Commento post Fed meeting – AcomeA SGR

Buongiorno,

di seguito invio un commento post meeting della Fed, a cura di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR.

Un caro saluto,

Diana Ferla

 

 

Fed: l’economia americana sta tornando in equilibrio

 

A cura di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR

 

La Fed decide di iniziare il ciclo dei tagli dei tassi di riferimento con un taglio da 50bp, portando quindi il target range dei Fed funds al 4.75% – 5%. La decisione non è stata unanime, 1 dei 12 membri votanti del FOMC avrebbe preferito un atteggiamento più cauto e un taglio da 25bp. Il mercato era infatti diviso tra chi si aspettava una prima mossa più cauta da 25bp e chi, invece, si aspettava il taglio da 50bp. La decisione è stata dettata dal fatto che il Comitato ha ora maggiore certezza sul fatto che l’inflazione si stia muovendo verso il target del 2% e i rischi per il raggiungimento dei suoi due obiettivi di massima occupazione e inflazione siano sostanzialmente in equilibrio. Il messaggio è che l’economia statunitense sia in ottime condizioni e che, dopo un periodo di alta inflazione e mercato del lavoro surriscaldato, stia ora tornando in equilibrio. L’obiettivo della Fed è proprio quello di tenere l’economia nelle attuali condizioni, non c’è, quindi, sensazione di urgenza o di essere troppo in ritardo. Un soft landing rimane quindi il caso base per la Fed.

 

Il quadro macroeconomico è cambiato negli ultimi mesi, a giugno Powell aveva osservato che i rischi legati all’inflazione e al mercato del lavoro stessero diventando “più equilibrati”. Durante la riunione di luglio, i rischi sembravano più bilanciati, con il comitato “attento a entrambi gli aspetti del suo duplice mandato”. A Jackson Hole, ad agosto, Powell sembrava spostare ulteriormente l’ago della bilancia con un’attenzione maggiore sulle condizioni del mercato del lavoro e, ora, il FOMC giudica che i rischi per il raggiungimento dei suoi obiettivi di occupazione e inflazione siano sostanzialmente in equilibrio.

 

La Fed rimane strettamente dipendente dai prossimi dati per le proprie decisioni di politica monetaria, non prende alcun impegno a continuare a tagliare a questo ritmo, ma si riserva di prendere le prossime decisioni meeting by meeting.

 

Le nuove proiezioni macroeconomiche dipingono chiaramente il fatto che la percezione del FOMC sia ora che i rischi al rialzo sull’inflazione siano inferiori, mentre quelli sulla crescita del tasso di disoccupazione siano maggiori. Sono, infatti, state riviste al ribasso le proiezioni di inflazione, sia headline sia core, per il 2024 e il 2025. Invece, il tasso di disoccupazione è stato rivisto al rialzo per il 2024, il 2025 e il 2026. Entro la fine di quest’anno si aspettano un ulteriore peggioramento del tasso di disoccupazione, dal 4.2% registrato ad agosto. Powell tuttavia chiarisce che il mercato del lavoro sta dando segnali di raffreddamento, ma partiva da livelli molto tesi, la crescita salariale rimane ancora più alta rispetto al livello consistente con il target di inflazione del 2%, e ciò che recentemente ha fatto salire il tasso di disoccupazione è stato, da un lato, il rallentamento della creazione di nuovi posti di lavoro, dall’altro, e soprattutto, un’espansione della forza lavoro (citando i flussi migratori come principale causa). Il numero di nuove offerte di lavoro per ciascun disoccupato rimane buono, tuttavia, un’ulteriore riduzione potrebbe porre ulteriori pressioni sul tasso di disoccupazione. La strada indicata dai DOTS mostra un totale di 100 bps di tagli nel 2024, con un solo membro che vede tagli più aggressivi, altri 100bp per il 2025 e 50bp nel 2026. Il tasso di lungo termine è stato rivisto al rialzo, al 2,9% dal 2,5% delle proiezioni di dicembre dello scorso anno.

 

 


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