La VI Commissione presieduta da Lucia Parchitelli, ha espresso parere favorevole a maggioranza sulla Deliberazione della Giunta regionale contenente il Documento di economia e finanzia regionale – DEFR 2025-2027.
Tra i punti all’ordine del giorno anche l’audizione dei principali stakeholders in merito alla “Raccomandazione della Commissione Europea del 23 aprile 2024 sullo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi integrati di protezione dei minori nell’interesse superiore del minore”.
La raccolta dei contributi espressi in questa sede è propedeutica alla formulazione della risoluzione che il Consiglio regionale dovrà approvare, per essere trasmessa successivamente alla Commissione europea.
Nella seduta odierna sono intervenuti i Garanti regionali delle persone con disabilità Antonio Giampietro e dei minori Ludovico Abbaticchio, la docente di diritto processuale penale dell’Università di Foggia Angela Procaccino e la dirigente del Servizio welfare Angela Di Domenico. Da parte loro è stata ribadita l’importanza della cooperazione ed il coordinamento a tutti i livelli per poter dare seguito a quanto espresso nella raccomandazione, considerandola come l’occasione giusta per ribadire l’importanza del raccordo tra gli ambiti territoriali, il sistema scuola e le Asl.
Nello specifico è stato evidenziato che i contributi che sono stati già in parte inviati ed altri che giungeranno, vanno tutti nella direzione di proteggere i minori da ogni forma di violenza, che è poi un obiettivo fondamentale dell’Unione europea e della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e di altri strumenti giuridici internazionali e strumenti giuridicamente non vincolanti a livello delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa.
Si verrà incontro quindi a ciò che si prefigge la raccomandazione basandosi anche su una consultazione pubblica aperta e su un invito a presentare contributi. Infatti, l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) ha effettuato, su richiesta della Commissione, una mappatura dei sistemi nazionali di protezione dei minori nell’Unione e del loro funzionamento, i cui principali risultati sono illustrati nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la raccomandazione.
È stato evidenziato che la difesa e il rispetto dei diritti dei minori, come è giusto che sia, sono al centro della strategia dell’UE sui diritti dei minori, in cui la Commissione europea si è impegnata a presentare un’iniziativa finalizzata a sostenere lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi integrati di protezione dei minori, fondamentale per combattere tutte le forme di violenza contro i minori e garantirne la protezione.
Una delle principali constatazioni è la diversità dei sistemi nazionali di protezione dei minori, che sono concepiti in funzione di esigenze specifiche e delle risorse stanziate, condizionati da specifici fattori culturali, sociali e storici e organizzati a diversi livelli di decentramento. Esistono comunque problemi comuni, quali l’insufficienza delle politiche di prevenzione e dei sistemi di identificazione precoce, la mancanza di un sostegno tempestivo e completo (anche psicosociale), in particolare per i minori che hanno molteplici esigenze di protezione, e il monitoraggio.
Spesso mancano meccanismi di coordinamento che permettano risposte multidisciplinari efficaci comuni a più ministeri o a diversi livelli di competenza.
Altri problemi si riscontrano nella disponibilità e nel coordinamento delle risorse umane e finanziarie.
Di qui la necessità evidente di rendere più efficienti e integrati i sistemi di protezione dei minori.
Per promuovere una cultura della tolleranza zero nei confronti della violenza contro i minori occorre colmare il divario tra le norme internazionali, gli impegni politici e le azioni e mobilitare tutti gli attori sociali pertinenti.
Per meglio recepire le opinioni e le esigenze dei minori, obiettivo cruciale della raccomandazione, i sistemi nazionali di protezione dei minori dovrebbero essere adeguati al contesto, incentrati sui minori e attuati al livello di governance più appropriato.
Gli Stati membri dovrebbero agevolare la cooperazione intersettoriale e il coordinamento tra gli attori privati, le autorità locali, regionali e nazionali e le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione, al fine di garantire la parità di accesso ai servizi di protezione dei minori. Occorre considerare preminente l’interesse superiore del minore e dare ascolto alle loro opinioni.
È essenziale definire chiaramente i ruoli e stabilire uno stretto coordinamento tra tutti i soggetti competenti, in particolare le autorità pubbliche (a tutti i livelli, in funzione delle loro competenze), gli attori privati e le organizzazioni della società civile.
I professionisti e gli attori competenti operano in vari settori, quali l’istruzione e la formazione (insegnanti, educatori, servizi di sostegno a tutti i livelli, compresa l’educazione e la cura della prima infanzia), i servizi sociali (ad esempio assistenti sociali, prestatori di servizi, famiglie affidatarie e case- famiglia), la salute (compresa la salute mentale), la giustizia e le attività di contrasto (ad esempio avvocati, giudici, agenti di polizia, professionisti che lavorano in strutture chiuse o semichiuse), l’asilo e la migrazione, la protezione diplomatica e consolare, il settore digitale, lo sport, il tempo libero, i media o la cultura, la finanza, le imprese e l’ambiente, e includono anche i leader tradizionali e religiosi.
Nella protezione dei minori il ruolo centrale è svolto dalle famiglie e dalle comunità, oltre che dai minori stessi.
L’obiettivo è adottare un approccio olistico e trasversale alla protezione dei minori, riunendo la legislazione già esistente e le azioni destinate a far funzionare i sistemi di protezione dei minori in modo più integrato e incentrato sui minori. Promuovere l’uguaglianza e l’inclusione nelle nostre società è importante per prevenire la violenza.
Altro tema rilevato è la salute mentale e il sostegno psicologico, ritenuti elementi essenziali in ogni fase della protezione dei minori.
La scuola, nel suo approccio olistico di promozione del benessere, deve ritenere la salute mentale e il linguaggio non violento fondamentali per prevenire il bullismo, compreso quello online, e la violenza, in collaborazione con gli operatori della salute mentale e le famiglie.
Si tiene conto dell’importanza dell’impegno profuso dall’Unione per proteggere i minori dagli abusi sessuali, sia online che offline. Per una lotta più efficace contro gli abusi sessuali su minori è necessario adottare una prospettiva olistica riguardo a questo reato, facendo ricorso a tutti gli strumenti disponibili a livello dell’UE, tanto legislativi quanto non legislativi, per prevenire e combattere questi reati e prestare assistenza alle vittime, mobilitando tutti i portatori di interessi, dalle autorità pubbliche al settore privato.
I minori devono essere protetti, nell’ambiente sia fisico che digitale, da rischi quali il bullismo (online) e le molestie. Da qui le azioni sull’empowerment digitale per la tutela e il rispetto dei diritti fondamentali nell’era digitale e sul sostegno al benessere nell’istruzione digitale.
La tutela dei diritti dei minori migranti, compresi quelli non accompagnati e che chiedono protezione internazionale, richiede un continuo impegno per far fronte alle difficoltà. La violenza è una minaccia quotidiana per i minori migranti, specialmente se non accompagnati o separati dalle loro famiglie.
In definitiva, per poter addivenire ad un’azione comune da parte di tutti gli Stati membri, la raccomandazione è quella di adottare misure efficaci, appropriate e proporzionate per sviluppare e rafforzare ulteriormente i sistemi integrati di protezione dei minori, al fine di proteggere i minori da ogni forma di violenza, vale a dire tutti i tipi di violenza, di oltraggio o di abuso, fisici o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, in forma fisica, online o in mondi virtuali.
Monitoraggio delle mozioni
I lavori della Commissione sono stati interessati anche dall’attività di monitoraggio delle mozioni attinenti le competenze in materia di formazione e lavoro, politiche per il lavoro, diritto allo studio, scuola, Università, formazione professionale, ma anche quelle in materia di cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, politiche migratorie, legalità e antimafia sociale.
Relativamente alle materie del Dipartimento cultura ha relazione il direttore Aldo Patruno, evidenziando che approfondimenti sono stati svolti in merito alle mozioni approvate in Consiglio regionale, presentate dal consigliere Paolo Pagliaro “Dante lingua italiana”, “Castello di Oria e Cittadella di Oria, avvio procedimento dichiarazione di interesse eccezionale (ai sensi degli artt. 14 e 104 del d.lgs. 42/2004)” e “Riconoscimento grotte preistoriche salentine patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO”. È necessario però avviare un percorso in cui delineare meglio le azioni da intraprendere mettendo a disposizione le risorse necessarie.
Il direttore del Dipartimento lavoro e formazione Silvia Pellegrini, invece, ha inviato documentazione scritta in merito all’esito delle mozioni approvate in Consiglio regionale, riguardanti le sue materie, ribadendo che per alcune di esse la competenza è in capo al Governo nazionale.
Nello specifico sono state trattate: la mozione “Impegno della Regione a costituire la Community “Officine della Formazione” tra istituzioni, operatori qualificati del mondo della formazione, imprese, istituzioni scolastiche. Istituzione di un Marchio di Qualità̀ della formazione regionale”, per la quale si sta lavorando; la mozione “Patto Territoriale per l’Occupazione Nord barese – Ofantino”, che è da ritenere evasa in quanto il patto è stato sottoscritto e finanziato; la mozione “Attivazione corsi di formazione per i lavoratori in cassa integrazione appartenenti ai settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi”, da ritenere evasa a seguito della conclusione dell’avviso con la partecipazione di 1300 lavoratori a 82 corsi formativi; la mozione “Gratuità e parità per l’infanzia in attuazione della L. 62/2000 rubricata “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”, da trattare con il Governo nazionale; la mozione “Riqualificazione dei profili professionali dei dipendenti dello stabilimento della Leonardo S.p.A. di Grottaglie”, anch’essa da ritenere evasa; la mozione “Ex Cementir di Taranto”, da ritenere attuata a in virtù del fatto che nessun posto di lavoro è andato perso; la mozione “Tutela dei lavoratori dell’indotto ex ILVA di Taranto”, su cui tavolo Sepac ha evidenziato la necessità di proroga della cassa integrazione.