Fanno tappa a Catania due architetti di fama internazionale: Mosè Ricci e João Nunes
QUARTIERE ANTICO CORSO: PIÙ VIVIBILE, ATTRATTIVO, CONTEMPORANEO
Il vicesindaco La Greca: «Stiamo osservando l’iniziativa di Paesaggi Aperti con vero interesse, abbiamo attivato un Tavolo Tecnico di confronto per la rigenerazione»
CATANIA – Trasformare gli spazi pubblici del quartiere Antico Corso a Catania non può prescindere dalla profonda conoscenza dei bisogni di chi lo vive e dalla proiezione verso un futuro che li renda più attivi e attrattivi per l’intera comunità; la sfida dell’architettura contemporanea etnea è progettare i paesaggi urbani con innovazione per coglierne le potenzialità e l’identità. Su questi principi si fondano le attività di Paesaggi Aperti – progetto di IN/Arch e IN/Arch Sicilia finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca, che ieri pomeriggio (17 luglio) nella sede dell’Ordine degli Architetti PPC ha coinvolto due personalità di fama internazionale: Mosè Ricci dell’Università La Sapienza di Roma e il paesaggista di PROAP Lisbona João Nunes, che hanno partecipato ai workshop con gli studi impegnati in progetti di rigenerazione del Quartiere Antico Corso di Catania.
Dopo i saluti del segretario dell’OAPCC etneo Giuseppe Messina e della presidente della Fondazione OAPCC Eleonora Bonanno, è iniziata l’osservazione di veri e propri fenomeni indotti dall’architettura contemporanea capaci di rivoluzionare, esteticamente e culturalmente, alcuni spazi di città italiane ed estere. «La partecipazione di due professionisti come Nunes e Ricci a Paesaggi Aperti – ha spiegato Mariagrazia Leonardi, presidente IN/Arch Sicilia – è stata molto stimolante, una vera occasione per Catania, sono stati disponibili e sono andati oltre alla condivisione della loro eccezionale competenza paesaggistica e urbanistica, hanno dato suggerimenti e offerto preziose letture sui quartieri di Catania con l’intento di trasformarne gli spazi pubblici per renderli più vivibili, tenendo conto delle loro peculiarità».
«L’architettura interessante – ha sottolineato João Nunes – parte dal cittadino con la preoccupazione di cosa farà la gente in quel luogo, e soprattutto va oltre le mostruosità prodotte dalla cultura dell’ “archistar” di chi vuole lasciare il segno. Comincia un nuovo momento, oggi l’architetto con la sua modesta produzione deve pensare a come può contribuire alla riattivazione delle economie, rigenerando i luoghi fisici e rendendoli attivi».
«Paesaggi Aperti – ha affermato Mosè Ricci – sviluppa talenti e mira alla realizzazione di progetti a Catania che spero vengano presi in considerazione. La grande sfida è lavorare sulla città esistente, renderla adattiva al cambiamento climatico e felice per chi la abita. L’architettura è la scienza dell’abitare: in un mondo troppo costruito con milioni di case, ridotta permeabilità e maggiore esposizione agli eventi atmosferici estremi (sempre più frequenti) il contributo degli architetti è migliorarne l’adattamento, lavorare sulla performance dei progetti in termini di prestazioni ambientali, economiche, ecologiche e stimolare il senso di appartenenza».
Ha partecipato ai lavori anche il vicesindaco di Catania Paolo La Greca che ha evidenziato: «L’architettura ha il fascino di proiettarci nella dimensione futura, abbiamo visto grandi progetti realizzati in Olanda, Belgio e Portogallo che hanno qualificato importanti realtà europee e interventi apparentemente minimali che hanno inciso sull’identità e sul valore delle città. Stiamo osservando l’iniziativa di Paesaggi Aperti con vero interesse: Antico Corso è un quartiere della città di Catania dove si stanno proponendo nuovi spazi pubblici con l’attenzione e la cura di molteplici gruppi di progettazione molto qualificati. Con una delibera che abbiamo proposto in giunta, l’Amministrazione ha avviato formalmente un Tavolo Tecnico di confronto per lo sviluppo di un metodo di rigenerazione». Le attività sono proseguite con l’esposizione degli studi di progettazione invitati a partecipare al workshop Paesaggi Aperti per Antico Corso: Giulia Labruna, Rossella Zappalà (ACA Amore Campione Architettura), Giovanni Calabrese, Antonio Carcione, Eleonora Strazzeri (Ellenia+Tre Architettura) e Luca Bullaro Architettura. Inoltre sono intervenuti Bruna Di Palma (Ricercatrice Composizione Architettonica e Urbana Università di Napoli Federico II), Annalinda Neglia (Professore Associato Architettura del paesaggio, Politecnico di Bari), Valeria Scavone (Professore Associato Pianificazione urbana e del Paesaggio, Università di Palermo), Maddalena Ferretti (Professore Associato di Composizione Architettonica e urbana Università Politecnica delle Marche), Francesco Martinico (Professore Ordinario di Urbanistica Università di Catania), Giuseppe Lanza (Comitato popolare Antico Corso), Giulia Falco (Funzionario Archeologo Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci), Silvia Porcaro e Alessia Zimbili. La tappa di Paesaggi Aperti a Catania si concluderà venerdì 19 luglio nella Chiesa di San Francesco Borgia – in Via Crociferi, 17 – a partire dalle ore 17 con la presentazione finale e la discussione degli esiti dei workshop sui quartieri etnei.
In allegato le foto.
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