COMUNICATO STAMPA:
“CONTRO LA DROGA” ARRIVA A ROMA. PRESIDENTE PRIMA COMMISSIONE FLAVIO CERA (FDI): “SENZA LA SCUOLA DIFFICILE DIALOGARE CON I GIOVANI”
Il ciclo di incontri “Contro la droga” ideato dal Presidente della Prima commissione regionale (sicurezza, criminalità e antimafia) Flavio Cera, che coinvolge gli studenti delle scuole della Città metropolitana di Roma Capitale, è arrivato nell’IISS “J. Von Neumann” in zona San Basilio.
Dopo la presentazione dell’iniziativa da parte del Consigliere Cera, la prima a intervenire è stata la dirigente scolastica Claudia Angelini, seguita dalla Dott.ssa Marilena Perciballi in rappresentanza della Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni; è stata poi la volta della Dott.ssa Martina Nicolasi di “Comunità incontro” e delle testimonianze di due ospiti che stanno facendo un percorso di riabilitazione all’interno della comunità. A seguire l’intervento del Dirigente di pubblica sicurezza Antonio Pignataro, e le conclusioni di Don Antonio Coluccia, il prete “antidroga” che vive sotto scorta, impegnato con l’opera “Don Giustino” nelle periferie della Capitale in contrasto al fenomeno.
Al termine della conferenza in aula magna, relatori e studenti si sono recati in palestra per una partita di calcetto in cui hanno indossato magliette che riportavano la scritta “un calcio contro la droga”. Un momento di leggerezza, ma dal forte contenuto simbolico.
Il Presidente Cera ha commentato così la giornata:
“Sono molto orgoglioso di essere arrivato nelle periferie di Roma, perché sono i luoghi più sensibili e interessati al problema del traffico e consumo di droga. La scuola, oltre ad essere il posto in cui gli studenti si formano per diventare adulti, è anche un luogo di dibattito e scambio tra soggetti diversi che fanno cose diverse, e hanno età e percezioni diverse. Senza la scuola sarebbe stato molto difficile per me e per gli altri ospiti incontrare i giovani, parlare con loro, portargli le preziose testimonianze degli ospiti in cura presso “Comunità incontro”. Quello che anche insieme a Don Antonio Coluccia vogliamo raccontare, non è semplicemente il fatto che la droga fa male, ma che le azioni di ognuno di noi possono impattare positivamente o negativamente su tutta la collettività. Chi consuma droga compromette il proprio futuro per gli effetti che essa ha sulla la sua mente e sul suo corpo; chi smercia droga, invece, può ottenere attraverso un vero e proprio welfare criminale “soldi facili” o una casa, ma al carissimo prezzo di inserirsi in un sistema di criminalità e usura che porta alla rinuncia di inserirsi nel mercato del lavoro, rimanendo schiavi di clan mafiosi che lucrano sulla disperazione delle persone. Per questo, più le condizioni sociali sono difficili, più le istituzioni sono lontane, più il terreno in cui germoglia la criminalità legata al narcotraffico è fertile”.