Città intelligenti: il sostegno UE è troppo frammentato

Città intelligenti: il sostegno UE è troppo frammentato

Comunicato stampa

Lussemburgo, 30 ottobre 2023

Città intelligenti: il sostegno UE è troppo frammentato

  • Il programma Lighthouse dell’UE ha portato soluzioni “smart” concrete a una serie di città europee.
  • Tali soluzioni rischiano il sottoutilizzo, in quanto potrebbero non essere replicabili in altre città
  • Il coordinamento con altre iniziative è debole e i finanziamenti futuri sono incerti

Secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea, il programma in materia di ricerca e innovazione “Lighthouse” (da 400 milioni di euro), che l’UE ha istituito per contribuire a rendere le città dell’UE più intelligenti, ha sostenuto gli sforzi profusi da molte di queste per risparmiare risorse, ridurre l’inquinamento e migliorare i servizi locali mediante l’uso della tecnologia. I progetti finanziati hanno in larga misura prodotto i risultati attesi e offerto soluzioni per città intelligenti in settori quali la qualità dell’aria, l’efficienza energetica e la mobilità elettrica. Altre città potrebbero però non beneficiare di queste soluzioni innovative a causa dello scarso allineamento del programma ad altre iniziative dell’UE, mentre i finanziamenti pubblici e privati sono insufficienti e frammentati. È necessario pertanto un miglior coordinamento affinché le 100 città attualmente sostenute possano raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.

Nel periodo 20142020 la Commissione europea ha gestito vari programmi a sostegno di progetti per città intelligenti. Uno di questi, il programma Lighthouse iscritto nel quadro della ricerca e innovazione di Orizzonte 2020, ha sostenuto 120 città di 24 Stati membri, tra cui Barcellona, Dresda, Rotterdam e Vienna. Il programma che gli è succeduto per il periodo 20212027 è, nel quadro del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa, la “Missione europea sulle città intelligenti e a impatto climatico zero”, che mira a realizzare 100 città climaticamente neutre entro il 2030 e a far sì che tutte le città dell’UE seguano l’esempio entro il 2050.

Per contribuire a rendere le città europee più intelligenti e verdi grazie alla tecnologia, l’UE dovrebbe sfruttare meglio la potenzialità di replicare i risultati già ottenuti”, ha dichiarato Ildikó Gáll-Pelcz, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “È positivo che si possano vedere soluzioni concrete prodotte dal programma Lighthouse, ma la frammentazione frena un’adozione più diffusa.”

Secondo gli auditor della Corte, il programma Lighthouse è stato ben concepito, ha risposto alle esigenze delle città ed è stato utile a dimostrare tecnologie pre-commerciali in diversi ambiti. I progetti finanziati hanno prodotto nelle località partecipanti diverse centinaia di soluzioni per città intelligenti, molte delle quali relative al settore dell’energia, quali edifici e illuminazione efficienti sotto il profilo energetico e reti elettriche intelligenti. Analizzando un campione di progetti completati, gli auditor hanno rilevato che erano stati raggiunti o superati circa i due terzi dei risultati attesi.

Il programma Lighthouse, tuttavia, non finanzia la replicazione di tali soluzioni in altre città, che è invece esattamente uno dei modi in cui il programma della Missione europea persegue l’obiettivo di neutralità climatica, ossia replicando soluzioni sviluppate in precedenti iniziative di ricerca e innovazione. La Missione potrebbe così contribuire al pieno sfruttamento o alla replicazione delle soluzioni progettuali di Lighthouse. Questo però non sta avvenendo perché i due programmi non sono ben coordinati e, quindi, neanche l’esperienza maturata è sfruttata a dovere. Gli auditor chiedono ora alla Commissione non solo di valutare la replicazione delle soluzioni progettuali di Lighthouse, ma anche di coordinare meglio i due programmi.

La mancanza di coinvolgimento dei cittadini o la loro effettiva opposizione possono causare il fallimento delle soluzioni per città intelligenti. Gli auditor sottolineano quanto risulti essenziale, ma spesso difficile, ottenere la partecipazione dei cittadini. È stato arduo coinvolgere il pubblico per molti progetti Lighthouse e tre quarti di questi si sarebbero scontrati con l’opposizione o il disinteresse dei cittadini nell’attuare le soluzioni previste. La Corte dei conti europea esorta la Commissione a far sì che i cittadini siano sufficientemente coinvolti nei futuri progetti dimostrativi urbani.

I finanziamenti dell’UE si sono dimostrati preziosi per le città, alle quali mancano però certezze in merito ai finanziamenti complessivi dell’UE effettivamente disponibili. Questo vale in particolare per le risorse che la Commissione metterà a disposizione delle città sostenute nel quadro del programma della Missione. Gli auditor si rivolgono all’esecutivo dell’UE perché valuti la capacità di finanziamento di tali città e sostenga quelle carenti di finanziamenti creando sinergie con le fonti di finanziamento nazionali e regionali e gli investimenti privati.

Informazioni sul contesto

Le città intelligenti (“smart cities”) possono apportare benefici ai cittadini e alle imprese riducendo la rispettiva impronta di carbonio e trasformando i processi e i servizi tradizionali mediante l’uso della tecnologia. Ad esempio, una città intelligente mira a rendere i servizi urbani più reattivi e gli spazi pubblici più sicuri, migliorando al contempo i trasporti, la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti, l’illuminazione stradale e il riscaldamento negli edifici. I progetti Lighthouse sono grandi iniziative di dimostrazione urbana che dovrebbero integrare in modo innovativo tecnologie pre-commerciali di diversi settori nella prospettiva di testare e replicare soluzioni e modelli imprenditoriali. Gli investimenti necessari affinché le città raggiungano la neutralità climatica supera di gran lunga i finanziamenti che l’UE può fornire. Secondo alcune stime, cento città europee con una popolazione media di 100 000 abitanti dovrebbero investire 96 miliardi di euro per diventare climaticamente neutre entro il 2030.

La relazione speciale 24/2023 intitolata “Città intelligenti – Soluzioni concrete, ma la frammentazione ne ostacola una più ampia adozione” è disponibile in 24 lingue dell’UE sul sito Internet della Corte.

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