WORLD ECONOMIC FORUM
UNIPD NEL PANEL DEGLI SCIENZIATI DEL FUTURO
Genomica e Trapianti – Emanuele Cozzi unico docente in Italia
direttamente inserito nel Top 10 Emerging Technologies of 2024
Dal 1971 il World Economic Forum (WEF) riunisce i maggiori esponenti internazionali della politica e dell’economia per discutere con giornalisti e intellettuali le questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare nel prossimo futuro, anche in materia di salute e ambiente, sforzandosi di avere uno sguardo imparziale e privo di vincoli politici e ideologici.
Il WEF 2024 ha appena stilato la lista dei 10 topics più importanti (Top 10 Emerging Technologies of 2024) che nei prossimi 3/5 anni sono destinati ad avere un peso sostanziale per l’umanità e lo sviluppo delle tecnologie.
Tra questi argomenti c’è quello denominato Genomics for transplants: i trapianti di organi salvano vite umane, ma la richiesta supera il pool di donatori disponibili. Solo negli Stati Uniti, più di 100.000 pazienti sono in attesa di un organo, eppure saranno solo circa 30.000 gli organi disponibili quest'anno.
Per rispondere a questa esigenza, da più di tre decenni, sono stati compiuti progressi costanti nel campo della scienza con il trapianto di organi da animali in esseri umani (in particolare xenotrapianto). Grazie alla tecnologia come CRISPR-Cas9 infatti, ora è possibile creare molteplici manipolazioni genetiche in un singolo suino per superare il problema immunologico. Proprio a marzo di quest’anno a Boston è stato effettuato il primo trapianto riuscito di un rene non umano (maiale) in un essere umano vivente.
Nel WEF 2024, proprio alla voce Genomics for transplants, il referente (unitamente al prof. David K Cooper della Harvard Medical School) – unico ricercatore presente di un ateneo italiano tra le eccellenze del WEF– è il prof Emanuele Cozzi, del Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova, delegato del Centro Nazionale Trapianti presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo.
«Fermo restando che la ricerca è pilastro condizionante di tuta la scienza a livello internazionale, è d’altra parte doveroso fare il punto sullo stato dell’arte in merito ai trapianti da animale a uomo – spiega il prof Emanuele Cozzi -. Nonostante i grandi passi avanti fatti negli ultimi anni, lo xenotrapianto non può sostituire a oggi la donazione di organi da esseri umani. I risultati preclinici sono incoraggianti e mostrano indubbiamente come lo xenotrapianto possa incrementare l’indice di sopravvivenza del trapiantato e al contempo migliorarne la qualità della vita. Fino ad ora gli unici trapianti da animale a uomo sono stati fatti negli USA e in Cina, mi auguro che in un tempo abbastanza breve si possano fare anche in Europa e, perché no, in Italia. Il mio personale contributo, possibile anche grazie al sostegno delle strutture in cui opero, assieme a quello di altri ricercatori, è volto soprattutto a rendere lo xenotrapianto una realtà anche a casa nostra.»
«L’idea del Dipartimento di “chiamare” il prof Cozzi a far parte dei nostri docenti è nata proprio dalla sua grande expertise nel campo dell’immunologia dei trapianti, unitamente ai suoi studi sullo xenotrapianto svolti prima nel Regno Unito e poi negli States – spiega il prof Federico Rea, direttore del dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica -. L’Azienda Ospedale/Università di Padova comprende due grandi centri dedicati al trapianto, ormai divenuti riferimento a livello nazionale per i pazienti, ed è sempre più impellente il bisogno di implementare questa attività, a fronte di una richiesta sempre maggiore. Un futuro possibile è proprio quello del trapianto di organi da non umani che le nuove tecnologie sembrano rendere ogni giorno una realtà sempre più praticabile.»
Si legge nel report WEF: «Lo xenotrapianto solleva considerazioni etiche che necessitano di ulteriore esplorazione, idealmente da parte di vari leader in spazi politici, economici e sociali. Inoltre, è ancora necessario acquisire una grande quantità di dati e sperimentazioni iniziali sui pazienti per garantire l’efficacia dei trattamenti. Tuttavia, solidi insegnamenti precedenti derivati da tecnologia di trapianto consolidata, combinata con la crescente capacità e la riduzione dei costi di tecniche di modifica genetica, indicano buone ragioni per farlo ed essere ottimisti riguardo al futuro dei trapianti “interspecie” per prevenire la perdita inutile di centinaia di persone e di migliaia di vite umane ogni anno.»