Milano, 4 marzo 2024 – Viviamo nell’abbondanza, in un mondo sovraccarico di stimoli, novità, tecnologie, opportunità che siamo convinti di saper gestire e che, invece, hanno il controllo su di noi, portandoci a volere sempre di più. Si tratta di una predisposizione biologica?
Questo è il punto di partenza della nuova ricerca di Michael Easter, tra i principali esperti mondiali di scienze comportamentali, che nel suo ultimo libro Mai abbastanza (in libreria dal 13 marzo 2024 per ROI Edizioni) analizza alcuni dei comportamenti più comuni degli esseri umani, domandandosi: perché non ne abbiamo mai abbastanza e continuiamo a volere sempre di più?
Il nocciolo della questione è questo: non importa quanta “benzina” offriamo alle nuove buone abitudini: se non risolviamo quelle cattive, continuiamo a spingere forte il piede sul freno.
Michael Easter, per comprendere a fondo i meccanismi che guidano le nostre scelte e comportamenti, non si limita a studiarli da lontano attraverso ricerche accademiche ma direttamente sul campo, mettendosi in gioco in primo piano, come farebbe ogni bravo scienziato.
Analizzando una serie di azioni e abitudini, Easter comprende come alcuni di essi siano delle reazioni alla percezione del concetto di scarsità, gratificanti nel breve termine e controproducenti nel lungo periodo. Con esempi concreti: continuare a mangiare anche se si è sazi; scorrere incessantemente i social media alla ricerca di una nuova notifica, like, commento; schiacciare il bottone di una slot machine perdendo la cognizione del tempo e dei soldi investiti; accumulare oggetti di cui non abbiamo realmente bisogno; scandagliare il web alla ricerca di risposte e soluzioni su Google per scegliere il prossimo ristorante o inquadrare meglio un topic di attualità.
Il sistema comportamentale contemporaneo, secondo Easter, è sì influenzato dal contesto, ma deriva da sistemi antichi, cicli ancestrali, che si sono evoluti naturalmente con la specie umana permettendole la sopravvivenza. Ma se in passato questo meccanismo di scarsità consentiva all’uomo di evolversi, inventare, esplorare, dalla Rivoluzione industriale a oggi, in un mondo in cui sopravvivere è facile grazie all’abbondanza (fatta di varietà, velocità, opportunità infinite) diventa la trappola più pericolosa per il nostro cervello, con effetti negativi a lungo termine.
I loop di scarsità sono ovunque, integrati nella progettazione di prodotti e servizi, sono intorno e dentro di noi, manifestandosi con segnali più o meno diretti: social media, email, shopping, finanza personale, gioco d’azzardo, televisione, salute, appuntamenti online, videogiochi, notizie, gig economy. Le trappole della scarsità seguono, oggi come ieri, lo stesso “elegante sistema in tre parti”: opportunità, ricompense prevedibili, rapida ripetibilità. Un meccanismo vizioso per il quale scambiamo crescita e ricompense più grandi per piccole gratificazioni nel breve termine e che ci intrappola in una gabbia mentale e fisica di cattive abitudini che hanno l’unico effetto di allontanarci dai nostri veri bisogni in grado di rendere la vita appagante, completa e piena di significato.
Ogni capitolo di Mai abbastanza è il racconto di un viaggio intrapreso dall’autore in diversi luoghi del mondo per esplorare da vicino i nostri comportamenti e apprendere preziose lezioni pratiche per fuggire dai loop di scarsità. Per riconoscere e contrastare in tempo le trappole della scarsità, trasformare il tempo trascorso in solitudine in una strategia per raggiungere la felicità, riaccendere il “gene” dell’esplorazione che è dentro di noi per vivere una vita più avvincente e appagante, riformulare il modo in cui affrontiamo le dipendenze e le cattive abitudini, riconoscere e capire quando qualcosa è sufficiente, dal cibo agli oggetti di cui ci circondiamo.
Con il suo stile quasi narrativo, Michael Easter ci accompagna in questo viaggio costellato di incontri ravvicinati con personaggi incredibili e diversissimi tra loro (survivalisti, ingegneri, filosofi, astronauti, monaci, tribù indigene, serial killer, monaci) per mostrarci come il ciclo della scarsità operi sul nostro cervello e anche sul nostro fisico.
Si parte con la sua esperienza in Iraq per studiare la dipendenza dalle sostanze psicoattive, in particolare dal Captagon, una nuova potente droga che si è diffusa rapidamente in tutto il paese, per arrivare in stati a lui famigliari, come la California, con una tappa all’hub tecnologico Black Fire Innovation, zona grigia dei casinò: un luogo per studiare scientificamente il gioco d’azzardo e che punta i riflettori sui meccanismi che ci inducono a perpetrare comportamenti che sappiamo essere nocivi, con un’interessante digressione sulla storia, nascita ed evoluzione delle slot machine moderne.
Michael Easter racconta anche la sua personale esperienza all’interno della trappola della scarsità generata dai social media, Instagram in particolare, ragionando insieme a un filosofo sulle dinamiche attrattive della gamification insite in queste piattaforme e, negli ultimi decenni, declinate dalle grandi aziende per ingaggiare maggiormente i propri dipendenti. Un capitolo è dedicato a una delle caratteristiche ancestrali della specie umana, l’esplorazione, affrontato da un punto di vista evoluzionistico insieme a un astronauta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Il viaggio continua poi verso orizzonti naturali e anche spirituali dell’animo umano per comprendere, per esempio, la trappola generata dai cibi ultra-processati (condividendo pasti con l’antica tribù degli Tsimanè nelle foreste boliviane) oppure quali sono gli input e le motivazioni che ci portano ad accumulare oggetti che non ci servono veramente (viaggiando con una survivalista nelle terre selvagge del Montana alla ricerca di palchi e teschi di alci) e, infine, svelare cosa si nasconde dietro al concetto di felicità, per come la intendiamo oggi, immersi nel nostro grande loop di scarsità (trascorrendo delle giornate insieme ai monaci benedettini del Monastero di Nostra Signora di Guadalupe).
Migliorare le nostre vite richiede una “scomodita” a breve termine, in vista di un successo futuro, a lungo termine. È questo modus operandi che dovrebbe guidare le nostre azioni.