Seduta di audizioni in Commissione sanità presieduta da Enzo Di Gregorio.
All’ordine dei lavori l’audizione richiesta dal referente del tavolo sull’autismo per la Commissione sanità Antonio Calabrese, dell’assessore alla sanità e del direttore del Dipartimento salute, in relazione all’applicazione delle misure approvate nel bilancio regionale al fine di aiutare le famiglie dei bambini affetti dai disturbi dello spettro autistico.
Con l’articolo 72 della legge regionale di bilancio 2023, è stata assegnata una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro, nelle more della completa attivazione delle strutture dedicate per i disturbi dello spettro autistico di cui al regolamento regionale 8 luglio 2016, n. 9 (Rete assistenziale territoriale sanitaria e sociosanitaria per i Disturbi dello Spettro Autistico. Definizione del fabbisogno e dei requisiti organizzativi, tecnologici e strutturali), al fine di concedere un contributo, alle spese sanitarie sostenute dai cittadini con disturbi dello spettro autistico, residenti in Puglia, che si avvalgono del metodo ABA, di terapie logopediche o di altri metodi sostenuti da evidenza scientifica, quale trattamento riabilitativo presso centri specializzati, da operatori con comprovata e documentata formazione ed esperienza, insistenti nel territorio regionale.
Inoltre, nella disposizione di legge è stato specificato che al fine di consentire l’avvio delle attività dei centri specializzati per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico previste dal regolamento regionale, nelle more di programmare una adeguata formazione per alcune professionalità carenti, si rende necessario prevedere l’intercambiabilità, per un periodo transitorio di massimo 12 mesi delle figure professionali previste.
Da parte del dott. Calabrese sono giunte le sollecitazioni ad uniformare i vari metodi di rendicontazione nelle varie province ed a rilanciare la proposta di attivare una task force sull’autismo per dare risposte agli utenti e fungere da supporto all’attività politico-istituzionale e tecnico-gestionale per affrontare la gestione del fondo di 5 milioni a disposizione. Ha evidenziato che oggi i centri accreditati risultano essere 17 su 82 previsti dal Regolamento. Da qui la necessità di avere un quadro chiaro per singola provincia, visto che vi sono alcune che non hanno alcun centro accreditato.
La posizione dell’assessore alla sanità Rocco Palese sulla tematica è quella di agire con assoluta necessità in un contesto di certezza di utilizzo delle risorse disponibili e quindi di istituire strutture di eccellenza per ogni ASL. Nel frattempo il dipartimento ha predisposto due deliberazioni che saranno approvate nelle prossime ore dalla Giunta regionale in cui sono stabiliti i criteri e le modalità per l’assegnazione dei finanziamenti.
Nel corso della seduta è stata affrontata anche la questione portata all’attenzione dal consigliere Antonio Gabellone, della definizione della natura giuridica ed organizzativa del Centro ILMA di Gallipoli.
Sono stati convocati quindi in audizione l’assessore alla sanità, il direttore del Dipartimento salute, il responsabile scientifico LILT Lecce ed il presidente LILT Lecce.
Il consigliere Gabellone ha ricordato che già nel corso della seduta del 25 novembre del 2022 il tema all’oggetto è stato ampiamente discusso alla presenza non solo dell’Assessorato al ramo, ma anche dell’Università del Salento. Tuttavia, ha aggiunto Gabellone che ad oggi, agli impegni assunti dall’assessore Palese di definire in tempi celeri, a mezzo di apposita deliberazione di Giunta, la natura giuridica ed organizzativa del Centro Ilma di Gallipoli non è stato dato seguito.
Da qui la richiesta del responsabile scientifico dott. Giuseppe Serravezza e del presidente Lilt Lecce Carmine Cerullo di capire se la Regione Puglia sia ancora intenzionata a riempire di contenuti e professionalità una struttura importante, frutto dell’attività della LILT e se si vuole dare seguito ad un progetto importante che vede la realizzazione di una struttura all’avanguardia per contrastare e ridurre le cause dei tumori nel territorio salentino, che dovrebbe nascere alle porte di Gallipoli in un’area di sette ettari di cave dismesse e interamente autofinanziata.
L’assessore Rocco Palese a riguardo ha detto che la Regione Puglia dà atto del lavoro effettuato dalla Lilt su tutto il territorio regionale e che l’interesse regionale è confermato ed è intendimento dell’Assessorato far rientrare questa realizzazione nel contesto delle strutture sanitarie. Ma, l’assessore ha precisato che per la realizzazione del progetto è doveroso far riferimento agli unici strumenti possibili esistenti che riguardano le procedure per le autorizzazioni all’esercizio e accreditamento, che sono le stesse sia per il pubblico che per il privato.
Si pone il problema di eseguire le procedure ed il Dipartimento è a disposizione a determinare tutte le procedure su presentazione delle istanze per l’autorizzazione e accreditamento. Quindi, non resta che formalizzare la proposta che è la base per avere il prosieguo e per poter farsi esprimere sul tipo di gestione.
Come ultimo punto, i lavori sono stati interessati dal prosieguo dell’audizione richiesta dal consigliere Stefano Lacatena, dell’assessore alla sanità, del direttore del Dipartimento salute e dei rappresentanti dei gestori delle residenze, sullo stato delle RSA della Puglia.
Il consigliere Lacatena ha specificato che quanto sta accadendo in alcune RSA della Puglia concorre a confermare la necessità di dover effettuare una profonda riflessione in merito alla capacità del sistema sanitario di poter garantire livelli essenziali di assistenza. Secondo lui, emerge chiara l’esigenza di riorganizzare interamente il sistema delle residenze socioassistenziali, ascoltando anche i gestori che oggi si sentono impossibilitati ad assicurare quanto loro richiesto dalla normativa regionale. Una normativa che va rivista con il contributo di tutti gli attori coinvolti e che punti, quindi, a rimettere al centro il cittadino-paziente fragile e le sue esigenze.
Le associazioni datoriali hanno evidenziato l’enorme burocratizzazione in ordine alle procedure da seguire per l’attivazione dei centri residenziali sanitari che, secondo il loro punto di vista ledono solamente gli utenti finali. Quindi, l’urgente richiesta di modificare la legge regionale che disciplina le autorizzazioni alla realizzazione e all’esercizio all’accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private, al fine di abbreviare il procedimento.
A tali richieste, il direttore del Dipartimento salute Vito Montanaro ha risposto dicendo che la facilitazione dei percorsi normativi richiesta è in corso di valutazioni e che le norme vanno adeguate ai tempi implementando il DM 70/2015 di definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, ma nello stesso tempo non si può non tener conto che la Puglia è in programma operativo.