CS – Cocaina: le vie della cura. Domani a Màt un’intera giornata di confronto per affrontare il problema

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Cocaina: le vie della cura. Domani a Màt un’intera giornata di confronto per affrontare il problema
La cocaina è sempre più presente nel mercato delle droghe e l’utilizzo è in aumento: domani nell’ambito di Màt, la Settimana della Salute Mentale, un seminario di un’intera giornata fa il punto su come sviluppare un sistema di cura che possa risultare efficace. Lente puntata anche sul Decreto Ministeriale 77, che si propone di rifondare l’assistenza territoriale. L’analisi del disagio giovanile e l’acuirsi delle disuguaglianze, anche generazionali, è al centro di un incontro a cura dell’Arci

I dati parlano chiaro: l’accesso ai servizi Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Modena e provincia – che trattano le dipendenze da sostanze legali e illegali, e dal gioco d’azzardo – è in aumento e la crescita è stata pari al 20% in più rispetto allo scorso anno. La cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia, con un flusso di sostanza proveniente in prevalenza via mare dai Paesi di produzione sudamericani: negli ultimi quattro anni i quantitativi intercettati nel nostro Paese sono passati da circa 3 tonnellate e mezzo (2018) a oltre 26 tonnellate di sostanza sequestrata, il 77% delle quali presso le aree doganali marittime. La spesa per il consumo stimata nel 2022 rappresenta poco meno di un terzo della spesa generale attribuita all’acquisto di sostanze stupefacenti e si aggira intorno ai 5 miliardi di euro. Tornano a crescere anche i consumi fra i giovanissimi (15-19enni): nel 2022 circa 44.000 studenti (ossia il 2% della popolazione studentesca) ne riferiscono l’utilizzo.
Domani a partire dalle 8.30 il seminario “Cocaina e le vie della cura” presso La Tenda a Modena approfondisce il problema: a fronte dell’intensificarsi delle richieste di cura in ambito sanitario e d’interventi psicosociali correlati alla dipendenza da cocaina, a oggi non sono ancora disponibili terapie di provata efficacia per il suo trattamento, che richiede interventi multidisciplinari e a geometria variabile sempre più flessibili e personalizzati. Il continuo confronto e l’integrazione dei livelli di cura rimane ad oggi la chiave per sviluppare un sistema curante a garanzia di standard di qualità soddisfacenti e orientati all’efficacia oltre che per promuovere un’educazione e una cultura sanitaria condivisa (a cura del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Psicologiche Ausl Modena).
 
Presso l’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia invece, dalle 9 ci si interroga su “Decreto Ministeriale 77: cosa c’è (finalmente) di nuovo per la salute mentale?” Il DM 77 con i fondi PNRR si propone di rifondare la assistenza territoriale accogliendo i concetti di medicina di prossimità, di popolazione e di sanità di iniziativa, insieme all’adozione di un approccio di comunità e di trasformazione digitale in una nuova visione di rete tra servizi sanitari, ospedalieri e territoriali sociali, associazioni, nell’ottica di prevedere interventi appropriati, sostenibili e personalizzati. Il seminario vuole esporre i paradigmi della nuova assistenza territoriale come la stratificazione della popolazione, la proattività degli interventi, l’inclusione dei determinanti sociali della salute e il community building, attraverso strutture e funzioni innovative (come la telemedicina). Anche questo incontro è a cura del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Psicologiche Ausl Modena.
 
Ci sono i giovani sotto la lente della Commissione Nazionale Disuguaglianze Arci Nazionale: domani l’incontro alle 15 presso l’Arci Modena parte dall’analisi del disagio giovanile all’indomani della pandemia e dell’acuirsi delle disuguaglianze, anche generazionali, e si concentra sugli elementi qualificanti dell’agire dell’associazionismo e del Terzo Settore nell’attivare processi di inclusione e coinvolgimento attivo dei giovani. Anche in questo caso si parte dai dati: il 66% dei giovani italiani denuncia di vivere una situazione di stress, il 37% afferma di vivere stati d’ansia e il 18% parla chiaramente di avvertire stati di depressione. Gli indicatori del benessere dei giovani, in Italia, sono ai livelli più bassi in Europa e nel 2022 quasi un ragazzo su due tra i 18 e i 34 anni ha almeno un segnale di deprivazione. Inoltre circa 1,7 milioni di giovani – quasi un quinto di chi ha tra i 15 e i 29 anni – non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione.
 
 
 
Ufficio stampa MediaMente
Silvia Gibellini 339.8850143
 


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