da Payden & Rygel – Chart of the week – Attenzione al divario tra inflazione core e indice PCE

Buongiorno,

 

di seguito e in allegato inviamo la Chart of the Week a cura dell’Economic Team di Payden & Rygel, che analizza il divario tra l’inflazione core e l’indice PCE, relativo alle spese personali dei consumatori statunitensi.

 

Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni.

Un caro saluto,

Giulia Franzoni

M. +39 334 3337 756

 

 

Se, da un lato, i mercati continuano ad essere mossi dall’entusiasmo per i tagli dei tassi, nel mese di dicembre la pressione sui prezzi negli Stati Uniti è rimasta costante, come hanno dimostrato i dati pubblicati la scorsa settimana, con l’inflazione core (esclusi generi alimentari ed energia) in aumento dello 0,3% su base mensile e del 3,9% su base annua. Il tasso medio mensile a 6 mesi del CPI core (utile per misurare le tendenze dei prezzi sottostanti) è pari a 0,27%, mentre l’indice PCE, relativo alle spese personali dei consumatori (l’indicatore preferito dalla Fed), nello stesso periodo ha registrato una media dello 0,15%: a cosa è dovuto questo divario? Una possibile spiegazione è data dal maggior peso degli immobili nel CPI (circa 35%) rispetto al PCE (circa 24%): i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 6,2% nell’ultimo anno, contribuendo ad un maggiore aumento del CPI core rispetto al PCE core. Tuttavia, non crediamo che la Fed e gli investitori debbano ignorare il CPI core e concentrarsi solo sul PCE core, poiché nel periodo pre-Covid l’andamento dei due indicatori era allineato. Inoltre, anche escludendo la componente abitativa, il CPI ha comunque messo a segno un aumento dello 0,32% su base mensile nell’arco di sei mesi. L’inflazione core potrà anche continuare a rallentare nel  2024, ma è bene tenere monitorato il divario con il PCE ed essere realistici.

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