Apertura dei mercati americani dopo le trimestrali di Nvidia: il settore tecnologico sorprende ma non abbastanza
- Il 97% delle aziende quotate statunitensi che ha già pubblicato i risultati trimestrali ha superato le aspettative sugli utili
- Tuttavia la reazione dei mercati è stata sottotono: +0,5% nei due giorni dopo la pubblicazione delle trimestrali contro il +1% di crescita media registrato nell’arco di cinque anni
- Per quanto riguarda il settore finanziario, le grandi banche hanno complessivamente mostrato una buona tenuta e anche la situazione delle banche regionali sembra nel complesso positiva, sebbene molte di loro abbiano registrato un notevole calo degli utili
- Per il settore tecnologico il quadro è più in chiaroscuro: dal punto di vista dei fondamentali, il 92% delle quotate ha superato le aspettative sugli utili, anche se la reazione del mercato è stata comunque negativa (-1,7% nei due giorni successivi alla pubblicazione dei risultati)
- Dopo aver sbaragliato le attese, Nvidia ha corretto un po’ la tendenza ma potrebbe non bastare
- Nel contesto attuale ci sono ancora potenziali rischi al ribasso, soprattutto a causa delle misure quantitative e delle restrizioni creditizie anche se le probabilità di un atterraggio morbido sono sicuramente più elevate rispetto a qualche mese fa
- Oggi i mercati stanno prezzando una crescita quintuplicata degli utili di Nvidia nei prossimi 12 mesi: gli utili dovranno non solo rimanere solidi, ma continuare a superare le aspettative per giustificare i livelli di prezzo attuali
A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm
Milano, 24 agosto 2023 – Il periodo in cui le aziende quotate statunitensi pubblicano i propri risultati trimestrali, la cosiddetta stagione degli utili (earning season), sta volgendo al termine: a oggi, 24 agosto, il 97% del campione ha ormai pubblicato, inclusa Nvidia ieri sera. Complessivamente il bilancio è positivo, con il 79% delle aziende che ha superato le aspettative: un dato sugli utili al di sopra della media degli ultimi 10 anni, che è stata del 73%. Per quanto riguarda i ricavi, il 63% delle aziende ha superato le attese, in linea con la media degli ultimi 10 anni. Complessivamente, secondo Refinitiv, gli utili hanno superato le stime dell’8%, ma si è verificato un calo dell’utile annuale del 3,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante tutto, la reazione dei mercati è stata modesta: il movimento dei prezzi delle aziende che hanno battuto le attese è stato solo del +0,5% in media nei due giorni dopo la pubblicazione delle trimestrali contro una media dell’1% registrata nell’arco di cinque anni.
Tecnologia e banche sotto i riflettori
In primo piano ci sono i risultati del settore finanziario e di quello tecnologico: il primo è un ottimo indicatore per valutare gli effetti dell’incremento dei tassi di interesse sul credito e analizzare il rischio di una crisi bancaria; il secondo è essenziale per valutare l’effettivo impatto economico della rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale nel breve e medio termine, che ha portato alla straordinaria performance del Nasdaq, con un aumento di circa il 30% dall’inizio dell’anno.
Per quanto riguarda il settore finanziario, le grandi banche hanno complessivamente mostrato una buona tenuta, sostenute dagli ottimi risultati degli istituti commerciali. In particolare, JP Morgan ha superato le stime anche grazie ai vantaggi dell’operazione First Republic, registrando un nuovo record di utili e un aumento del margine di interesse netto del 44% anno su anno. Anche la situazione delle banche regionali è nel complesso positiva, sebbene molte di loro abbiano registrato un notevole calo degli utili (ad esempio KeyCorp e Western Alliance). I depositi sono rimasti infatti generalmente stabili, soprattutto per le principali banche regionali, e sembra sia stata scongiurata l’eventualità di una nuova corsa agli sportelli, con i depositanti che sembrano nutrire nuovamente fiducia nelle istituzioni locali. La crisi seguita al fallimento di SVB pare ormai definitivamente risolta.
Per il settore tecnologico il quadro è, invece più in chiaroscuro. Il 92% delle aziende che ha pubblicato i risultati trimestrali a oggi ha battuto le attese sugli utili e sebbene fino a ieri la reazione alle trimestrali sia stata molto negativa (addirittura -1,7% nel caso di sorprese positive normalmente associate a reazioni di prezzo positive), Nvidia potrebbe aver salvato la situazione ancora una volta. Il grande protagonista della rivoluzione ha infatti sbaragliato le attese, con una crescita anno su anno degli utili del 429%, prevedendo vendite nel terzo trimestre per un valore di 16 miliardi e soprattutto segnalando ai mercati un forte ottimismo con l’annuncio di un programma di buyback da 25 miliardi. I risultati per il momento non sembrano aver cambiato troppo il sentiment di mercato, con Nvidia solo leggermente al rialzo nella prima mezz’ora di apertura (circa +3%), mentre il Nasdaq fatica, oscillando intorno allo zero per il momento.
Insomma, anche se l’ondata di entusiasmo generato dall’AI, sulla quale molti hanno espresso i propri dubbi nelle ultime settimane, sembra essere fondamentalmente giustificata, forse le valutazioni sono già troppo elevate (il rapporto prezzo/utili di Nvidia è a 244,9 contro una media dell’S&P del 20,7) perché il forte rally da inizio anno continui, soprattutto dato il contesto di mercato caratterizzato dalla paura che i banchieri centrali possano rafforzare ancora una volta i toni restrittivi.
Come leggere i risultati
Di conseguenza, nonostante i risultati presentati finora siano positivi, le valutazioni delle aziende, dopo un inizio anno da record, sono elevate e quindi gli utili dovranno non solo rimanere solidi, ma continuare a superare le aspettative per giustificare i livelli di prezzo attuali. Oggi i mercati stanno infatti prezzando una crescita quintuplicata degli utili di Nvidia nei prossimi 12 mesi. Inoltre, dall’inizio dell’anno l’economia statunitense ha costantemente battuto le previsioni, con un’inflazione che è scesa più del previsto e le aziende che stanno navigando in ottime acque. Questa tendenza potrebbe proseguire e le probabilità di un atterraggio morbido (soft landing) sono sicuramente più elevate rispetto a qualche mese fa. Tuttavia riteniamo che nel contesto attuale ci siano ancora potenziali rischi al ribasso, soprattutto a causa delle misure quantitative e delle restrizioni creditizie e, pertanto, manteniamo un posizionamento leggermente conservativo.
Nelle ultime due settimane l’indice S&P ha registrato un ritracciamento significativo, principalmente a causa del fatto che i mercati fanno nuovamente affidamento sui segnali della Federal Reserve (con i tassi in aumento). Tuttavia, riteniamo di essere vicini al picco nei tassi di interesse, anche per quanto riguarda le scadenze più lunghe. Guardando avanti, se Powell non dovesse inasprire troppo i toni durante l’annuale conferenza di Jackson Hole, i mercati potrebbero però riprendere a crescere, soprattutto dopo i dati di Nvidia.