Buon pomeriggio,
inviamo di seguito e in allegato la flash note “Stretta creditizia, flessione della crescita e picco del tasso di policy” a cura di Frederik Ducrozet, Responsabile della ricerca macroeconomica di Pictet Wealth Management sul mercato dei tassi, probabilità di recessione e le prossime mosse della Fed.
Restiamo a disposizione.
Una buona giornata,
Giovanni Prati
+39 351 5293362
Stretta creditizia, flessione della crescita e picco del tasso di policy
- Le recenti tensioni nel settore bancario, sebbene si stiano stabilizzando, inaspriranno probabilmente le condizioni di finanziamento e aumenteranno ulteriormente la probabilità di una recessione negli Stati Uniti. Prevediamo quindi una recessione a partire dal secondo semestre, con una crescita del secondo trimestre ormai prossima allo zero. La spesa ciclica più dipendente dal credito, tra cui le scorte e gli investimenti delle imprese, dovrebbe indebolirsi ulteriormente
- Una crescita più debole dovrebbe contribuire a raffreddare il mercato del lavoro e a ridurre i rischi di inflazione a medio termine, ma con un certo ritardo. Continuiamo a prevedere che l’inflazione PCE core rallenterà al di sopra dell’obiettivo del 3,5% entro la fine dell’anno, senza innescare una spirale salari-prezzi. È probabile che l’inflazione degli alloggi diminuisca in modo più marcato nei prossimi mesi, insieme a una graduale decelerazione dell’inflazione core dei servizi e dei beni
- La Fed è molto vicina a raggiungere il picco di politica monetaria. La scelta del FOMC di alzare i tassi di 25 punti base o di fare una pausa a maggio è ancora molto difficile. Ciò dipenderà dal fatto che i policymaker daranno maggiore importanza a dati economici fondamentali solidi, ma in ritardo, o a segnali di deterioramento, ma in anticipo, delle condizioni del credito. Visti i lunghi e variabili ritardi nell’inasprimento delle politiche, potrebbe essere prudente per la Fed aspettare e valutare. In ogni caso, se la Banca Centrale americana effettuerà un rialzo a maggio, riteniamo che sarà l’ultimo di questo ciclo di inasprimento
- Non prevediamo tagli dei tassi quest’anno a causa di un’inflazione superiore al target, ma i rischi emergono in caso di una forte contrazione del credito. Non prevediamo modifiche nell’inasprimento quantitativo nel 2023, ma non escludiamo un arresto anticipato, dato che ci avviciniamo a livelli di scarsità di riserve bancarie
ENGLISH VERSION
Credit squeeze, growth downturn, and peak policy rate
- Recent banking sector stress, although stabilizing, is likely to tighten financing conditions and further raise the probability of a recession in the US. We expect a recession starting from H2, with Q2 growth now downgraded close to zero. Cyclical spending more dependent on credit, including inventories and business investment, should weaken further
- Weaker growth should help cool the labor market and reduce medium-term inflation risks, with a lag. We continue to expect core PCE inflation to slow to an above-target 3.5% by year end, with no wage-price spiral. Housing inflation is likely to fall more markedly in coming months, along with a gradual deceleration in core services and goods inflation
- The Fed is very close to reaching peak policy rate. It remains a close call whether the FOMC will hike rates by 25bps or pause in May. The decision will come down to whether officials place more emphasis on solid, but lagging, fundamental economic data, or deteriorating, but leading, credit condition signals. Given the long and variable lags of policy tightening, it may be prudent for the Fed to wait and assess. Either way, if the Fed hikes in May, we believe it is going to be the last one this tightening cycle
- We still see no rate cuts this year due to above-target inflation, but risks emerge if there is a severe credit crunch. We don’t expect changes to quantitative tightening in 2023 but wouldn’t rule out an earlier stop as we approach levels of bank reserves scarcity