30 novembre 2023 – Facebook (Meta) sta attualmente introducendo delle modifiche al suo servizio nell’UE che richiedono agli utenti di Facebook e Instagram di acconsentire al trattamento dei loro dati a fini pubblicitari da parte dell’azienda o di pagare per non ricevere pubblicità.
Si tratta di una scelta ingiusta per gli utenti, che viola il diritto dei consumatori dell’UE sotto diversi punti di vista e che deve essere fermata.
Di conseguenza, il BEUC, l’Organizzazione delle Associazioni Consumatori europee, e 18 dei suoi membri*, tra cui Adiconsum, hanno presentato oggi una denuncia alla rete di Autorità per la Tutela dei consumatori (CPC), sostenendo che Meta ha messo in atto pratiche commerciali sleali in diversi modi. Il BEUC sta anche valutando se Meta stia violando la legge sulla protezione dei dati (il GDPR).
Adiconsum condivide la denuncia del BEUC e aderisce all’iniziativa. Tanti sono i consumatori che ci stanno segnalando l’avviso che stanno ricevendo da Facebook che li costringe a decidere in tempi brevi se pagare o continuare a utilizzare “gratuitamente” il social, senza però informare correttamente che cosa comporti esattamente la scelta in un senso o nell’altro.
Ecco alcuni dei problemi identificati in base alla legge sulla protezione dei consumatori:
– Meta sta bloccando parzialmente l’uso di Facebook e Instagram fino a quando gli utenti non avranno scelto l’una o l’altra opzione, il che costituisce una pratica aggressiva ai sensi della legge europea sui consumatori. Attraverso l’insistenza e la creazione di un senso di urgenza, Meta spinge i consumatori a fare una scelta che potrebbero non voler prendere
– Inoltre, è probabile che molti consumatori pensino che, optando per l’abbonamento a pagamento così come viene presentato, ottengano un’opzione rispettosa della privacy che comporta meno tracciamento e profilazione. In realtà, è probabile che gli utenti continuino a subire la raccolta e l’utilizzo dei loro dati personali, ma per scopi diversi dalla pubblicità
– Meta fornisce ai consumatori informazioni fuorvianti e incomplete che non consentono loro di fare una scelta consapevole. Meta li inganna presentando la scelta tra un’opzione a pagamento e una “gratuita”, mentre quest’ultima non è “gratuita” perché i consumatori pagano Meta attraverso la fornitura dei loro dati, come già dichiarato da precedenti sentenze
– Dato il potere di mercato dei servizi Facebook e Instagram di Meta nell’UE e i fortissimi effetti di rete delle piattaforme di social media (considerato che tutti gli amici sono su Facebook e Instagram), i consumatori non hanno una vera scelta, perché se abbandonassero i servizi perderebbero tutti i contatti e le interazioni costruiti nel corso degli anni. Anche i costi di abbonamento molto elevati per i servizi “senza pubblicità” sono un deterrente per i consumatori, che non hanno quindi una vera scelta.