comunicato ANTONELLA PAGANO

Carissim ti sarei grata se potessi pubblicare questo comunicato,

un abbraccio con immenso affetto.

Paola 



SUCCESSO PIENO di Antonella Pagano con la sua opera teatrale: Brigantessa dalle lunghe trecce.

 “Con una Roma dai misteriosi colori che vorrebbero farsi autunnali ma restano nel lussureggiare d’una estate resistente alla morte”, come riferisce la Pagano,  è andata in scena con pieno successo di pubblico e critica: “Brigantessa dalle lunghe trecce”- nel Teatro di Documenti – sold out – fondato dai magnifici: Damiani, Sinopoli e Ronconi, teatro ideale per le opere della sociologa, poeta e drammaturga Antonella Pagano. La Pagano ha narrato e cantato – lei è superba nel narrar-cantando – la storia di due donne, una lucana e una calabrese, che si sono date alla macchia per ragioni che si sveleranno drammaticamente non meno che poeticamente; due donne che, con ardimento e coraggio inaudito, diedero mani, gambe e pensiero, quando anche la vita, agli eventi volti ad unificare il territorio italiano. Opera Letteraria che vince il prestigioso premio “San Vitale” della Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Bologna; Opera lente di ingrandimento su un’identità femminile ignorata dal grande pubblico, distorta e privata della reale dignità; Donne private di qualsivoglia diritto, Donne che perdono finanche nome e cognome; Donne ignorate dalla Storia (eccetto recenti brevi citazioni spesso irriverenti anche della verita’), che fuggono per compiere l’unico viaggio che potrà garantire loro, a rischio della vita, la conquista dell’ “identità con dignità”. Si faranno “belva”, insieme alla femminilità e ai dolori per i figli trucidati o per ripulsa verso padri voltagabbana-, seppelliranno passione, ideali, origini, amore, identità civile, tenerezza, delicatezza, le stesse sembianze femminili -non brutte- piuttosto nascoste sotto cappellacci. In questa opera, com’è consuetudine della Pagano, l’uso della parola poetica non è solo sfida teatrale, piuttosto è un tributo, è riconoscere alla Brigantessa, nel 2011 che celebrava i 150 dell’Italia Unita: il posto nella Storia di quel momento storico…suggerimento per riconoscerglielo pienamente oggi, nella storia contemporanea. Anche le musiche, oltre ai testi, sono della scrittrice appulo-lucana-romana-italiana-terrestre Antonella Pagano; gli arrangiamenti sono del Maestro Daniela Brandi che sa armonizzarsi nel virtuoso giuoco d’intreccio di sillabe e note che la Pagano ama immensamente. “Quante donne morte” è il brano che sintetizza musicalmente il mood di tutta l’opera ma anche dell’attuale irrazionale cronaca che narra la fine cui sono condannate tante donne. Poesia civile, drammaturgia civile con una bella dose di epica romantica. La Brigantessa dalle lunghe trecce è anche un manifesto, il manifesto della femminilità, del Principio Femminile che permea la filosofia e la storia di tutti i tempi e che la Pagano auspica sappia trovare l’incastro magico con il Principio Maschile per riuscire, una volta per tutte, a cambiare i destini dell’Umanità nel senso più benefico ed edificante. Per tutto questo ha voluto ardentemente il Teatro di Documenti in cui Pubblico e artisti condividono lo stesso spazio, vieppiù: lo agiscono entrambi. L’estasi è totalizzante, s’intreccia alla sostanza drammaturgica e alle abilità artistiche fino a compiere miracoli scenici sicchè gli obiettivi pedagogici, catartici, metamorfizzanti, evolutivi, sorprendenti e meraviglianti del Teatro della Pagano nello specialissimo sito incontrano tutti gli altri elementi, i più giusti per raggiungere al meglio gli obiettivi. La danza è stata onorata dai maestri Laura Amadei e Simone Salerno, il bel canto dalla soprano Flavja Matmuja e dal baritono Valdrin Gaashi. L’Opera e’ un caso, anzi due, di revisionismo storiografico di incommensurabile significato e valore. Un riesame critico che fa bene alla realtà storica e alle Donne che vissero e agirono quei momenti della storia di tutti noi, italiani del nord e italiani del sud, Guardia Nazionale e Briganti. Onore, dunque, allo scenografo più rivoluzionario di tutti i tempi, Luciano Damiani, anche costumista e regista, che ha donato l’esempio di architettura teatrale unico al mondo partorito dalla Sua innovativa concezione dell’arte scenica del tutto consonante con il teatro che scrive e interpreta la Pagano che, insieme al pubblico, vorrà porgere il tributo a Damiani che, in questo 2023 compie i 100 anni dalla nascita, ma anche ad una donna, presente in sala, che del Diritto ha fatto il proprio impegno professionale atteso che tutti i processi dell’epoca postunitaria furono celebrati dal maschile della Giustizia. Molte le autorità, i presidente di associazioni regionali, anche quella della Basilicata e molti i magistrati presenti, il Presidente del Consiglio di Stato che si sta occupando di “Diritto alla Bellezza” – in perfetta consonanza con il progetto della Pagano: i “Cantieri della Bellezza” che da innumerevoli anni va aprendo in siti, dimore, paesi e città di peculiare interesse storico-artistico-naturalistico ed architettonico; Cantieri dentro cui si muovono tutta una serie di iniziative, fra le altre le tre opere: quella appena realizzata e le due prossime del 18 novembre e il 30 gennaio 2024, sempre al Teatro di Documenti.

A.P.


 











Presidente Paola Zanoni
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