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inviamo di seguito e in allegato il commento “L’India sta facendo la storia” a cura di Prashant Kothari, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management (+ foto).
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Carla Parisi
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L’India sta facendo la storia
A cura di Prashant Kothari, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management
28.09.2023
- I fondamentali delle aziende indiane sono promettenti e l’economia del Paese è tra quelle a più rapida crescita e diversificate al mondo. Il lancio delle reti 5G in India dovrebbe accelerare ulteriormente il ritmo della crescita dell’economia digitale, che si prevede arriverà a toccare i 1.000 miliardi di dollari entro il 2030
- L’India ha migliorato la sua posizione all’interno del Global Competitiveness Index, scalando al 40° nel 2023, grazie anche al miglioramento dello score medio di corporate governance di molte sue aziende dell’S&P Bombay Stock Exchange
- Nel 2023 il mercato azionario indiano ha ricevuto considerevoli flussi in entrata dall’estero, attirando ad oggi un importo netto pari a 16 miliardi di dollari (più della metà dei flussi netti totali in entrata nel mercato azionario globale).
Alla fine del 2022 l’India ha superato il Regno Unito, diventando la quinta economia al mondo e, solo poche settimane fa, ha fatto atterrare un veicolo spaziale sul polo sud della luna, raggiungendo un traguardo senza precedenti. A settembre 2023, con il G20 a Nuova Delhi, l’India è diventata il primo Paese dell’emisfero meridionale a ospitare il summit delle principali economie mondiali. Questi risultati, già epocali se considerati singolarmente, presi insieme costituiscono un formidabile promemoria dell’influenza che l’India è oggi in grado di esercitare sulla scena economica e geopolitica mondiale. Uno scenario, insomma, a cui gli investitori dovrebbero prestare sempre maggiore attenzione.
Nell’ultimo mese la valutazione del mercato azionario del Paese ha toccato il suo massimo storico (3.800 miliardi di dollari), e da qualche tempo la performance delle azioni indiane supera quella delle sue controparti dei mercati emergenti. In più, tutto sembra indicare che il distacco possa ampliarsi ulteriormente negli anni a venire: questo suggerisce che i titoli indiani dovrebbero costituire una quota più consistente dei portafogli azionari globali.
Crescita aggregata
I fondamentali delle aziende indiane sono promettenti e l’economia del Paese non è solo una di quelle a più rapida crescita al mondo, ma anche una tra le più diversificate. Questa diversità è il suo punto di forza e costituisce uno dei motivi per cui la crescita del PIL reale in India è stata molto meno volatile rispetto agli altri mercati emergenti (Fig.1).
Fig. 1 Diversificata e stabile
La crescita del PIL indiano è meno concentrata e meno volatile rispetto agli altri mercati emergenti
* L’indice varia da 0 a 1; un’economia è tanto più concentrata quanto più questo valore si avvicina a 1.
Fonte: Pictet Asset Management, CEIC, Refinitiv, UNCTAD. Escluso il periodo COVID (T1 2020/Q2 2021)
La sua diversificazione, poi, è il riflesso dell’ampiezza del comparto manifatturiero, della crescita del mercato dei beni di consumo e dell’intensificarsi della concorrenza. Inoltre, tutto questo aiuta le aziende indiane a generare profitti più elevati rispetto al resto delle società del mondo emergente (Fig. 2).
Fig. 2 Una posizione di vantaggio
Rendimento azionario (ROE) a 12 mesi (%)
Fonte: Refinitiv, dati relativi al periodo dal 01/01/2010 al 01/09/2023
Gli investimenti indiani nel settore della tecnologia e nella digitalizzazione della sua economia dovrebbero dare un’ulteriore spinta al rendimento azionario delle aziende. Dai sistemi di identificazione digitale o di trasferimento istantaneo di denaro alle verifiche online dei clienti, la rapida digitalizzazione dell’India consente ai consumatori di pagare senza contanti, alle aziende di effettuare transazioni senza carta e ai cittadini di accedere ai servizi pubblici online, sia in aree urbane che rurali. In particolare, uno dei progetti governativi di maggior rilievo nel Paese è India Stack, che punta a migliorare l’infrastruttura e l’accesso online.
Tutto ciò contribuisce a rafforzare l’inclusione finanziaria in tutto il Paese, migliorare la produttività, ridurre la corruzione e, particolarmente importante per gli investitori, rende più facile alle piccole imprese l’accesso al credito necessario alla loro espansione. Queste aziende, note anche come MSME (micro, piccole e medie imprese), costituiscono infatti un’ampia fetta dell’economia indiana: a loro, infatti, va attribuito il 30% del PIL indiano e oltre il 40% delle sue esportazioni; eppure, oltre il 90% di queste realtà non ha accesso al credito ufficiale. Le stime attuali attribuiscono all’economia digitale del Paese un 22% del prodotto complessivo. Il lancio delle reti 5G dovrebbe accelerare il ritmo della crescita dell’economia digitale indiana, che si prevede aumenterà di sei volte nei prossimi anni, sino a toccare i 1.000 miliardi di dollari entro il 2030. Attualmente l’India presenta uno dei volumi più elevati di pagamenti digitali in tempo reale tra aziende su scala globale (ovvero il 46% dei pagamenti in tempo reale mondiali nel 2022). Con l’espansione delle varie piattaforme online in aree come credito, commercio e salute prevediamo che l’India continuerà a essere all’avanguardia nel mondo digitale anche in futuro.
Più disciplinate, più competitive
Le aziende indiane, inoltre, sono sempre più disciplinate, sia dal punto di vista operativo che finanziario. Sulla scia della digitalizzazione, un numero crescente di aziende precedentemente off-line e frammentate ha aperto solide piattaforme web nei più diversi settori: viaggi, alimentare, sanità, manifatturiero. Allo stesso tempo, le aziende indiane stanno diventando efficienti e competitive a livello internazionale. L’India ha già migliorato la sua posizione all’interno del Global Competitiveness Index, scalando al 40° posto dopo aver occupato il 43° posto nel periodo 2019-2021 e guadagnando contemporaneamente quote del mercato globale dell’informatica (Fig. 3).
Fig. 3 Moltiplicatore di tecnologia
L’India ha accresciuto le esportazioni IT e guadagnato quote di mercato
Fonte: stime di Gartner, Nasscom, Morgan Stanley
Le autorità di regolamentazione, inoltre, hanno introdotto riforme a favore degli investitori al fine di migliorare la responsabilità e la trasparenza societarie e tutelare gli interessi degli azionisti di minoranza. A riguardo, un’indagine indipendente ha mostrato come, nel 2021, 100 società della S&P Bombay Stock Exchange (che rappresenta oltre due terzi della capitalizzazione totale di mercato) hanno migliorato il loro score medio di corporate governance passando a 62 (da 58 nel 2019). Il costante miglioramento della corporate governance dovrebbe incrementare il potenziale di investimento in India. Gli studi dimostrano che una migliore corporate governance contribuisce a ridurre i rischi e a migliorare la performance finanziaria.
Politiche a favore delle imprese
Gli sforzi di ottimizzazione delle aziende, volti a conseguire rendimenti azionari più elevati, sono sostenuti da un governo più vicino alle imprese: dalle infrastrutture, passando per la produzione, sino ad arrivare alla fiscalità e al settore bancario, il primo ministro Narendra Modi ha dato il via a una serie di riforme, spesso radicali, nel tentativo di modernizzare l’economia. Non tutto ha funzionato in modo efficace. Si prenda, ad esempio, l’iniziativa di demonetizzazione del 2016: il governo diede ai suoi cittadini solo quattro ore di tempo per togliere dalla circolazione banconote di alto valore, gettando così il Paese nel caos. Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo assistito a miglioramenti del clima politico. Le recenti riforme e gli interventi normativi orientati al mercato hanno contribuito a migliorare la trasparenza e la credibilità della politica monetaria e fiscale, favorendo l’economia nel suo complesso e rendendola più resiliente agli shock esterni. Allo stesso tempo, i policymaker stanno semplificando l’accesso al mercato nazionale da parte degli investitori esteri. Ad esempio, il governo indiano ha di recente introdotto leggi che consentono loro di detenere quote di maggioranza in aziende dei settori delle assicurazioni e della difesa, oltre ad aver messo fine alla tassazione retroattiva degli investimenti transfrontalieri.
Prevediamo che nel medio termine le politiche restino favorevoli alle aziende e agli investitori, soprattutto perché Modi non desidera turbamenti politici prima delle elezioni generali del 2024. Inoltre, ci aspettiamo che il governo indiano attui politiche che lo aiutino a capitalizzare la sua posizione di Paese “non allineato” all’interno dei conflitti geopolitici odierni. Questo dovrebbe aiutare l’India a portare avanti i suoi interessi commerciali ed economici, soprattutto in settori di importanza strategica come l’energia, la difesa, la tecnologia e il farmaceutico. Nel 2023 il mercato azionario indiano ha ricevuto considerevoli flussi in entrata dall’estero, avendo attirato ad oggi un importo netto pari a 16 miliardi di dollari (più della metà dei flussi netti totali in entrata nel mercato azionario globale). Nonostante ciò, gli investimenti internazionali nel Paese sono ancora scarsi. Negli ultimi due anni, infatti, la posizione netta degli investitori stranieri è sempre rimasta inferiore alla ponderazione dell’indice di riferimento MSCI Emerging Market. Ma la situazione potrebbe presto cambiare: la tesi a favore di un’allocazione consistente in titoli indiani all’interno di un portafoglio azionario globale è oggi più forte che mai. Il mondo delle aziende indiane offrirà un ampio terreno di caccia agli investitori internazionali desiderosi di diversificare le proprie partecipazioni.
Le informazioni, opinioni e stime contenute nel presente documento riflettono un’opinione espressa alla data originale di pubblicazione e sono soggette a rischi e incertezze che potrebbero far sì che i risultati reali differiscano in maniera sostanziale da quelli qui presentati.
Il Gruppo Pictet
Fondato a Ginevra nel 1805, il Gruppo Pictet è uno dei principali gestori patrimoniali e del risparmio indipendenti in Europa. Con un patrimonio gestito e amministrato che ammonta a circa 653 miliardi di euro al 30 giugno 2023, il Gruppo è controllato e gestito da otto soci e mantiene gli stessi principi di titolarità e successione in essere fin dalla fondazione. Il Gruppo Pictet, con oltre 5.300 dipendenti, ha il suo quartier generale a Ginevra e altre sedi nei seguenti centri finanziari: Amsterdam, Barcellona, Basilea, Bruxelles, Dubai, Francoforte, Hong Kong, Londra, Losanna, Lussemburgo, Madrid, Milano, Montreal, Monaco di Baviera, Nassau, New York, Osaka, Parigi, Principato di Monaco, Roma, Shanghai, Singapore, Stoccarda, Taipei, Tel Aviv, Tokyo, Torino, Verona e Zurigo. Pictet Asset Management (“Pictet AM”) comprende tutte le controllate e le divisioni del Gruppo Pictet che svolgono attività di asset management e gestione fondi istituzionali. Fra i principali clienti si annoverano alcuni dei maggiori fondi pensione, fondi sovrani e istituti finanziari a livello mondiale.
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