da Pictet WM – L’Europa vira a destra

Buongiorno,

inviamo il commento “L’Europa vira a destra” a cura di César Pérez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management, con una view settimanale sulle principali tematiche globali e sull’andamento dei mercati finanziari.

Di seguito una breve sintesi in italiano e in allegato il commento completo in inglese.

Restiamo a disposizione.

Un caro saluto,

Lucrezia Pisani

+39 3476732479

 

L’Europa vira a destra

 

Durante la settimana gli indici azionari statunitensi hanno ottenuto guadagni nonostante i messaggi economici contrastanti (indebolimento dell’attività manifatturiera vs espansione dei posti di lavoro ancora forte). Il rialzo dell’1,4% (in USD) dell’S&P 500 è però attribuibile all’impennata del corso d’azione di un singolo produttore dominante di chip statunitense, il cui titolo potrebbe aumentare ulteriormente di valore dopo l’annuncio di uno split azionario. La forte volatilità dei tassi obbligazionari ha comunque penalizzato l’indice Russell 2000 delle small cap, che ha perso il 2,1% (in USD). Analogamente a quanto accaduto negli Stati Uniti, le azioni tecnologiche hanno ottenuto quasi tutto il guadagno dell’1,1% (in euro) dello Stoxx Europe 600; nonostante la leggera discesa dei tassi dei titoli di Stato in euro nella settimana, c’è stata una considerevole volatilità infragiornaliera quando l’ampiamente previsto taglio dei tassi  da parte della BCE si è associato all’aumento delle previsioni della banca centrale sull’inflazione e la crescita e i riferimenti espliciti a ulteriori allentamenti di politica monetaria sono stati rimossi. Guardando ad altri mercati, l’indice indiano Sensex si è rapidamente discostato dalla performance peggiore delle attese del governo uscente per raggiungere un nuovo record massimo, ma i pattern di trading sono rimasti volatili. L’euro ha perso terreno nei confronti dell’USD e del franco svizzero, mentre il rialzo dei tassi statunitensi ha influito negativamente sull’oro.

 

Questa settimana il dato CPI statunitense e la riunione della Fed saranno cruciali. Non prevediamo tagli dei tassi in questo momento, e i mercati aspettano indicazioni dal presidente della Fed Jerome Powell e da un nuovo «dot plot». Il taglio da parte della Bank of Canada della scorsa settimana conferma che su base globale il trend ribassista sta divenendo la norma: questo dovrebbe aiutare il settore manifatturiero; apprezziamo le imprese industriali. Salvo sorprese, prevediamo che la BCE farà seguire il suo taglio della scorsa settimana da un altro a settembre. Nei mercati, la nostra previsione di fine anno sul Brent viene rivista al ribasso da 80 a 72 dollari per barile dopo che OPEC+ ha annunciato un graduale arresto delle riduzioni di produzione volontarie. Con la stagione degli utili ormai completata, le buone notizie hanno raggiunto il tasso più elevato degli ultimi due anni. I risultati elettorali di Sud Africa e Messico creano incertezza rispettivamente sulle opzioni per la coalizione e la riforma costituzionale. L’incertezza è minore in India, dove non prevediamo grandi cambiamenti di politica economica. Siamo sottopesati sui mercati emergenti. Nel Regno Unito, le prospettive per la sterlina sono migliorate poiché l’inflazione ostinata probabilmente terrà ferma la Bank of England per più tempo, e anche le elezioni di luglio rendono più incerte le prospettive fiscali.

 

 

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