da Moneyfarm – Se aumenta la divergenza tra equity e bond – Richard Flax

Se aumenta la divergenza tra equity e bond

  • Osservando l’andamento dei mercati nei primi due mesi dell’anno, si nota una divergenza tra bond ed equity: dall’inizio dell’anno le obbligazioni hanno subito una battuta d’arresto, mentre le azioni hanno registrato un’impennata  
  • Parte del motivo di questa divergenza risiede nella performance dei titoli tecnologici statunitensi, un settore che ha catalizzato l’ottimismo degli investitori, trainando la performance del mercato azionario Usa
  • Sul fronte del reddito fisso, il 2024 è iniziato all’insegna di un’inflazione più elevata del previsto, anche se in calo, e di dichiarazioni attendiste delle Banche Centrali, che hanno contribuito a smorzare le prospettive di un imminente taglio dei tassi
  • L’attuale divergenza tra azioni e obbligazioni potrebbe essere dovuta alla convinzione da parte degli investitori azionari che l’attività economica continuerà a resistere e che le aziende potranno ottenere utili sani anche in presenza di tassi d’interesse più elevati

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm*

Milano, 29 febbraio 2024 – Osservando l’andamento dei mercati nei primi due mesi dell’anno, si nota una divergenza tra i rendimenti di azionario e obbligazionario. Il grafico seguente mostra il rendimento a 12 mesi di un ETF azionario globale e di un ETF obbligazionario globale: mentre nel quarto trimestre del 2023 entrambi gli ETF registravano un trend rialzista, dall’inizio del nuovo anno le obbligazioni hanno subito una battuta d’arresto, mentre le azioni hanno registrato un’impennata.  

 

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Parte del motivo di questa divergenza risiede nella performance dei titoli tecnologici statunitensi, un settore che ha catalizzato l’ottimismo degli investitori, trainando la performance del mercato azionario Usa in questo inizio di 2024. Se si confronta la performance delle azioni statunitensi con quella delle azioni britanniche negli ultimi dodici mesi, ad esempio, si nota come, a partire dallo scorso maggio, le prime, a differenza delle seconde, abbiano registrato una sovraperformance costante. 

 

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Sul fronte del reddito fisso, verso la fine del 2023 l’ottimismo sulla rapidità del taglio dei tassi d’interesse da parte delle Banche Centrali ha determinato una flessione dei rendimenti dei bond a più lunga scadenza. Tuttavia, il 2024 è iniziato all’insegna di un’inflazione più elevata del previsto, anche se in calo, e di dichiarazioni attendiste delle Banche Centrali, che hanno contribuito a smorzare le prospettive di un imminente taglio dei tassi. Riteniamo che i policymaker preferiranno mantenere i tassi a livelli elevati più a lungo, correndo il rischio di rallentare la crescita, piuttosto che procedere prematuramente a un taglio e rischiare una nuova fiammata inflattiva. Una tesi valida soprattutto per gli Stati Uniti, dove la crescita economica ha retto sorprendentemente bene a fronte dell’aumento dei tassi (si veda il grafico sotto). 

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Solitamente, la regola empirica vuole che equity e bond si muovano in direzioni opposte, con conseguenze positive per i portafogli multi-asset, in termini di diversificazione. Tuttavia, vi sono casi, come ad esempio nel 2022 e 2023, in cui azioni e bond si sono mossi nella stessa direzione, rendendo difficile diversificare i portafogli.   

Oggi, la divergenza tra azioni e obbligazioni potrebbe essere spiegata in diversi modi. Una possibile spiegazione è che gli investitori azionari siano convinti che l’attività economica continuerà a mostrarsi resiliente e che le aziende possano ottenere utili sani anche in presenza di tassi d’interesse più elevati. A conferma di quest’ipotesi, il grafico seguente mostra come finora i margini aziendali abbiano retto piuttosto bene. In tal caso, per le azioni, la rapidità con cui i tassi d’interesse caleranno – al centro dell’attenzione degli analisti da mesi – potrebbe rivestire minore importanza nei trimestri a venire.

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