarebbero rispecchiate nelle fotografie esposte lo scorso anno in mostra e pubblicate nell’omonimo libro fotografico. Ora, con la galleria a cielo aperto, gli oggetti e il loro suono dialettale tornano nelle vie e per questo sono grata al paese, che con entusiasmo ha accolto la sua realizzazione, e a CulturaBarni, che ha voluto realizzarla. Perché continui, si concluda e ricominci il gioco identitario di una comunità”.
→ A PROPOSITO DI GIULIA CAMINADA
Giulia Caminada, nata nel 1969 e residente a Barni, ha conseguito la Laurea in Lettere all’Università degli Studi di Milano e, oltre a dedicarsi all’insegnamento, svolge attività di ricerca linguistica e antropologica applicata alle tradizioni del focolare prealpino. Giulia ha negli ultimi tre anni approcciato la fotografia come strumento di ricerca, documentazione, comunicazione e arte. E’ nato così il catalogo “Un Paese in Posa. Ritratto fotografico di una comunità”, edito da Silvana Editoriale, naturale evoluzione dell’autoritratto linguistico della comunità barnese confluito una decina di anni fa nel “Vocabolario del dialetto di Barni”. Nel 2014 è stata nominata dalla Rete Italiana di Cultura Popolare ‘Cercatrice di traccia’, figura che si distingue nella comunità per il suo lavoro di ricerca etno-antropologica e per gli studi del territorio di riferimento.
→ PASSEGGIATE ED ESCURSIONI NEI DINTORNI DI BARNI
Per chi ama passeggiare e scoprire angoli suggestivi Crezzo è sicuramente una tappa piacevole, anche per lo stupendo panorama sul Lago di Como, ramo di Lecco. La frazione di Barni è un minuscolo nucleo abitato circondato da ricchi pascoli e rigogliosi boschi di castagno ed è resa ancora più affascinante da un incantevole laghetto circondato da mucche che pascolano placidamente. Da Crezzo è possibile raggiungere il Crott del Castel de Leves, altura a precipizio sopra Onno che domina il ramo lecchese del Lago di Como e che conserva alcuni resti dell’omonima fortezza. Il Castel di Leves, storicamente il quarto castello dell’abitato di Barni, serviva come punto di avvistamento e segnalazione tra l’alto lago, Lecco e la Vallassina nonché con tutte le altre torri e fortificazioni sul lago (Gravedona, Musso, Rezzonico, Bellagio, Dervio, Vezio di Varenna, Esino, Mandello, Abbadia).
Il punto, fra i più panoramici e poco conosciuti del Triangolo Lariano, si raggiunge abbastanza comodamente dal sentiero che sale da Barni a Crezzo, svoltando a sinistra poco prima della Madonnina. La bellezza del luogo e la suggestiva panoramicità fanno sì che molto chiamino questo punto panoramico “il Paradiso”.
In prossimità del sentiero che si snoda sulle pendici del Crott del Castel de Leves sorge il memoriale per ricordare le vittime del volo Milano – Colonia precipitato nel 1987 quasi sulla verticale dell’abitato di Onno.Sempre da Crezzo sono facilmente raggiungibili le cime del Monte Colla e dell’Oriolo da dove si può godere una splendida vista su di un ampio scorcio dei colli brianzoli. Per raggiungere queste località ci si imbatte in due alberi monumentali:
– El Castanun de Buncava, un castagno secolare di enormi dimensioni situato nella zona di Buncava sulla strada per la Madonnina;
– El Fóó di Drizz, un enorme faggio, legittimo erede del secolare “Foo de Barni” che fa parte dello stemma di Barni, quest’ultimo abbattuto nel 1926 a causa di una tromba d’aria. Oltre agli alberi monumentali a Barni sono presenti massi erratici di notevole rilievo:
– La Cadrega del Diaul, comodamente raggiungibile in quanto situata sulla strada che dall’abitato porta a Crezzo, molto affascinante per via della sua particolare forma e per la suggestione data dalla leggenda e agli eventi veri o verosimili dei quali è stata al centro nei secoli passati.
– El sass de Prea Nuelera, un masso enorme situato sul sentiero che porta a Spessola dalla Valle del Tarbiga, raggiungibile con più difficoltà rispetto ai più famosi Sasso Lentina e Pietra Luna.
Risalendo dalla parte ovest dell’abitato si raggiunge l’Alpe Spessola, un valico collocato sul Sentiero n.1, la dorsale del Triangolo Lariano che collega Bellagio con Brunate. Si raggiunge dall’abitato di Barni in un’ora circa, tramite un sentiero, dal quale è possibile con piccole deviazioni, raggiungere la valle del Tarbiga dove si possono ammirare alcuni affioramenti fossili di conchiglie bivalvi e conglobazioni di madrepore. Percorrendo il Sentee de Munt per l’Alpe Spessola, si raggiunge il dosso, dove, fino al 1926, troneggiava il gigantesco faggio secolare “Foo de Barni” la cui sagoma si dice fosse visibile a occhio nudo sin dagli ex bastioni di Porta Venezia in Milano.
Giunti all’Alpe Spessola, punto di notevole panoramicità, si può scendere al Piano del Tivano oppure salire sino a raggiungere la vetta del S. Primo, il maggior rilievo montuoso del Triangolo Lariano. Dall’Alpe Spessola si può tornare in paese passando dal bivacco di Scengher con l’omonima cappellina votiva tanto cara ai barnesi e godersi un bel panorama su tutto l’abitato.
→ BARNI: CHE GUSTO!
A Barni, nel mondo contadino, se “cumpesava” ovvero ‘si mangiava con parsimonia’. Il ricordo è di una cucina modesta, fatta di poche ed essenziali cose, adatte più a riempire che a soddisfare. Un mangiare povero, che ha antiche radici nelle realtà locali, fatto di magra polenta, di acido pane di granoturco (pangiallo), di minestra di verdura o di riso. Una miseria data anche dai contratti che regolavano i rapporti tra il contadino e il “padrone” i quali, in base a un’antica tradizione e legislazione, rendevano legali certe forme di sfruttamento e di oppressione nei confronti di chi lavorava la terra.
La trippa, un piatto gustoso preparato ancora oggi in occasione della Fiera di Barni, a fine ottobre. Si tratta di un piatto adatto alle intense giornate di lavoro fisico, proprio come quello dei contadini di una volta, oppure ideale quando la temperatura esterna incomincia a scendere e si ha la necessità di preparare qualcosa che riscaldi. Come tutti i piatti della tradizione il trucco per la buona riuscita sta nella pazienza che si usa per la sua cottura: più cuoce e più la trippa e i fagioli s’insaporiscono a vicenda. Assolutamente da assaggiare!
Il mazafàm. Difficile trovarlo nei ristoranti tradizionali, questo piatto serviva a recuperare la polenta avanzata il giorno prima. Come si prepara? Mettete in una padella olio e cipolla tagliata fine e fate appassire la cipolla. Aggiungete la polenta fredda e le patate lessate e fredde tagliate a pezzi. Schiacciarle bene in modo da ottenere un impasto sminuzzato e contemporaneamente rivoltarle nella pentola. Verso metà cottura si aggiunge formagella a cubetti, latte, sale e pepe. Il composto finale deve essere morbido e omogeneo. Un piatto unico, da non perdere. In molti lo mangiano con una scodella di latte in cui intingere il cucchiaio con il mazafàm.
Piatti a base di polenta. Un tempo veniva preparata tutti i giorni e la si mangiava soprattutto a mezzogiorno, appena tolta dal camino. Una volta ottenuta la giusta consistenza veniva rovesciata sulla mütìna, un piatto piano ottenuto con liste di nocciolo intrecciato, o sulla basla, un piatto generalmente di legno, talvolta con interposto un sugamàn o un mantìn, ampio tovagliolo, che veniva rivoltato sopra per mantenerla calda. Un rito antico che si rinnova e genera comunità e allegria.
→ LETTERATURA LOCALE
→ Vocabolario del dialetto di Barni. Nell’ambito di una ricerca in collaborazione con la cattedra di Sociolinguistica dell’Università Statale di Milano – Bicocca, il paese ha saputo salvaguardare la propria lingua locale raccogliendola in un Vocabolario corredato dalla dizione fonetica internazionale secondo le metodologie della dialettologia della percezione.
→ Toponimi di Barni. Un’opera, completa di cartografia, che raccoglie i Toponimi storici identificativi anche della più piccola porzione del territorio.
→ Un paese in posa. Ritratto fotografico di una comunità. Un libro fotografico che raccoglie seicento ritratti in bianco e nero di abitanti di Barni che, con la loro posa, hanno voluto dar forma al sentimento di identità e di appartenenza.