“Il confronto va agito”: si è concluso nel segno del dialogo attivo tra culture diverse il progetto “Oltre i banchi: laboratorio contro il razzismo”, promosso dalla Fondazione Intercammini, in collaborazione con l’Associazione culturale Spring, e finanziato da UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri), nella XIX Settimana d’azione contro il razzismo. La mattinata alla Sapienza Università di Roma è stata scandita dalla lettura da parte di 19 studenti del racconto “Nassan Tenga” della scrittrice di origini burkinabé Leaticia Ouedraogo, incluso nella raccolta “Future. Il domani narrato dalle voci di oggi”, curata da Igiaba Scego e pubblicata nel 2019 da Effequ. Il reading ha emozionato per il coinvolgimento e la capacità di ascolto della parola letta che si è tramutata in voce di speranza in questi giovani che studiano per diventare mediatori culturali all’interno dei Corsi di Mediazione linguistica e interculturale e di Lingue della Sapienza Università di Roma. “La formazione interculturale andrebbe offerta a tutte le categorie professionali”, ha osservato il professore Stefano Tedeschi, docente di Lingua e Letterature Ispanoamericane, che è stato protagonista di un excursus letterario da Seneca a Joseph Conrad alla ricerca di personaggi interculturali nella tavola rotonda di apertura “Quali anticorpi contro razzismo e hate speech?”. Il docente ha sottolineato l’importanza della narrazione letteraria nel sollecitare la riflessione sulle relazioni interculturali e sul razzismo. Al dibattito sono intervenuti anche: Cinzia Sabbatini, presidente della Fondazione Intercammini, che si è soffermata sull’importanza della formazione alla consapevolezza del proprio quadro di riferimento culturale e sulla gestione delle relazioni interculturali attraverso il metodo degli shock culturali come antidoto al razzismo; Roberto Bortone, rappresentante dell’Unar Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha sottolineato il rischio dell’intelligenza artificiale nel silenziare le denunce e le segnalazioni di chi è bersaglio dell’odio che viaggia in Rete; e il sociologo Davide Valeri, che ha illustrato come in base ad una sua ricerca qualitativa sul razzismo subìto dagli afrodiscendenti in Italia, la scuola elementare si sia rivelata per tutti gli intervistati un luogo in cui è necessario intervenire per il contrasto alle discriminazioni. L’evento conclusivo del progetto “Oltre i banchi: laboratorio contro il razzismo”, infine, ha raccolto le impressioni degli studenti su questa esperienza di teatro interculturale intesa nel significato di essere “attori”, quindi agire, all’interno della società, per diffondere inclusione attraverso la conoscenza di storie che sono interculturali. Tra i giovani, ai quali è stato chiesto quali parole del testo avessero risuonato in loro maggiormente, c’è stato chi ha sottolineato la parola “emancipazione”, chi la parola “futuro”, entrambe parole chiave nel racconto che sanno di speranza e di cambiamento. C’è stato, poi, anche chi ha sottolineato i traumi che il razzismo causa a livello psicologico. Gli studenti che hanno partecipato attivamente al progetto, preparandosi all’approccio al testo, riflettendo sui temi di intercultura e razzismo, in tre precedenti intensi pomeriggi, sono stati: Michela Agresti, Maria Jessica del Mundo Bacay, Elisa Carapellese, Nicole Carotti, Vanessa Cenci, Alessandro Conti, Antonino D’Arrigo, Alice Carla De Marco, Maria Rosaria Di Bella, Sara El Abdallaoui, Koni Liliana Venero Escobar, Ilaria Giangregorio, Alessia Ilisei, Fabiana Marino, Daniela Marolla, Sara Mercuri, Ludovica Pacelli, Marika Sinato, Paolo Saverio Rotella, Cristian Zullo. A loro è andato l’appello dell’operatore culturale Mauro Santopietro: “Evitate di essere smart, cercate la complessità: la semplicità è figlia di modelli necessari all’uomo perché creano identità, ma sono pericolosi, portano alla chiusura e alla mancanza di dialogo”, incitando: “Non abbiate paura di mettervi in gioco proprio come avete fatto nel laboratorio”. Grazia Sgueglia, organizzatrice teatrale, ha sottolineato come l’espressione artistica che consista in un film, un racconto, una fotografia, uno spettacolo teatrale, un reading, abbia la capacità di arrivare alle persone con più immediatezza e intensità. Cristiana Russo, mediatrice e formatrice culturale, ha aggiunto che il teatro in particolare sollecita quelle capacità quali l’ascolto e l’empatia che sono fondamentali come antidoto al razzismo. In più, ha messo in evidenza come quello che per la scrittrice Leaticia Ouedraogo era ancora una speranza sia diventato realtà grazie al coraggio e alla volontà sua e degli altri afrodiscendenti: “volevamo diventare anche insegnanti, imprenditori, avvocati, giornalisti, scrittori, volevamo marcare la nostra presenza in televisione, alla radio, nelle università, come studiosi del paradiso dantesco e del razzismo, perché per noi non erano intenzioni dicotomiche, ma rispecchiavano la nostra pluralità identitaria e culturale”. In chiusura, il sociologo Davide Valeri ha commentato quanto “la giornata sia stata veramente interessante, ricordando l’Italia multiculturale e l’importanza del contrasto al razzismo”.
Il laboratorio “Oltre i Banchi” è un progetto di Cristiana Russo, mediatrice e formatrice culturale; Cinzia Sabbatini, presidente della Fondazione InterCammini e formatrice interculturale; Mauro Santopietro, operatore culturale; e Grazia Sgueglia, fondatrice dell’associazione Spring e organizzatrice teatrale.
La parte grafica e fotografica è stata curata dall’art director Francesco Callegher.
Per informazioni oltreibanchi@gmail.com