RBC BlueBay – Vietnam: sulla via del progresso

Buongiorno,

di seguito e in allegato invio un commento sul Vietnam che ha tutte le carte in regola per essere l’economia a più rapida crescita dell’ASEAN, a cura di Ashna Yarashi-Shah, Emerging Markets Equity, RBC BlueBay.

 

RBC BlueBay Asset Management, che rappresenta RBC Global Asset Management (la divisione di asset management di Royal Bank of Canada) al di fuori del Nord America, fornisce servizi e soluzioni di gestione degli investimenti a livello globale a investitori istituzionali e wholesale. Siamo un investment manager attivo che collabora con i clienti per generare risultati ottimali in tutte le asset class. La nostra expertise d’investimento è caratterizzata da una piattaforma specializzata nel reddito fisso e da ampie credenziali nel settore azionario, oltre che da un approccio ESG integrato e da strategie di impact investing. Con 412 miliardi di dollari di asset in gestione a livello globale (al 31/03/23), per soddisfare le esigenze dei clienti e supportarli, progettiamo strategie d’investimento e forniamo insight concentrandoci su partnership, trasparenza ed engagement.

 

Un caro saluto,

Diana Ferla

 

 

RBC BlueBay – Vietnam: sulla via del progresso

 

A cura di Ashna Yarashi-Shah, Emerging Markets Equity, RBC BlueBay

 

Atterrando a Ho Chi Minh City e Hanoi si percepisce che le infrastrutture del Vietnam hanno bisogno di essere sviluppate. Il Paese intende spendere 30 miliardi di dollari nei prossimi 3-5 anni per modernizzare le reti autostradali e logistiche, che rappresentano alcuni dei principali colli di bottiglia per far crescere gli Investimenti Diretti Esteri nel Paese. Il Vietnam dovrebbe essere l’economia a più rapida crescita dell’ASEAN, con una crescita del Pil pro capite del 9,7% circa nei prossimi anni.

 

Negli ultimi anni, il Vietnam e il resto dell’ASEAN hanno beneficiato degli spostamenti delle catene di approvvigionamento globali e il Paese sta diventando un nuovo polo manifatturiero, attirando sempre più investimenti esteri da parte di aziende globali come Apple, Samsung e Intel. Le delocalizzazioni dalla Cina al Vietnam sono ancora concentrate nella produzione a basso valore aggiunto, come l’assemblaggio finale, dove il Vietnam ha un vantaggio comparato notevole grazie ai costi di manodopera più bassi.

 

Nell’ultimo anno, il Vietnam ha affrontato delle difficoltà causate da un deterioramento del mercato immobiliare e da un’improvvisa carenza di liquidità dovuta alla repressione della corruzione e alle riforme normative del mercato delle obbligazioni societarie. Questo, unito al rapido aumento dei tassi statunitensi, ha costretto la Banca di Stato del Vietnam ad aumentare i tassi allo stesso ritmo per mantenere la stabilità valutaria.

 

A distanza di sei mesi, la situazione è migliorata in modo significativo, grazie alle misure adottate dalla banca centrale per migliorare la liquidità e al forte calo dei tassi di interesse, favorito dall’allentamento delle pressioni inflazionistiche. Inoltre, ci risulta che la Banca di Stato del Vietnam abbia adottato un approccio pragmatico per contenere l’eccessiva crescita dei prestiti, limitando così i problemi di qualità degli asset a livello di sistema. Prevediamo una forte crescita strutturale in Vietnam, sostenuta da una popolazione giovane e da redditi in aumento (si stima che 37 milioni di persone entreranno nella classe media).

Ci aspettiamo che questo sostenga un trend di consumi interni estremamente forte nei prossimi anni, con una crescente penetrazione del retail moderno e della formalizzazione. Nonostante i problemi riscontrati di recente nel settore immobiliare, ci aspettiamo che l’aumento del Pil pro-capite fornisca un sostegno strutturale a una domanda abitativa estremamente forte nei prossimi anni. L’accessibilità economica rimane buona, soprattutto per la classe media, mentre l’offerta di alloggi rimane limitata a causa del rallentamento delle licenze rilasciate negli ultimi 2-3 anni.

 

Ciò significa che entro la fine del 2025 ci sarà una domanda abitativa non soddisfatta di un milione di case. Un sopralluogo presso il più grande costruttore del Paese ha mostrato il futuro passaggio a cittadine moderne in Vietnam, dotate di ospedali e scuole. Dove ogni complesso è stato equipaggiato con caricabatterie per veicoli elettrici.

 

Sebbene il mercato sia risalito dai minimi del novembre 2022, le valutazioni del Vietnam appaiono molto attraenti, in termini di rapporto prezzo/utile, che sono vicini ai minimi degli ultimi 10 anni. Il problema principale per gli investitori internazionali rimane quello delle rigide limitazioni alle proprietà straniere. Nonostante la presenza di aziende di alta qualità, questi limiti riducono il set di opportunità solo a poche imprese. A lungo termine, riteniamo che questi problemi scompariranno.

 

Il problema è che il Vietnam è stato per molti anni nella watchlist dell’indice dei mercati emergenti e, nonostante l’attuazione di una scadenza autodefinita al 2025 per completare le riforme che gli consentirebbero di passare allo status di “mercato emergente”, i rischi di non rispettare questa scadenza sembrano elevati. Gli incontri sul campo suggeriscono che questi ritardi sono stati causati da lotte intestine tra le istituzioni statali. In un’ottica di lungo periodo, riteniamo che nella regione asiatica il Vietnam sarà un paese estremamente interessante in cui investire, grazie a molteplici fattori tematici come i consumi interni e la finanziarizzazione.

 

(Commento in allegato)


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