Carnevale di Venezia, sbarcano lunedì 20 febbraio in Piazza San Marco i Carnevali della tradizione

Alla cortese attenzione delle redazioni,  ricevo e inoltro il comunicato relativo alla presentazione dei “Carnevali della Tradizione”, individuati dall’Unpli, che sfileranno domani pomeriggio, a partire dalle 15, a Venezia.

Resto a disposizione per ulteriori info.

Cordialmente

Ludovico Licciardello

Addetto Stampa Unpli

tessera Odg 75356

M. ufficiostampa@unpli.info

T. +39 3346109534

Gentile collega, spettabile redazione,

si invia il comunicato stampa relativo ai Carnevali della tradizione che sbarcano domani in Piazza San Marco.

 Ufficio Stampa

press@carnevale.venezia.it

Fabrizio Conte – 3319890556

Giorgia Gallina – 3474756891

Manuela Lamberti – 3489290028 / 0412722149

Raffaele Rosa

CARTELLA STAMPA

Carnevale di Venezia, sbarcano lunedì 20 febbraio in Piazza San Marco i Carnevali della tradizione

Venezia, 19 febbraio 2023 – Sbarcano lunedì 20 febbraio in laguna i Carnevali della tradizione. Alle ore 15.00, in Piazza San Marco maschere, costumi, storia e cultura si intrecceranno nel salotto più bello del mondo per dare vita ad esibizioni popolari che sapranno affascinare il pubblico.

Per “Take Your Time For The Original Signs” l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (Unpli) porta in Piazza le maschere della tradizione, dalla Puglia alla Sicilia, passando per il Piemonte, la Basilicata, il Molise, la Calabria e la Sardegna. Dieci i gruppi selezionati, con oltre duecento figuranti, legati dal comune denominatore di esibizioni che si tramandano da generazioni ed emanano un legame storico con l’identità del territorio, metteranno in scena un evento che coniuga la magia del momento più spensierato dell’anno con il patrimonio culturale immateriale delle manifestazioni antiche, ancestrali, che rimandano ai miti e alla tradizione. La partecipazione dei Carnevali della tradizione si inserisce nel generale palinsesto di spettacoli diffusi e di altri gruppi carnevalizi in Piazza San Marco e nei teatrini del Carnival Street Show coordinati da Massimo Andreoli.

Dalla Puglia arriveranno le maschere tipiche “Domino” e l’“Omene Curte”: il primo una maschera elegante e misteriosa che ha ispirato opere liriche, comiche e drammatiche, il secondo una maschera creata dalla povera gente che, non potendo spendere soldi nel fare abiti adatti allo scopo, la creò con gli abiti di campagna di uso giornaliero nelle famiglie. Sono simboli del Carnevale sammichelino di Bari, che è stato inserito nel 2022 nella lista dei Carnevali tipici italiani, con i suoi festini carnascialeschi ove si balla tutti i giovedì, sabato e domenica dal 17 gennaio al martedì, ultimo giorno di Carnevale.

La regione Basilicata porta la sua storia con la tradizione delle maschere di Tricarico, “I Mash-kr”, personificazioni del toro e della mucca che trasformano il corpo in un elemento simbolico che ci parla attraverso i segni. Questa maschera è un sistema di segni, simboli, indizi e sintomi costruiti sulla base della conoscenza dell’uomo, sintesi della cultura del tempo e che continua, ancora oggi, a trasmettere messaggi, un misto di esperienze intellettuali e tradizioni popolari.  

Le forze della natura saranno protagoniste del Carnevale di Alessandria del Carretto, in Calabria, attraverso “U pohicinelle bielle” e “U pohicinelle brutte”, due maschere dai tratti particolari. Tra gli altri costumi importanti ci sono anche “l’Uerse”, maschera bestiale con grandi corna, che nella festa tradizionale attraversava il paese in catene, in una rappresentazione simbolica della potenza della natura che veniva domata e tenuta a bada e “a Coremme” che simboleggia la Quaresima e il suo ruolo è quello di chiudere la festività.

Dalla Sicilia arrivano i “Giardinieri” di Salemi, una maschera che risale all’età tardo-ottocentesca dell’antica maschera dello “Scalittaro”, caratterizzata da una scaletta, attrezzo estensibile, attraverso cui è possibile offrire caramelle o biglietti alle amate o ai passanti durante il periodo di Carnevale. Ancora dalla Sicilia arriva il Carnevale di Misterbianco con i Costumi più belli di Sicilia e che, allo stesso tempo, non è soltanto uno dei più longevi e celebri dell’isola, ma rappresenta anche un patrimonio inestimabile riconosciuto a livello Nazionale essendo iscritto al REIS (Registro Eredità Immateriali della Sicilia).

Il carnevale di Fonni, in Sardegna, arriva a Venezia con le antiche maschere de “s’urthu” e “sos buttudos” le antiche maschere rappresentano la lotta quotidiana dell’uomo contro gli elementi della natura. Altre maschere sono le “Sas Mascheras Limpias” che rappresentano l’eleganza, la bellezza, il bene. Accompagnate spesso dai suonatori di organetto, di solito invadono le vie del paese al ritmo dei balli e canti tradizionali, eseguendo in particolare la danza fonnese. Sempre dalla Sardegna e più esattamente da Samugheo arrivano i “Mamutzones” che rappresentano a un tempo la passione e la morte di Dioniso, dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie. Dioniso, il dio che ogni anno moriva e rinasceva, come la vegetazione, è rappresentato dalla maschera zoomorfa de “S’Urtzu”, che indossa una intera pelle di capro, con la testa attaccata.

Il “Bataru” e la “Maribela” maschere tipiche di Agnona, in Piemonte, arrivano a Venezia portando con loro una storia una storia legata alla dominazione francese. Il Bataru prende vita da una tradizione popolare che definisce gli abitanti come batari. Si narra che per la troppa foga del sagrestano nel suonare le campane in un giorno di festa, il battacchio di una di queste si sia staccato mettendo a rischio i fedeli raccolti all’esterno della chiesa. La compagna, la Maribela, partecipa al Carnevale borgosesiano e a tutti quelli vicini portando amicizia e simpatia.

Dal Molise arriva “il Diavolo di Tufara”, espressione simbolica del contrasto tra la vita e la morte, tra il bene e il male. La gente assisterà alle acrobazie del Diavolo, che salta e si rotola in terra, agitando e battendo ripetutamente il tridente sulle pietre delle strade e sugli usci delle case, mentre le altre maschere tentano di prendere in ostaggio con le catene chiunque capiti sul loro percorso. La lunga corsa del Diavolo ha fine verso sera quando, dinanzi si compirà il processo e la condanna a morte di Carnevale.

 

SCHEDE A CURA DELL’UNPLI

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚  𝐿𝑒 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝐴𝑙𝑒𝑠𝑠𝑎𝑛𝑑𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑎𝑟𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 (𝐶𝑆) – CALABRIA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono quelle di Alessandria del Carretto, in Calabria.

Le maschere rappresentano i momenti belli e brutti dell’esistenza, le forze della natura e come l’uomo si rapporta ad esse, in un rito il cui ripetersi ogni anno rispecchia la natura ciclica della vita.

MASCHERE PROTAGONISTE DEL CARNEVALE:

“U pohicinelle bielle” – Indossano un copricapo abbellito da nastri, piume, coccarde multicolore e svariati altri addobbi, tra cui uno specchio;

“U pohicinelle brutte” – Maschere spaventose composte da un costume nero in pelle di pecora o capra, ornato da campanacci e catene;

“’Uerse” – Maschera bestiale con grandi corna “a Coremme” – Simboleggia la Quaresima e il suo ruolo è quello di chiudere la festività

 

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐿𝑒 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑡𝑟𝑜𝑝𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖 𝑇𝑟𝑖𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜 (𝑀𝑇) – BASILICATA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono anche le maschere antropologiche di Tricarico, in Basilicata. Le maschere di Tricarico trasformano il corpo in un elemento simbolico che ci parla attraverso i segni. La maschera è un sistema di segni, simboli, indizi e sintomi costruiti sulla base della conoscenza dell’uomo, sintesi della cultura del tempo e che continua, ancora oggi, a trasmettere messaggi, un misto di esperienze intellettuali e tradizioni popolari.

Le Maschere protagoniste sono il «toro» e la «mucca» che insieme ad altre maschere e figuranti «umani» creano un corteo governato da un “massaro” o da un “vaccaro” che si aggira per il centro storico e le strade del paese.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐼 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑢𝑚𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑑𝑖 𝑆𝑖𝑐𝑖𝑙𝑖𝑎 – 𝑀𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜 (𝐶𝑇) – SICILIA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono i Costumi più belli di Sicilia che sfilano in occasione del Carnevale di Misterbianco.

Il Carnevale di Misterbianco è una manifestazione storica che nel passato impegnava compagnie locali nel recitare farse grottesche su temi politici o religiosi.

Dal 1981 i Costumi più belli di Sicilia e carri scenografici riempiono di colori le vie del centro storico. Ogni anno le Associazioni del Carnevale lavorano per costruire carri allegorici sempre più all’avanguardia.

Uno spazio dedicato ai bambini è la sfilata “A spasso con il Re Burlone”, che coinvolge gli Istituti Scolastici del territorio. Ogni scuola porta per le vie del paese centinaia di bambini vestiti a tema con abiti cuciti da sarte, mamme e insegnanti.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚 – 

𝐼 𝑔𝑖𝑎𝑟𝑑𝑖𝑛𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑆𝑎𝑙𝑒𝑚𝑖 (𝑇𝑃) – SICILIA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono quelle dei giardinieri di Salemi, in Sicilia.

La maschera de «I giardinieri» è caratterizzata da una scaletta attraverso la quale è possibile offrire caramelle o biglietti alle amate o ai passanti. La scaletta un tempo era il mezzo utilizzato per mandare un biglietto con versi d’amore alla ragazza amata.

LA FIGURA DEL «BURGISI»

Stivali di cuoio neri, pantalone alla zuava, gilet e giacca di velluto color marrone; al collo della camicia di tela bianca è legato un fiocco di raso rosso, mentre sul capo viene posto un cappello a falde larghe decorato con fiori di carta crespata di diverso colore. Infine una “Sacchina” piena di agrumi e di caramelle alla frutta

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐼𝑙 𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑇𝑢𝑓𝑎𝑟𝑎 (𝐶𝐵) – MOLISE

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, c’è anche quella del Diavolo di Tufara, in Molise, espressione simbolica del contrasto tra la vita e la morte, tra il bene e il male.

Dalle finestre la gente assiste alle acrobazie del Diavolo, che salta e si rotola in terra, agitando e battendo ripetutamente il tridente sulle pietre delle strade e sugli usci delle case, mentre le altre maschere tentano di prendere in ostaggio con le catene chiunque capiti sul loro percorso. La lunga corsa del Diavolo ha fine verso sera quando, dinanzi all’antica fortezza longobarda, si compirà il processo e la condanna a morte di Carnevale.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐿𝑒 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝐴𝑔𝑛𝑜𝑛𝑎, 𝑓𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝐵𝑜𝑟𝑔𝑜𝑠𝑒𝑠𝑖𝑎 (𝑉𝐶) – PIEMONTE

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono quelle di Agnona, frazione di Borgosesia in Piemonte: il Bataru e la Maribela.

Il Bataru, che prende vita dalla tradizione popolare che definisce gli abitanti come batari, veste i panni di un contadino nel giorno di festa. La compagna, la Maribela partecipa al Carnevale borgosesiano e a tutti quelli vicini portando amicizia e simpatia.

Il «SABA RUTUND»

Si tratta del tradizionale Giro dei Cortili durante il quale le maschere valsesiane e la popolazione si ritrovano a suon di musica in un clima di festosa allegria, degustando le specialità locali.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐼 𝑚𝑎𝑚𝑢𝑡𝑧𝑜𝑛𝑒𝑠 𝑑𝑖 𝑆𝑎𝑚𝑢𝑔ℎ𝑒𝑜 (𝑂𝑅) – SARDEGNA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono quelle dei mamutzones di Samugheo, in Sardegna.

I “Mamutzones” rappresentano a un tempo la passione e la morte di Dioniso, dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie.

Dioniso, il dio che ogni anno moriva e rinasceva, come la vegetazione, è rappresentato dalla maschera zoomorfa de “S’Urtzu”, che indossa una intera pelle di capro, con la testa attaccata.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝑆𝑎𝑠 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑎𝑠 𝑙𝑖𝑚𝑝𝑖𝑎𝑠 (𝑁𝑈) – SARDEGNA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, c’è anche Sas mascheras limpias protagonista del carnevale fonnese. Impersonate sia da uomini che da donne, rappresentano l’eleganza, la bellezza, il bene. Indossano parti del costume tradizionale fonnese femminile. La particolarità della maschera è il cappello di paglia o di cartone coperto con tovaglie ricamate, copertina del neonato ( su saigione) e ornati da nastri variopinti (“sos vroccos”) e da un velo sul viso (“sa vacciola”).

Sas Mascheras Limpias sono accompagnate da su portadore, il garante delle maschere. Il portadore ha con sé un frustino, come simbolo di autorevolezza per tutelare le maschere, per evitare che vengano riconosciute o importunate. Per non essere riconosciute e per non rivelare l’identità si coprono completamente, indossando anche dei guanti. Accompagnate spesso dai suonatori di organetto o dell’armonica a bocca, invadono le vie del paese al ritmo dei balli e canti tradizionali, eseguendo in particolare il ballo fonnese.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐿𝑒 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝐹𝑜𝑛𝑛𝑖 (𝑁𝑈) – SARDEGNA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, ci sono quelle di Fonni in Sardegna.

Le antiche maschere de “s’urthu” e “sos buttudos” rappresentano la lotta quotidiana dell’uomo contro gli elementi della natura. Altre maschere sono le “Sas Mascheras Limpias” che rappresentano l’eleganza, la bellezza, il bene.

“S’urthu” non smette di lottare per liberarsi dalle catene, aggredisce uomini e cose che incontra nel suo cammino e si arrampica ovunque capita. I “sos buttados” cercano di domarlo.

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚

𝐿’𝑜́𝑚𝑒𝑛𝑒 𝑐𝑢𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑆𝑎𝑚𝑚𝑖𝑐ℎ𝑒𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝐵𝑎𝑟𝑖 (𝐵𝐴) – PUGLIA

Tra le maschere scelte per rappresentare i Carnevali della Tradizione portati da UNPLI al Carnevale di Venezia, c’è anche L’ómene curte di Sammichele di Bari in Puglia. L’ómene curte rappresenta un uomo di statura molto bassa, un contadino povero ma furbo.

La persona è coperta con un sacco di juta fino alla vita, il quale forma la testa della maschera, sopra questa “testa” è spesso appoggiata una vecchia coppola per un maggiore realismo. Una vecchia giacca è abbottonata in corrispondenza della vita e un bastone con due guanti, infilato nelle maniche della stessa, forma due braccia spalancate. Muovendosi e ballando, egli colpisce con le sue “braccia” chiunque si trovi nelle vicinanze.

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