COMUNICATO STAMPA DELL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI DEL 1-03-24
Unc: Molfetta, muore al Pronto Soccorso, risarciti parenti
Tribunale di Trani condanna Asl di Bari a risarcire con 160 mila euro i parenti di un uomo deceduto al Pronto Soccorso dopo 4 ore dal suo arrivo
Il Tribunale di Trani condanna la ASL di Bari a risarcire per circa 160 mila euro i parenti di un uomo di 58 anni morto presso l’Ospedale “Don Tonino Bello” di Molfetta (BA) dove si era recato per un malore causato da una reazione allergica.
I fatti risalgono al 15 marzo del 2021, quando il paziente, residente a Molfetta, pur essendo giunto al Pronto Soccorso vigile, cosciente e orientato, è deceduto dopo 4 ore dall’arrivo in ospedale senza ricevere nel frattempo adeguata assistenza, fino al fatale arresto cardiaco.
Ora il Tribunale di Bari accoglie le tesi contenute nel ricorso proposto dall’Avv. Antonio Calvani dell’Unione Nazionale Consumatori di Molfetta, sostenendo che i medici “non si attenevano alle linee guida, che, in caso di shock anafilattico, indicano come primo trattamento l’uso di adrenalina” e “omettevano di adempiere ai doveri di osservazione stretta e di monitoraggio continuo del paziente“. Di conseguenza “la ASL BA è tenuta a rispondere ex art. 1228 c.c. della condotta colpevolmente omissiva tenuta dai medici del Pronto Soccorso come sopra accertata, alla quale l’esito letale occorso è imputabile“. In conclusione accogliendo la domanda, “condanna l’ente convenuto a pagare in favore di ciascuno dei ricorrenti la somma di € 77.443,60, oltre interessi“, ossia oltre 160 mila per i 2 parenti ricorrenti.
“Una vicenda triste e dolorosa, un caso di malasanità che dimostra, laddove ce ne fosse bisogno, il gravissimo problema di un’assistenza sanitaria assolutamente deficitaria nel nostro territorio, che non tutela a sufficienza le persone che si recano in ospedale. Bastava una puntura per salvarlo” spiega con amarezza l’Avv. Antonio Calvani che ha seguito il caso.
“Per questo esortiamo tutte le istituzioni ad adoperarsi per migliorare e potenziare i servizi sanitari della nostra zona affinché casi come questo non si ripetano mai più. Solo così la morte di quest’uomo e il coraggio dei suoi parenti nel portare avanti questa battaglia di verità non saranno stati vani” conclude Calvani.
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