da Pictet WM – La scomparsa dei titani

Buongiorno,

 

inviamo di seguito il commento “La scomparsa dei titani”, a cura di César Pérez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management (+ foto).

Restiamo a disposizione.

Un caro saluto,

 

Lucrezia Pisani

+39 347 6732479

 

LA SCOMPARSA DEI TITANI

La scorsa settimana è stata ricca di notizie e di necrologi negli Stati Uniti. Tra questi la morte del centenario Henry Kissinger, del quasi centenario Charlie Munger – il braccio destro di Warren Buffet – e di Sandra Day O’Connor, la prima donna ad essere nominata giudice della Corte suprema.  Non vi sono stati però segni di lutto sui mercati azionari, che hanno chiuso il loro mese migliore da tre anni a questa parte con un ulteriore rialzo la scorsa settimana. Questa performance ha continuato a essere alimentata da un forte calo dell’indice core PCE (la metrica sull’inflazione preferita dalla Fed) e dalle indicazioni di un «falco» della Fed come Christopher Waller secondo cui i tassi verranno tagliati nei prossimi mesi se la disinflazione continuerà. La scorsa settimana vi sono stati segnali che l’inflazione sta scendendo rapidamente anche nell’eurozona. Come negli Stati Uniti, la discesa dell’inflazione e i commenti degli esponenti della BCE hanno portato i partecipanti dei mercati ad anticipare i tempi delle loro previsioni di tagli dei tassi il prossimo anno. La diminuzione dei tassi obbligazionari a lungo termine potrebbe avere ancora spazio per continuare, supportando la nostra posizione sovrappesata sugli US Treasury e sui titoli di Stato core dell’eurozona

 

Al calo dei tassi obbligazionari ha contribuito anche la flessione del prezzo del petrolio, risultando nel più rapido allentamento delle condizioni finanziarie in quattro decenni.  Quest’ultimo allentamento è però anche un motivo di prudenza, poiché va contro i tentativi delle banche centrali di mettere sotto controllo l’inflazione. Anche se sta rallentando, l’inflazione di fondo rimane al di sopra dell’obiettivo e potrebbe essere difficile farla scendere ulteriormente. Chi si aspetta tagli dei tassi in tempi ravvicinati dovrebbe anche verificare cosa vuole davvero, poiché generalmente ciò è foriero di un rallentamento dell’economia, se non di una recessione. Il nostro scenario base è che gli Stati Uniti entreranno in una moderata recessione nella prima metà del 2024. La crescita delle vendite al dettaglio ha subìto una brusca frenata a ottobre, mentre l’attività manifatturiera lo scorso mese si è contratta per il tredicesimo mese consecutivo. Il sondaggio «Beige Book» della Fed ha inoltre evidenziato una flessione dell’attività economica complessiva nelle ultime settimane. Nel contempo, i gestori di credito statunitensi hanno registrato il livello più alto di fallimenti dopo il Covid mentre gli aumenti dei tassi continuavano a filtrare nell’economia. In Europa, dove gli aumenti dei tassi hanno fatto sentire i loro effetti più rapidamente, la domanda di prestiti è diminuita, mentre alcuni grandi paesi europei sono esposti ad una economia cinese che fatica a decollare.

 

La scorsa settimana è stata intensa anche in termini di attività societaria. Uno dei maggiori gruppi immobiliari europei ha dichiarato fallimento, ma le notizie sono state più favorevoli negli Stati Uniti, con un gruppo della fast fashion che si appresta a lanciare una delle più grandi offerte pubbliche iniziali statunitensi dell’ultimo decennio. Le azioni di una delle maggiori case automobilistiche hanno espresso un forte rally dopo l’annuncio di una ingente operazione di riacquisto di azioni proprie. Questo è in linea con la nostra attenzione sulle imprese con sufficiente cashflow per i dividendi e i riacquisti di azioni, uno dei nostri principali temi d’investimento per il prossimo anno.

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