da Payden & Rygel – Il rapporto sull’occupazione USA indica un “atterraggio morbido”

Buongiorno,

di seguito e in allegato inviamo un approfondimento dedicato al rapporto sull’occupazione USA di luglio e le sue implicazioni su crescita e mercato del lavoro a firma di Jeffrey Cleveland, Chief economist di Payden & Rygel.

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Un caro saluto,

Lucrezia Pisani

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Il rapporto sull’occupazione USA indica un “atterraggio morbido”

 

A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel 

Milano, 09 agosto 2023 – Stando alla pubblicazione dell’ultimo rapporto sull’occupazione, la media mobile o “Moving Average” a 3 mesi (“3MA”) della crescita mensile dei posti di lavoro a seguito delle revisioni è ora pari a +218k. L’indice 3MA ha registrato un rallentamento rispetto ai +434k posti di lavoro di un anno fa e, di conseguenza, la crescita dei salari si è attenuata, sebbene +200k rappresenti ancora un incremento piuttosto solido. Nel frattempo, il mese di luglio ha riportato un altro forte aumento del dato sull’occupazione nell’indagine sulle famiglie, con un incremento pari a +268k posti, sufficiente a far scendere il tasso di disoccupazione al 3,5%, appena un decimo al di sopra del valore minimo del ciclo. 

Il mese scorso alcuni colleghi erano preoccupati per l’aumento del tasso di disoccupazione U-6, la misura più ampia della disoccupazione, che include le persone che lavorano part-time e che desiderano un impiego a tempo pieno. Ma a luglio quest’ultimo è sceso al 6,7%, anch’esso appena un decimo al di sopra del valore minimo del ciclo. La retribuzione oraria media è aumentata dello 0,4% su base mensile e del 4,4% su base annua, mentre per i lavoratori subordinati gli stipendi sono aumentati dello 0,5% su base mensile. Risultano interessanti anche alcuni dettagli meno noti del rapporto. Ad esempio, guardando ai dati sulle richieste iniziali di disoccupazione dello scorso giovedì, possiamo affermare che sia il tasso di disoccupazione che quello dei licenziamenti sono bassi. Tuttavia, secondo il rapporto sull’occupazione di luglio, la percentuale di chi ha lasciato il proprio impiego, rispetto al totale dei disoccupati, è aumentata del 14,6%, vicino al livello massimo del ciclo. 

Nel complesso, non riteniamo che il rapporto di luglio sulla situazione occupazionale cambi le previsioni: la crescita del numero dei posti di lavoro sta rallentando ma è ancora piuttosto forte (come avviene ormai da più di un anno), il tasso di disoccupazione è vicino ai minimi del ciclo, la crescita dei salari è discreta ma non in maniera allarmante. Tutte evidenze coerenti con uno scenario di atterraggio morbido, per il momento. Non dimentichiamo che il mercato si aspetta ancora un rialzo dei tassi previsto per l’autunno, il che porterebbe il tasso dei Fed funds al 5,5-5,75%. 

Infine, è senza dubbio curioso che il tasso di disoccupazione sia al di sotto del livello in cui si trovava all’inizio della più rapida campagna di inasprimento della politica monetaria della Fed in oltre quattro decenni. È forse questa la notizia più importante? Gli orsi hanno insistito sul fatto che i rialzi della Fed avrebbero tolto il tappeto da sotto i piedi dell’economia e dei mercati. Tuttavia, questa profezia non si è avverata, anche se i più fedeli restano ancora in attesa. A questo proposito, la Fed ha dichiarato che avrebbe contenuto l’inflazione ammorbidendo il mercato del lavoro. Ad oggi l’inflazione si è attenuata e la crescita dei salari è diminuita; eppure, sorprendentemente, il tasso di disoccupazione è ancora vicino ai minimi del ciclo.

 

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Payden & Rygel 

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