RBC BlueBay – Mercati emergenti: il più grande rimescolamento degli ultimi due decenni

Buongiorno,

di seguito e in allegato invio un commento sui rimescolamenti geopolitici dei Paesi emergenti e relative conseguenze sui mercati, a cura di Polina Kurdyavko, BlueBay Head of Emerging Markets e Senior Portfolio Manager, RBC BlueBay.

 

RBC BlueBay Asset Management, che rappresenta RBC Global Asset Management (la divisione di asset management di Royal Bank of Canada) al di fuori del Nord America, fornisce servizi e soluzioni di gestione degli investimenti a livello globale a investitori istituzionali e wholesale. Siamo un investment manager attivo che collabora con i clienti per generare risultati ottimali in tutte le asset class. La nostra expertise d’investimento è caratterizzata da una piattaforma specializzata nel reddito fisso e da ampie credenziali nel settore azionario, oltre che da un approccio ESG integrato e da strategie di impact investing. Con 412 miliardi di dollari di asset in gestione a livello globale (al 31/03/23), per soddisfare le esigenze dei clienti e supportarli, progettiamo strategie d’investimento e forniamo insight concentrandoci su partnership, trasparenza ed engagement.

 

Un caro saluto,

Diana Ferla

 

 

RBC BlueBay – Mercati emergenti: il più grande rimescolamento degli ultimi due decenni

 

A cura di Polina Kurdyavko, BlueBay Head of Emerging Markets e Senior Portfolio Manager, RBC BlueBay

 

Quando si discute di potenziali ostacoli per il resto dell’anno riteniamo necessario concentrarci sulla Cina. Se si considerano le relazioni tra Stati Uniti e Cina, è purtroppo piuttosto evidente il trend secondo cui, nel medio-lungo periodo, è più probabile che tale rapporto peggiori, piuttosto che migliori. Fatta questa premessa, le interconnessioni tra le economie sono relativamente elevate; pertanto, è improbabile che vengano imposte alla Cina sanzioni generalizzate “in stile Russia”.

 

Il lato positivo è che gli Stati Uniti avranno bisogno del maggior numero possibile di alleati a livello globale quando questo rapporto peggiorerà. Ed è proprio qui che i paesi dei mercati emergenti più grandi e consolidati, come Indonesia, Brasile, India e Messico, ne trarranno vantaggio. Ci aspettiamo che ulteriori accordi commerciali vengano rivisti a favore di alcuni paesi emergenti, come il Cile. Prevediamo una maggiore tolleranza in relazione ad alcune politiche monetarie e fiscali e ad alcuni mercati emergenti, come ad esempio la Turchia, e ipotizziamo che diversi paesi dei mercati emergenti traggano vantaggio dal più grande rimescolamento geopolitico degli ultimi 20 anni.

 

La volatilità dei mercati locali rimarrà elevata

Negli ultimi 18 mesi abbiamo assistito a una sovraperformance dei mercati in valuta locale rispetto al reddito fisso denominato in dollari. Inoltre, secondo le nostre previsioni, ciò proseguirà in termini assoluti. Tuttavia, ci aspettiamo che la volatilità rimanga elevata sui mercati in valuta locale rispetto a quelli in valuta forte. In particolare, sottolineiamo che è meno probabile che la volatilità sul mercato in valuta locale sia spinta dalle sorprese sull’inflazione, ma è più verosimile che sia guidata da rischi complessivi come governi bipolari e notizie negative sia sul fronte fiscale che su quello politico, che potrebbero tradursi in una volatilità degli asset in valuta locale.

 

Cosa ci riserva il futuro

Considerando il contesto in cui ci troviamo oggi e i driver che determineranno la performance da qui a fine anno, la gran parte di tali driver sarà costituita dalle aziende più in difficoltà, che hanno subito una ristrutturazione sul piano creditizio e che ora stanno conseguendo rendimenti consistenti in relazione al reddito fisso.

 

Sul piano macroeconomico, il recente rallentamento dell’inflazione core negli Stati Uniti è stato significativo e riflette la probabilità che la Federal Reserve dovrà effettuare meno rialzi nel breve termine. Sebbene sia ancora troppo presto per dire se questo calo dell’inflazione negli Stati Uniti sarà sostenibile, ha comunque delle implicazioni per i mercati emergenti. In particolare, è costruttivo per i mercati emergenti locali, in quanto la prevista debolezza del dollaro statunitense fornirà verosimilmente un aiuto ai mercati valutari, in un momento in cui si prevede che molte banche centrali dei mercati emergenti avvieranno autonomamente i loro cicli di riduzione dei tassi.

 

(Commento e foto in allegato)


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