Buongiorno,
di seguito inviamo un commento post meeting della Fed, a cura di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR.
Un caro saluto,
Diana Ferla
La chiave è una maggiore fiducia (che ancora manca)
A cura di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR
Durante l’ultimo meeting di politica monetaria, la Fed ha deciso all’unanimità di mantenere il target range dei Fed funds fermo, pari al 5.25% – 5.50%. Dopo il ciclo di rialzi pari complessivamente a 525 bp, la Fed sta tenendo i tassi fermi ormai dallo scorso agosto. L‘inflazione sta dando chiari segnali di rallentamento e si sta avvicinando al target del 2%, l’attenzione si è quindi spostata verso l’inizio del ciclo dei tagli.
La Fed ha formalmente dismesso la sua propensione a ulteriori rialzi, spostandosi verso una stance più neutrale. Nel comunicato stampa, infatti, è stato eliminato il riferimento al fatto che possano essere necessarie ulteriori misure di rafforzamento della politica monetaria restrittiva, ora si parla di “qualunque aggiustamento” al target dei Fed fund rate. C’è consenso nel FOMC sul fatto che sia appropriato tagliare i tassi di riferimento nel 2024, come evidente anche dalle proiezioni dei membri del Comitato sul livello dei tassi (i Dots) di dicembre. Tuttavia, i tagli potrebbero non iniziare presto, il FOMC ha bisogno di maggiore sicurezza (questo è stato ripetuto diverse volte durante la conferenza stampa da Powell) in merito al fatto che l’inflazione converga stabilmente verso il target del 2%. In altre parole, il FOMC vuole vedere altri buoni dati di inflazione, come quelli che abbiamo visto negli ultimi mesi, vuole ulteriori conferme. Nonostante prima del meeting di politica monetaria di marzo saranno disponibili diversi dati, tra cui un altro dato di PCE, le conferme ricercate probabilmente non arriveranno entro il prossimo meeting, secondo Powell.
La valutazione della situazione economica rimane in linea con quella delineata a dicembre: l’inflazione sta rallentando, nonostante rimanga più elevata del target, le attività economiche continuano ad espandersi a un ritmo sostenuto e il mercato del lavoro rimane forte, nonostante la creazione di posti di lavoro si stia moderando. Considerando il rallentamento della crescita dell’inflazione, con il tasso di disoccupazione ancora ai minimi, il FOMC ritiene più vicino il raggiungimento del target di inflazione e di massima occupazione, con i rischi a questo legati ora più equilibrati. Dal comunicato stampa è stato invece eliminato il riferimento alla solidità del sistema bancario, inserito per la prima volta circa un anno fa a seguito del periodo di stress tra alcune banche regionali.
Se i tagli dei tassi al meeting di marzo sono improbabili, durante la conferenza stampa, Powell ha invece dichiarato che al prossimo meeting si inizierà a discutere sull’evoluzione del programma di Quantative Tightening. Da giugno 2022 la Fed ha iniziato il QT, lasciando scadere 60 miliardi di dollari di Treasury e un massimo di 35 miliardi di dollari di mortgage-backed securities in media al mese. Già i verbali del meeting di dicembre avevano evidenziato che alcuni membri del FOMC hanno espresso la loro preferenza a iniziare a discutere anticipatamente riguardo i parametri che guideranno la riduzione, o la fine, del programma di QT. Guardando il bilancio della Fed è evidente che il livello di riserve sia rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi mesi, nonostante l’avanzamento del programma di QT. Questo è stato possibile grazie alla veloce riduzione della Reverse Repo Facility che, per il momento, sta garantendo liquidità nel sistema, ma non è scontato continui considerando il trend di veloce decrescita, in quanto i money market funds stanno riducendo i loro depositi presso la Fed e impiegandoli in Treasury. La fine, o la riduzione, del QT diminuirebbe la quantità di titoli di Stato che dovrà essere assorbita dal mercato, anche nel 2024 infatti, secondo le stime, l’offerta netta sul mercato da parte del Tesoro sarà ingente e pari a circa 1.900 miliardi di dollari.
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Commento post Fed – AcomeA SGR
Buongiorno,
di seguito inviamo un commento post meeting della Fed, a cura di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR.
Un caro saluto,
Diana Ferla
La chiave è una maggiore fiducia (che ancora manca)
A cura di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR
Durante l’ultimo meeting di politica monetaria, la Fed ha deciso all’unanimità di mantenere il target range dei Fed funds fermo, pari al 5.25% – 5.50%. Dopo il ciclo di rialzi pari complessivamente a 525 bp, la Fed sta tenendo i tassi fermi ormai dallo scorso agosto. L‘inflazione sta dando chiari segnali di rallentamento e si sta avvicinando al target del 2%, l’attenzione si è quindi spostata verso l’inizio del ciclo dei tagli.
La Fed ha formalmente dismesso la sua propensione a ulteriori rialzi, spostandosi verso una stance più neutrale. Nel comunicato stampa, infatti, è stato eliminato il riferimento al fatto che possano essere necessarie ulteriori misure di rafforzamento della politica monetaria restrittiva, ora si parla di “qualunque aggiustamento” al target dei Fed fund rate. C’è consenso nel FOMC sul fatto che sia appropriato tagliare i tassi di riferimento nel 2024, come evidente anche dalle proiezioni dei membri del Comitato sul livello dei tassi (i Dots) di dicembre. Tuttavia, i tagli potrebbero non iniziare presto, il FOMC ha bisogno di maggiore sicurezza (questo è stato ripetuto diverse volte durante la conferenza stampa da Powell) in merito al fatto che l’inflazione converga stabilmente verso il target del 2%. In altre parole, il FOMC vuole vedere altri buoni dati di inflazione, come quelli che abbiamo visto negli ultimi mesi, vuole ulteriori conferme. Nonostante prima del meeting di politica monetaria di marzo saranno disponibili diversi dati, tra cui un altro dato di PCE, le conferme ricercate probabilmente non arriveranno entro il prossimo meeting, secondo Powell.
La valutazione della situazione economica rimane in linea con quella delineata a dicembre: l’inflazione sta rallentando, nonostante rimanga più elevata del target, le attività economiche continuano ad espandersi a un ritmo sostenuto e il mercato del lavoro rimane forte, nonostante la creazione di posti di lavoro si stia moderando. Considerando il rallentamento della crescita dell’inflazione, con il tasso di disoccupazione ancora ai minimi, il FOMC ritiene più vicino il raggiungimento del target di inflazione e di massima occupazione, con i rischi a questo legati ora più equilibrati. Dal comunicato stampa è stato invece eliminato il riferimento alla solidità del sistema bancario, inserito per la prima volta circa un anno fa a seguito del periodo di stress tra alcune banche regionali.
Se i tagli dei tassi al meeting di marzo sono improbabili, durante la conferenza stampa, Powell ha invece dichiarato che al prossimo meeting si inizierà a discutere sull’evoluzione del programma di Quantative Tightening. Da giugno 2022 la Fed ha iniziato il QT, lasciando scadere 60 miliardi di dollari di Treasury e un massimo di 35 miliardi di dollari di mortgage-backed securities in media al mese. Già i verbali del meeting di dicembre avevano evidenziato che alcuni membri del FOMC hanno espresso la loro preferenza a iniziare a discutere anticipatamente riguardo i parametri che guideranno la riduzione, o la fine, del programma di QT. Guardando il bilancio della Fed è evidente che il livello di riserve sia rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi mesi, nonostante l’avanzamento del programma di QT. Questo è stato possibile grazie alla veloce riduzione della Reverse Repo Facility che, per il momento, sta garantendo liquidità nel sistema, ma non è scontato continui considerando il trend di veloce decrescita, in quanto i money market funds stanno riducendo i loro depositi presso la Fed e impiegandoli in Treasury. La fine, o la riduzione, del QT diminuirebbe la quantità di titoli di Stato che dovrà essere assorbita dal mercato, anche nel 2024 infatti, secondo le stime, l’offerta netta sul mercato da parte del Tesoro sarà ingente e pari a circa 1.900 miliardi di dollari.
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