Buongiorno,
invio di seguito e in allegato un commento sulle opportunità offerte dalla gestione attiva per sfruttare le inefficienze del mercato delle obbligazioni high yield (ad alto rendimento). Il commento è a cura di Kevin Loome, Portfolio Manager, U.S. High Yield Strategy, e Ashley Wiersma, Portfolio Specialist, T. Rowe Price
Buon lavoro
massimo
T. Rowe Price: Obbligazioni high yield, sfruttare le inefficienze del mercato con la gestione attiva
A cura di Kevin Loome, Portfolio Manager, U.S. High Yield Strategy, e Ashley Wiersma, Portfolio Specialist, T. Rowe Price
Esistono molte valide ragioni per sostenere la gestione attiva delle obbligazioni ad alto rendimento. A nostro avviso, l’approccio attivo offre diversi e importanti vantaggi. Tra i tanti, l’analisi fondamentale e la selezione dei titoli nell’intero universo high yield, nonché la capacità di riposizionare strategicamente un portafoglio per trarre vantaggio dalle tendenze macro o per sfruttare le opportunità di prezzo. L’investimento passivo in titoli high yield, invece, può presentare degli svantaggi: rispetto alle azioni, i mercati obbligazionari presentano complessità intrinseche che rendono difficile e costoso replicare la composizione di un indice o i suoi rendimenti.
Indici difficili da replicare
A differenza delle azioni, gli emittenti obbligazionari hanno in genere più emissioni sul mercato. Mentre l’Indice S&P 500 ha circa 500 componenti, l’Indice ICE BofA U.S. High Yield Constrained è composto da 1.872 emissioni di circa 886 emittenti. Di conseguenza, le decisioni in materia d’investimento non si riducono solo a quali società possedere, ma anche a quali temi specifici. Le negoziazioni di titoli a reddito fisso high yield continuano a essere condotte in larga misura fuori Borsa piuttosto che in Borsa come le azioni. Di conseguenza, i costi di negoziazione sono relativamente elevati e rendono costosa la costruzione e la gestione di un portafoglio passivo contenente centinaia di emissioni. Questo aspetto è particolarmente impegnativo per gli ETF, poiché molti investitori tendono a utilizzare tali strumenti per posizionamenti tattici a breve termine, che comportano frequenti operazioni di entrata e uscita dal mercato e probabilmente a costi più elevati.
Ampio universo investibile
Gli indici di riferimento obbligazionari hanno registrato un turnover significativamente più elevato rispetto alla maggior parte degli indici azionari. Le nuove emissioni, le scadenze obbligazionarie, le azioni societarie, come le offerte d’asta e gli upgrade e i downgrade del rating creditizio, sono tutti fattori che hanno fatto sì che la composizione dell’ICE BofA U.S. High Yield Constrained Index cambi continuamente, determinando un turnover dell’indice più elevato rispetto alle azioni. La maggior parte degli ETF passivi di grandi dimensioni impone requisiti dimensionali minimi, come un importo nominale minimo in circolazione di almeno un miliardo di dollari USA a livello di emittente o un valore nominale in circolazione di 400 milioni di dollari USA a livello di emissione. Queste restrizioni possono ridurre notevolmente l’universo investibile e possono far sì che le partecipazioni degli ETF passivi si concentrino sulle obbligazioni più grandi e più liquide dell’indice. Di conseguenza, il tracking error delle strategie high yield a gestione passiva tende a essere elevato rispetto a quello delle azioni ed è stato difficile per le strategie passive sovraperformare su periodi di tempo più lunghi.
Opportunismo sui prezzi
I gestori attivi non sono limitati dai requisiti dimensionali minimi per le emissioni come molti ETF passivi. Possono investire nell’intero universo dei titoli high yield, cercando di sfruttare le opportunità offerte dagli emittenti a grande, media e piccola capitalizzazione, sia pubblici sia privati, per cui le inefficienze del mercato tendono ad abbondare a causa della limitata copertura della ricerca o della mancanza di un’ampia partecipazione al mercato. Inoltre, i gestori attivi possono aggiungere opportunisticamente esposizioni al di fuori del benchmark, come prestiti bancari o titoli privilegiati. Di contro, le strategie passive possono essere costrette a detenere parti del mercato meno interessanti a livelli ingiustificabili.
I gestori attivi, invece, possono assumere un atteggiamento più opportunistico riguardo al prezzo a cui acquistano o vendono un titolo, se appurano che esista un punto d’ingresso molto interessante o un’opportunità di rendimento totale per il proprio portafoglio. Gli investitori passivi tendono a essere “price taker”, acquistando automaticamente obbligazioni all’emissione, o effettuando transazioni quando un titolo entra o esce dall’indice. Ciò può anche comportare la compravendita di titoli in momenti inopportuni.
Gestione dei rischi
La liquidità sul mercato delle obbligazioni high yield può costituire una sfida, in quanto le singole obbligazioni tendono a essere scambiate molto meno delle tipiche azioni e alcune possono anche non essere negoziate se detenute fino alla scadenza. Di conseguenza, spesso emissioni obbligazionarie specifiche non sono disponibili nelle quantità desiderate e i costi di negoziazione possono essere decisamente elevati. Inoltre, gli emittenti tendono a vendere quantità limitate di nuove emissioni, per cui la domanda di operazioni a prezzi interessanti può essere consistente.
Considerati i rischi asimmetrici associati alle insolvenze sul mercato high yield, è importante notare che un approccio attivo consente una gestione dei rischi più attenta. Le strategie passive ponderano le partecipazioni in base al valore di mercato delle obbligazioni in circolazione di un emittente. Pertanto, le società con gli indebitamenti più consistenti, che spesso hanno maggiori probabilità di insolvenza, sono quelle a cui, in genere, vengono destinate le ponderazioni maggiori nelle strategie passive. Con un approccio attivo, si è in grado di valutare l’intero bilancio aziendale, comprese le fonti di reddito e i flussi di cassa attuali e futuri, per determinare quali aziende siano meglio posizionate per far fronte ai loro obblighi di debito attuali e futuri. Ci sono momenti e luoghi, tuttavia, per cui può essere auspicabile l’utilizzo di un ETF passivo nel comparto high yield. Occasionalmente l’utilizzo di ETF passivi in ambito high yield può aiutare a ottenere un’ampia esposizione al mercato su base temporanea e a breve termine per finalità di liquidità.
(Commento in allegato)
Corso Monforte, 13 | 20122 Milano | Italy
D +39.02.45395500 M +39 349 3802315
Le informazioni contenute in questa e-mail sono destinate alla persona alla quale sono state inviate. Nel rispetto della legge, dei regolamenti e delle normative vigenti, questa e-mail non deve essere resa pubblica poiché potrebbe contenere informazioni di natura strettamente confidenziale. Qualsiasi persona che al di fuori del destinatario dovesse riceverla o dovesse entrarne in possesso non è autorizzata a leggerla, diffonderla, inoltrarla o duplicarla. Se chi legge non è il destinatario del messaggio è pregato di avvisare immediatamente il mittente e successivamente di eliminarlo. Verini & Associati Sas declina ogni responsabilità per l’incompleta e l’errata trasmissione di questa e-mail o per un ritardo nella ricezione della stessa.
The information contained in this e-mail communication is solely intended for the person/legal person to whom it has been sent, and as it may contain information of a personal or confidential nature, it may not be made public by virtue of law, regulations or agreement. If someone other than the intended recipient should receive or come into possession of this e-mail communication, he/she will not be entitled to read, disseminate, disclose or duplicate it. If you are not the intended recipient, you are requested to inform the sender of this e-mail message of this immediately, and to destroy the original e-mail communication. Verini & Associati Sas does not accept any liability for incorrect and incomplete transmission or delayed receipt of this e-mail.