18.08.2023
Grazie ai fondi del PNRR, e non solo, la Galleria Nazionale delle Marche ha intrapreso un percorso di importanti interventi di riqualificazione spaziale del Palazzo Ducale di Urbino recuperando, fin dal 2022, un’ampia porzione inutilizzata del II piano e riallestendone le sale già aperte al pubblico che nell’ultimo anno sono già state ampiamente apprezzate dai visitatori.
Ora il programma continua con interventi di riqualificazione al piano nobile senza tralasciare la cura del proprio programma culturale. Seguendo lo spirito della propria mission, la Galleria prosegue nella sua attività di ricerca, valorizzazione e divulgazione del patrimonio storico-artistico marchigiano.
«Accanto ai grandi lavori strutturali sul Palazzo Ducale, al riallestimento della collezione permanente, alla messa a norma dei depositi ed al lavoro di conoscenza delle opere in essi contenute – dice Luigi Gallo, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche –, stiamo portando avanti un ampio progetto di valorizzazione dell’arte marchigiana, seguendo in questo la mission della Galleria Nazionale, perché la nostra storia culturale ha radici solide nel territorio. Il programma di mostre in preparazione per i prossimi anni vuole offrire al pubblico una nuova lettura della grande stagione fra Rinascimento e Barocco mettendo al centro l’arte nella regione che fu un vero crocevia della creazione fra pittura, architettura, scultura e arti applicate».
Tesori dai depositi
È con questo spirito che il prossimo 5 ottobre 2023 aprirà al pubblico la mostra L’altra collezione. Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche. L’obiettivo dell’esposizione è la presentazione ai visitatori di una selezione di opere proveniente dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche e che, per l’occasione, sono state oggetto di nuovi studi e di interventi di manutenzione straordinaria e restauro. L’esposizione, che resterà visibile fino al 5 maggio 2023, intende valorizzare il patrimonio meno visibile presente nei nostri musei: si tratta di oggetti e opere d’arte raramente visibili nelle mostre permanenti, ma comunque sono inventariate, conservate e a disposizione degli studiosi.
Grazie alla collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) poi, sono stati intrapresi interventi di studio e restauro conservativo delle formelle del Fregio dell’Arte della Guerra che, entro fine anno, saranno riallestite in una nuova collocazione: torneranno infatti a decorare le Soprallogge del piano nobile, dove già si trovavano nel XVIII secolo, dopo essere state rimosse dalla loro collocazione originaria, sul dossale del sedile della facciata del palazzo.
Il programma del 2024: il piano nobile
Come già annunciato, agli inizi del prossimo anno sarà completato il primo lotto di interventi di rifunzionalizzazione e riqualificazione del piano nobile, con la riapertura dell’Appartamento della Jole. Qui sarà possibile ammirare la diversa disposizione delle opere dettata dai nuovi criteri museologici che caratterizzeranno il riallestimento del piano nobile del Palazzo Ducale: ad esempio vi troveremo la Flagellazione di Piero della Francesca ricollocato in un diverso contesto per suggerire nuove letture del capolavoro. I lavori, nel loro complesso, termineranno invece nel 2025.
Inoltre nel 2024 si inaugurerà una nuova stagione di mostre volte a valorizzare l’arte marchigiana del Seicento, un’impresa particolarmente impegnativa che si prolungherà almeno fino al 2026.
Il programma del 2024: la mostra di Barocci
La mostra Federico Barocci. Urbino, 1535-1612 (a cura di Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari) che si inaugurerà il 23 giugno 2024 a coronamento delle proposte culturali della Galleria Nazionale delle Marche per l’anno di Pesaro Capitale della Cultura italiana 2024, non sarà infatti la conclusione della narrazione della grande stagione rinascimentale urbinate, bensì un ponte che introdurrà all’epoca successiva – l’età barocca – e ai suoi protagonisti.
Pittore, straordinario disegnatore e innovativo incisore, Federico Barocci segna per quasi un secolo la scena artistica italiana ed europea. Nonostante la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali frequentati da preziosi mecenati, egli riesce a imporsi con tenace fatica come il più ammirato, richiesto e pagato autore di dipinti sacri della seconda metà del ’500. Diretto interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere, Barocci partecipa in modo autonomo alle poetiche spirituali della Controriforma. La sua pittura mescola con cultura e sensibilità i riferimenti dell’alto Rinascimento con modelli più attuali, creando un binario parallelo rispetto al canone tradizionale della storia dell’arte. Erede del classicismo raffaellesco, ispiratore del naturalismo dei Carracci e attento interlocutore del colorismo di Tiziano e Correggio, nell’ultima fase della sua carriera l’artista intuisce i successivi sviluppi del caravaggismo, creando pale d’altare in chiaroscuro le cui figure monumentali anticipano il linguaggio barocco. La grande esposizione sul pittore urbinate, che grazie ad un’accorta politica di relazioni culturali raccoglierà ben 80 opere provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, si chiuderà l’8 ottobre 2024 per lasciare spazio a nuovi progetti.
Il “progetto” Cantarini del 2025
Non appena terminata la fase progettuale e aperta quella esecutiva della mostra su Federico Barocci, il Direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Luigi Gallo, ha iniziato a lavorare a un’altra esposizione su un grande protagonista dell’arte marchigiana: Simone Cantarini. A questi, che nasce proprio nell’anno della morte del grande Federico Barocci, sarà dedicata un’importante mostra nel 2025, volta a promuovere questa grande figura artistica del Seicento marchigiano, assai prolifico ancorché morto prematuramente. Al Pesarese, come viene talvolta chiamato il Cantarini, dovrebbe seguire una mostra sul raffinato pittore forsempronese Francesco Guerrieri con un capitolo dedicato alla figlia, la poco nota pittrice Camilla.
Un pensiero ai Della Rovere per il 2026
Infine per il 2026 si sta riflettendo sulla realizzazione di un evento culturale ad ampio raggio territoriale incentrato sulla Dinastia Della Rovere, che nel Rinascimento si è distinta per la statura culturale della corte e l’alto livello delle sue committenze artistiche, così come per l’eccellenza manifatturiera, la produzione architettonica e gli interventi sul territorio. L’intenzione è quella di organizzare una mostra articolata in diverse sedi espositive, coadiuvata da vari eventi culturali, che coinvolga le città capitali del ducato – Pesaro e Urbino – e quelle delle altre residenze roveresche, in collaborazione con gli enti del territorio con alcuni dei quali, come il Comune di Pesaro e la Prefettura di Pesaro e Urbino, sono già stati stilati protocolli d’intesa e posti in essere rapporti di collaborazione.
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