Agenzia nr. 1764 – Tempi attesa sanità, Azione: “A luglio più visite a pagamento e maggiore disallineamento. Illegalità si combatte con sospensione automatica”

 
ANNO XX
Numero 1764
10/10/2023
Pubblicato in Bari

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Tempi attesa sanità, Azione: “A luglio più visite a pagamento e maggiore disallineamento. Illegalità si combatte con sospensione automatica”

“Nella settimana indice di luglio (3-7 luglio 2023), aumentano rispetto al passato le prestazioni a pagamento in ALPI e si amplia il disallineamento tra attività istituzionale e a pagamento, calcolata a parità di personale impiegato, prestazioni richieste e ore lavorate. E nonostante la legge preveda in questi casi la sospensione dell’attività a pagamento per violazione di legge, nessuno fa niente e, anzi, si bocciano le leggi che prevedono meccanismi di automatismo per garantire il rispetto della legalità. Siamo, insomma, in una situazione in cui, ci si finge sordi e ciechi, affastellando parole a parole, senza prendere decisioni e anzi votando contro le proposte degli altri.  Supportati dai dati, elaborati per la Regione Puglia da InnovaPuglia, ripresenteremo una nuova proposta di legge profondamente riformatrice, chiedendo la sottoscrizione a tutti i colleghi a cui non piacciono le scuse o le parole vuote.”

o dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, i Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale sanità di Azione Alessandro Nestola.

“Nei prossimi gironi presenteremo il dettaglio azienda per azienda e anche i dati riferiti alle prestazioni chirurgiche.

Per ora si rifletta e ci s’inquieti sulle percentuali delle prestazioni a pagamento monitorate, ossia un saggio di prime visite ed esami diagnostici: visite neurologiche (21%), visite ortopediche (17%), visite ginecologiche (27%), visite urologiche (15%), visite gastroenterologiche (30%), visite oncologiche (14%), visite pneumologiche (14%), risonanza magnetica addome inferiore (16%), risonanza magnetica della colonna (42%), ecografia ostetrica (26%), ecografia ginecologica (39%), colonscopia (24%), polipectomia (25%), rettoscopia (40%), esofagogastroduodenoscopia (14%).

Si tratta, com’è evidente, di prestazioni su cui il CUP rappresenta uno sportello privo di risposte tempestive per l’attività istituzionale, in grado di obbligare i cittadini a scegliere le prestazioni a pagamento”./comunicato

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