MAFIA, MANNA (EX SINDACO RENDE): “AVEVAMO AVVISATO DECARO. SE MI RICANDIDO? BATTAGLIA CHE VA FATTA”
“Oggi Decaro giustamente si lamenta, ma avevamo chiesto ad ANCI di intervenire su questa materia: è una legge che ci riporta alla Colonna Infame, al marchio dell’untore. Se capita a Bari succede il caos, a Roma Capitale ci fermiamo, ma i piccoli comuni subiscono lesioni dei diritti costituzionali; Bari è stata graziata rispetto ad altri comuni sciolti ingiustamente. La verità è che sull’Antimafia in Italia nessuno paga”. Così Marcello Manna, ex sindaco di Rende, il comune del cosentino sciolto per infiltrazioni mafiose la scorsa estate, ospite di Newzgen, il canale prodotto da Alanews in onda ogni giorno alle 15 su Twitch e YouTube, condotto da Andrea Eusebio e Alessandra D’Ippolito.
L’ex primo cittadino ha visto interrompere il suo mandato a seguito dell’inchiesta “Reset” condotta dalla DDA di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri: “A Rende abbiamo ricevuto la Commissione di Accesso – il racconto di Manna – la quale ha presentato una relazione al Prefetto cui è seguito lo scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa. Sono passati otto mesi e noi ancora non abbiamo ricevuto copia di quella relazione, ancora non conosciamo i motivi dello scioglimento. Sono danni perpetrati a intere comunità, anziché punire il singolo che si è macchiato del reato. Ci sono stati – ha proseguito – tre comuni calabresi sciolti per mafia a causa di un’inchiesta della DDA di Catanzaro: dopo tre anni questi sindaci sono stati assolti, ma nel frattempo i comuni hanno dovuto rinunciare a progetti del Pnrr che avrebbero potuto presentare. I commissari non riescono nemmeno a gestire l’ordinaria amministrazione, gli amministratori non hanno possibilità di dialogo con la Commissione di Accesso quando il contraddittorio sarebbe la garanzia del sistema penale; questo è un vulnus della democrazia”.
Dopo l’Antimafia, Manna se la prende con la politica: “Fare il sindaco in territori caratterizzati dalla presenza della mafia è difficile. Lo si fa per provare a modificare lo stato delle cose, metterci la faccia e impegnarsi in prima persona perché questa terra lo merita. E’ vero, però, che se non hai coperture valide, non appartieni a gruppi di potere o partiti importanti, il rischio è molto alto” ha affermato ricordando gli arresti domiciliari cui è stato sottoposto, poi annullati dal Riesame.
Manna è stato giudicato ricandidabile pochi giorni fa dal Tribunale di Cosenza: “Se mi ricandiderò? La mia famiglia non vorrebbe assolutamente, ma il gruppo che è stato sciolto ha voglia di riscatto verso un’ingiustizia che è stata fatta. Vedere questa compattezza potrebbe condizionarmi, pur non avendone intenzione al momento. Un’ingiustizia del genere non la si può far passare così, significherebbe che non esiste futuro e io credo nel futuro. Valuterò, ma è una battaglia che va fatta” ha concluso