Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole
Firenze, Palazzo Strozzi 27 settembre 2024 – 26 gennaio 2025 Palazzo Strozzi celebra l’arte rivoluzionaria di Helen Frankenthaler con la più grande mostra mai realizzata in Italia, che vede le sue opere in dialogo con artisti a lei contemporanei come Jackson Pollock, Mark Rothko, Robert Motherwell CONFERENZA STAMPA |
Helen Frankenthaler nel suo studio della Third Avenue in una pausa del lavoro su Alassio (1960), New York, 1960.Courtesy Helen Frankenthaler Foundation Archives, New York. Photograph by Walter Silver © The New York Public Library / Art Resource, NY. Artwork © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), NY. Helen Frankenthaler. Alassio 1960, olio su tela, cm 216,5 × 332,7. New York, Helen Frankenthaler Foundation Helen Frankenthaler nel suo studio di East 83rd Street mentre è al lavoro su April Mood e Under April Mood (entrambi del 1974), New York, 1974.Photograph by Alexander Liberman; © J. Paul Getty Trust. Getty Research Institute, Los Angeles (2000.R.19). Artwork © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York.Helen Frankenthaler Open Wall(Muro aperto) 1953, olio su tela, cm 136,5 × 332,7. New York, Helen Frankenthaler Foundation © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights society (ARS), New York. © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights society (ARS), New York.
Dal 27 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, Palazzo Strozzi presenta Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole, grande mostra che celebra una delle artiste più importanti del XX secolo, la cui rivoluzionaria ricerca nella pittura è esplorata attraverso opere della sua produzione tra il 1953 e il 2002 in dialogo con dipinti e sculture di artisti contemporanei, tra cui Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith, Anthony Caro e Anne Truitt. Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole celebra un’artista che ha sfidato le convenzioni e allargato i confini della pittura con un approccio audace e intuitivo che ha infranto le norme tradizionali. Con la sua innovativa e originale tecnica soak-stain (“imbibizione a macchia”), ha ridefinito l’idea di pittura astratta, aprendo a un nuovo rapporto tra colore, spazio e forma. Frankenthaler si distingue infatti per una capacità unica di combinare astrazione e poesia, tecnica e immaginazione, controllo e improvvisazione, espandendo la sua pratica al di là dei canoni stabiliti, alla ricerca di una nuova libertà nella pittura. Attraverso trenta grandi tele e sculture di Frankenthaler e numerose opere di altri artisti, il progetto si pone come una delle più importanti rassegne mai dedicate all’artista in Europa e la più completa rassegna del suo lavoro finora realizzata in Italia, con prestiti da celebri musei e collezioni internazionali quali il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Buffalo AKG Art Museum, la National Gallery of Art di Washington, la ASOM Collection e la Collezione Levett. “La dedizione di Helen Frankenthaler alla pittura è stata arricchita dalle sue amicizie con gli artisti, alcuni dei quali sono diventati parte della sua famiglia allargata”, osserva il curatore Douglas Dreishpoon. “La cerchia di Frankenthaler ha rappresentato un ecosistema di forze creative in continuo movimento: osservare il loro lavoro in stretta connessione ci consente di comprendere meglio le innovazioni di Frankenthaler stessa”. |
Helen Frankenthaler Nata a New York, Helen Frankenthaler (1928-2011) compie i suoi studi artistici con Paul Feeley al Bennington College, prima di tornare a Manhattan, dove si avvicina all’arte astratta. All’inizio degli anni Cinquanta entra in contatto con gli esponentii della Scuola di New York e a figure chiave dell’arte americana del dopoguerra, sviluppando rapporti di amicizia e di lavoro. Presto Frankenthaler si trova circondata da artisti che condividono con lei un forte impegno nella sperimentazione. Alcuni diventano amici con cui convidive studio visit, intense corrispondenze e scambi di opioni, oltre a collezionarne le opere, che espone nella sua casa di Manhattan. Tra queste, alcune saranno protagoniste della mostra a Palazzo Strozzi come il lavoro su carta Helen’s Collage (1957) di Robert Motherwell, Aleph Series V (1960), dipinto di Morris Louis, o la scultura Ascending the Stairs (1979-1983) di Anthony Caro. Organizzata cronologicamente, l’esposizione ripercorre lo sviluppo della pratica creativa di Frankenthaler con ogni sala dedicata a un decennio della sua produzione dagli anni ‘50 agli anni ‘90. Le sue innovazioni artistiche, accostate a dipinti, sculture e opere su carta di artisti a lei contemporanei, permetteranno di mettere in luce le sinergie e le affinità tra questi autori. La mostra mette così in scena la consolidata influenza di Jackson Pollock su Frankenthaler negli anni Cinquanta, con Number 14 (1951), un dipinto in bianco e nero a confronto con Mediterranean Thoughts di Frankenthaler (1960), un colorato lavoro a olio che presenta analoghi “elementi di realismo astratto o di Surrealismo”, frase che Frankenthaler usò per descrivere l’opera di Pollock dopo averla vista di persona la prima volta. Tutti-Frutti (1966), un dipinto a “soak-stain” di nuvole colorate fluttuanti, trova un analogo tridimensionale in Untitled (1964), scultura in acciaio dipinto di David Smith, composta da forme geometriche impilate l’una sull’altra, appoggiate su quattro piccole ruote. Heart of London Map (1972), un assemblaggio in acciaio, si pone a confronto invece con Ascending the Stairs di Anthony Caro (1979-1983), nella sua costruzione pezzo per pezzo. Nel percorso della mostra le opere degli anni Ottanta, Novanta e Duemila sono la testimonianza di un’artista che non ha mai smesso di infrangere le regole per esplorare nuovi modi di fare arte. Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole è organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Helen Frankenthaler Foundation. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. UFFICIO STAMPA |