da Pictet WM – Shock petrolifero e impatti sull’economia

Buon pomeriggio,

 

Inviamo di seguito e in allegato la flash note “Shock petrolifero e impatti sull’economia”, a cura di Xiao Cui, Senior Economist, Jean-Pierre Durante, Head of Applied Research, e Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management.

 

Restiamo a disposizione.

Un saluto

 

Carla Parisi,

+39 3395796751

 

 

Shock petrolifero e impatti sull’economia

 

  • Quasi tutte le recessioni del secondo dopoguerra negli Stati Uniti sono state precedute o accompagnate da un forte aumento del prezzo del petrolio (e da una stretta monetaria). Prevediamo che il recente aumento dei prezzi del petrolio, se sostenuto, ridurrà la crescita del PIL e aumenterà l’inflazione complessiva. Tuttavia, l’impatto del rincaro del petrolio dovrebbe essere molto più contenuto rispetto agli anni ’70/’80, in quanto l’economia statunitense è meno dipendente dall’energia e le aspettative di inflazione rimangono notevolmente ancorate.
  • Negli Stati Uniti si stima che un aumento del 10% del prezzo del petrolio sottragga lo 0,15% alla crescita del PIL attraverso una riduzione dei consumi, compensata solo in minima parte da un aumento degli investimenti delle imprese. Nell’Eurozona, a seconda del modello utilizzato, l’impatto sul PIL reale è leggermente maggiore: 0,16-0,24% del PIL dopo tre anni, con alcune differenze tra i vari Paesi
  • L’inflazione complessiva degli Stati Uniti dovrebbe aumentare di 30-40 punti base nei prossimi sei mesi a fronte di un aumento sostenuto del 10% dei prezzi del petrolio. Tuttavia, non ci aspettiamo che l’aumento dei prezzi dell’energia aumenti materialmente l’inflazione core, facendo così deragliare la recente tendenza alla disinflazione. Nell’Eurozona si stima che un aumento del 10% dei prezzi del petrolio aumenti il livello dei prezzi dello 0,16% direttamente e di circa lo 0,20% indirettamente su un periodo di circa tre anni.
  • Data la lunga lista di rischi che già incombono sull’economia statunitense, l’impatto negativo sulla crescita di uno shock petrolifero dovrebbe rafforzare l’atteggiamento prudente della Federal Reserve nei confronti di un ulteriore inasprimento e ci aspettiamo che il FOMC si astenga da ulteriori rialzi dei tassi. Tuttavia, in presenza di un’inflazione superiore all’obiettivo, i rischi di un più forte passaggio all’inflazione di fondo e di un disancoraggio delle aspettative di inflazione suggeriscono che la Fed potrebbe continuare a mantenere i tassi elevati per un certo periodo di tempo.

 

 

English Version

Macro Update – Oil shock and the economy

 

  • Almost all post-WWII recessions in the US have been preceded by, or accompanied by, a sharp rise in oil prices (and monetary tightening). We expect the recent rise in oil prices, if sustained, will lower GDP growth and raise headline inflation. However, the impact of higher oil should be much more contained than in the 1970s/80s as the US economy is less energy dependent and inflation expectations remain remarkably well anchored.
  • In the US, a 10% rise in the oil price is typically estimated to subtract 0.15% from GDP growth via lower consumption, offset only slightly by higher corporate capex. In the euro area, depending on the model used, the impact on real GDP is slightly larger—0.16-0.24% of GDP after three years, with some differences across countries.
  • US headline inflation should rise by 30-40bps in the next six months given a sustained 10% increase in oil prices. However, we do not expect higher energy prices to raise core inflation materially and thus derail the recent disinflation trend. In the euro area, a 10% rise in oil prices is estimated to increase the price level by 0.16% directly and by around 0.20% indirectly over a period of up to three years.
  • Given the laundry list of risks already looming for the US economy, the negative growth impact of an oil shock should reinforce the Federal Reserve’s prudent stance towards further tightening and we expect the FOMC to refrain from more rate hikes. But given above-target inflation, risks of a stronger pass-through to core inflation and of un-anchoring inflation expectations suggest the Fed will continue to guide towards holding rates elevated for quite some time.

 

 

 

ARTICOLI RECENTI
Video