Buongiorno,
inviamo di seguito la flash note “In attesa della guidance” a cura di César Pérez Ruiz, Head of Investments & CIO di Pictet Wealth Management con una view settimanale sulle principali tematiche globali e sull’andamento dei mercati finanziari.
Restiamo a disposizione.
Una buona giornata,
Lucrezia Pisani
+39 347 6732479
In attesa della guidance
La scorsa settimana un indice sui prezzi al consumo statunitense più basso delle attese ha sospinto le azioni e le obbligazioni sulla base della speranza che la Federal Reserve termini presto i suoi aumenti dei tassi. Il dollaro si è indebolito. L’inflazione complessiva è rallentata al 3,0% a giugno, l’aumento anno su anno più contenuto da marzo 2021, un livello più basso rispetto al 4,0% di maggio. L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di alimenti ed energia, è diminuito al 4,8% anno su anno rispetto al 5,3%. A giugno una discesa dell’8% rispetto al mese precedente del costo dei biglietti aerei e il ribasso dei prezzi delle auto usate hanno evidenziato l’allentamento della pressione dei costi. I prezzi della produzione a giugno sono aumentati solo dello 0,1% anno su anno. Considerata la tensione del mercato del lavoro e il fatto che l’indice dei prezzi al consumo è tuttora sopra il tasso obiettivo del 2% della Fed, rimane comunque assai probabile che quest’ultima alzi i tassi di 25 punti base nella sua riunione del 25-26 luglio. A dimostrazione del perdurante buono stato di salute dell’economia statunitense, il sondaggio sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan a luglio ha raggiunto il suo massimo da settembre 2021, superando le aspettative. Le vendite online hanno registrato un’impennata la scorsa settimana grazie alle promozioni. Monitoreremo le vendite al dettaglio negli Stati Uniti in questa settimana. Il sondaggio del Michigan sulle aspettative inflazionistiche a 1 anno è salito al 3,4% dal 3,3% di giugno. Il mercato punta ora la sua attenzione sulla stagione degli utili del secondo trimestre. I primi risultati delle banche mostrano che queste hanno ottenuto ottimi profitti in questo periodo. Siamo sottopesati sulle azioni e la nostra preferenza va alle imprese europee e giapponesi prediligendo una gestione attiva.
In Cina l’inflazione dei prezzi al consumo è scesa allo 0% a giugno rispetto allo 0,2% a maggio. I prezzi alla produzione sono diminuiti del 5,4% anno su anno dopo un calo del 4,6% nel mese precedente. Il calo del PPI indica una contrazione dei profitti per le imprese industriali. La debolezza dei dati cinesi ha spinto la People’s Bank of China (PBoC) ad annunciare ulteriori misure di supporto per l’economia. Prevediamo misure di stimolo mirate, che però potrebbero deludere il mercato. I dati sul credito in Cina mostrano segnali di miglioramento, con i nuovi prestiti delle banche che hanno espresso una espansione superiore alle previsioni a giugno rispetto al mese precedente. La crescita del PIL cinese è rallentata allo 0,8% nel secondo trimestre, mentre nel primo trimestre era stata del 2,2%.
Guardando ai mercati, la scorsa settimana l’S&P 500 ha guadagnato il 2,4% (in USD) e i tassi obbligazionari sono scesi grazie alla moderazione dell’inflazione. Le small cap statunitensi hanno visto un rimbalzo superiore a quello dell’S&P 500, essendo più indebitate rispetto alle società di maggiori dimensioni. Il dollaro è stato penalizzato dalla diminuzione dell’indice dei prezzi al consumo (IPC), in quanto i mercati prevedono ora un orientamento meno restrittivo da parte della Fed. L’euro si è apprezzato a 1,12 contro il dollaro, segnando un rialzo del 2,4% in settimana. Un ribilanciamento del Nasdaq 100 potrebbe essere accompagnato da un incremento della volatilità a breve termine. Il prezzo del petrolio è aumentato in risposta ai tagli di produzione da parte dell’Arabia Saudita. Sul fronte geopolitico, la Turchia ha appoggiato la Svezia per il suo ingresso nella NATO.