Rai Cinema presenta | Er gol de Turone era bono! |In onda su Rai 1 il 26 Marzo 2023


presentano

un film documentario di FRANCESCO MICCICHÈ e LORENZO ROSSI ESPAGNET

Con la partecipazione di:

Maurizio “Ramon” Turone, Andrea Rivera, Luca Beatrice, Paolo Bergamo, Maurizio Biscardi, Antonio Bongi, Paolo Calabresi, Romolo Giovanni Capuano, Bruno Conti, Paulo Roberto Falcao, Fabio Ferrari, Salvatore Giglio, Fabrizio Grassetti, Mario Iosa, Domenico Marocchino, Giorgio Martino, Gianpaolo Ormezzano, Michele Plastino, Cesare Prandelli, Roberto Pruzzo, Paolo Rossi, Giuliano Sancini, Enrico Vanzina e Ettore Viola

In prima visione assoluta su RAI 1 | Domenica 26 Marzo alle 23 circa

SPECIALE TG 1 dopo la partita dell’Italia per le qualificazioni ad Euro 2024

 


SINOSSI

Il 10 maggio 1981 durante un Juventus – Roma, decisiva per lo scudetto, Maurizio “Ramon” Turone, difensore della Roma, negli ultimi minuti di gioco si sgancia dalle retrovie e si inserisce in area avversaria per mettere la palla in rete con un meraviglioso gol di testa. L’arbitro fischia il gol, ma poi vede il suo assistente con la bandiera alzata e l’annulla. In quel momento i sogni di Ramon e di tutta una tifoseria s’infrangono. La Roma perde quello scudetto e la ferita nel cuore dei tifosi inferta da quella decisione, ritenuta da tutti ingiusta, non si rimarginerà mai, facendo entrare quell’episodio nella leggenda. Abbiamo dato voce ai protagonisti di quell’evento, dentro e fuori dal campo, per scoprire cosa è successo quel giorno e perché a distanza di quarant’anni ancora se ne parla.

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NOTE DI REGIA

Perché a distanza di quarant’anni è così importante il gol annullato a Turone? Perché un singolo episodio calcistico è entrato nell’immaginario collettivo di una città, finendo addirittura tra i commenti sui social network a un discorso ufficiale del Presidente degli Stati Uniti d’America? Nell’attimo in cui la palla entra in rete, Turone diventa Cesare Augusto, pronto a sfilare con tutto il suo esercito sotto l’Arco di Trionfo con la popolazione che tributa i massimi onori. Ma se il primo fotogramma dopo la rete immobilizza l’urlo pazzo di gioia del giocatore giallorosso, un difensore che chissà per quale istinto di azzardo si è avventurato fino all’area avversaria e ha compiuto un atto che non solo vuol dire “scudetto” ma portare alla follia una città intera, nel secondo l’urlo cambia in corsa: diventa disperazione.
Su segnalazione del guardalinee, l’arbitro Bergamo ha cambiato idea: Turone è in fuorigioco. Ma non ha cambiato solo idea, ha cambiato la Storia. Ha trasformato una semplice azione di gioco in una formula che si ripresenta ogni volta che qualcosa non si compie come dovrebbe, sempre e solo a causa di una forza negativa e maligna, di un complotto che non può ammettere lo sbaglio casuale. Un vero e proprio lutto mai elaborato, quindi, un’ingiustizia, il caso irrisolto per antonomasia, un mistero italiano.
Il gol di Turone nella Capitale, infatti, è considerato dal popolo giallorosso una ferita mai rimarginata, l’emblema di tutti i torti che una città intera, non solo una squadra di calcio, può subire. Una città, come Roma, destinata a essere per diritto storico Caput mundi, ma che invece nel calcio ha dovuto sempre sottomettersi alla superiorità delle squadre del Nord. E quindi anche alla loro supremazia economica e di conseguenza alla loro possibilità di condizionare, se non addirittura manipolare, le decisioni arbitrali. Se è vero che il calcio è l’argomento più serio tra quelli meno importanti, Er gol de Turone era bono allora può essere considerato come un documentario d’inchiesta, che va senza paura e senza partigianeria alla ricerca della verità sulla bontà o meno della decisione arbitrale che annullò il gol, ma anche delle ragioni che l’hanno reso leggendario accrescendone l’epicità negli anni. 
Oltre a rivivere quell’evento con i calciatori che erano in campo, abbiamo dato sfogo a quei tifosi, celebri e non, che quel giorno erano allo stadio cullando una speranza. E che rivivono quel momento come se non fosse passato neanche un giorno. A queste interviste, poi, si aggiungono in un intreccio dialogico tutti i contributi RAI più significativi del periodo. Il viaggio alla ricerca della verità tocca i luoghi in cui si è vissuta quella giornata, fa rievocare le emozioni dei testimoni diretti – primo tra tutti Turone che si è sempre rifiutato di rivivere quel trauma – e utilizza spezzoni di film, di serie televisive e materiali fotografici e non legati a quel gol. Alla fine, ciò che emerge è un ritratto nostalgico degli anni Ottanta, di un calcio che non esiste più, della prima stagione in cui gli stranieri tornarono a giocare in serie A, dei due punti per vittoria, degli arbitri vestiti di nero, di Novantesimo Minuto e della sua storica sigla “Pancho”, ma soprattutto de Il Processo del Lunedì, dove per la prima volta, oltre la cronaca, si commentavano le partite e i loro episodi più controversi, come appunto il Gol di Turone.
Er gol de Turone era bono è il racconto di un fenomeno sociale di massa, il calcio, ma in particolare del primo grande esodo del popolo romanista per mettere sotto assedio ed espugnare la roccaforte juventina. Ma è anche la storia di un uomo, il vero eroe e protagonista, Maurizio “Ramon” Turone, che suo malgrado per un gol non assegnato è un simbolo e una leggenda. Er gol de Turone era bono è un omaggio a Ramon e a tutto quel popolo che in lui ancora si riconosce.

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