Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e AssoSoftware
www.osservatori.net
COMUNICATO STAMPA
Le aziende produttrici di software gestionali in Italia superano i 22,4 miliardi di euro di fatturato nel 2022 (+12%). Una PMI su due (54%) ha rivisto almeno un processo aziendale a seguito dell’introduzione di software e le imprese mature (12%) nell’utilizzo dei software presentano risultati economici nettamente migliori, ma mancanza di incentivi e formazione rallentano la crescita
Cresce di quattro punti percentuali in un anno (da 9% a 13%) il numero delle PMI che possono definirsi “avanzate” secondo l’indice di maturità nell’utilizzo dei software gestionali nato dalla ricerca degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware
I benefici più rilevanti riscontrati dalle PMI sono legati all’efficacia e la governance: maggior controllo sui processi (per l’83% del campione), riduzione degli errori (80%), maggiore visibilità e tracciabilità dei flussi di lavoro (79%)
Immagini a uso stampa disponibili a questo link iPress
Milano, 17 novembre 2023 – Nel 2022, le aziende che operano in Italia nell’ambito del software e dei servizi a esso correlati, hanno impiegato oltre 137.000 persone nel Paese, generando un fatturato di 56,3 miliardi di euro, con una crescita del + 9% rispetto all’anno precedente [1].
La quota legata ai soli software gestionali segna una crescita mediamente più alta rispetto ad altre tipologie di servizio, +12% rispetto al 2021, per un totale di 22,4 Miliardi di euro, ovvero il 40% del fatturato di comparto complessivamente analizzato.
Queste alcune delle evidenze emerse dalla ricerca “Software nelle PMI: un motore d’innovazione per l’Italia” a cura degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware.
“Dopo l’accelerazione nell’adozione di software gestionali registrata negli ultimi 2 anni, caratterizzati dalla diffusione dello Smart Working e dal cambiamento delle modalità di lavoro e di gestione dei processi aziendali, la crescita del settore nel 2022 è stata più contenuta” dichiara Marina Natalucci, Responsabile della ricerca sul software gestionale degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “Siamo in una fase di assestamento e di consolidamento degli strumenti in uso, in un contesto sicuramente critico per gli investimenti in innovazione, soprattutto per le PMI colpite dalla crisi energetica, dall’aumento dell’inflazione e dalle criticità in alcune catene di fornitura. Nonostante le complessità emergenti il mercato del software ha registrato una crescita. I passi avanti intrapresi negli ultimi anni nella digitalizzazione hanno fatto leva proprio sul software come strumento per rendere le aziende resilienti agli shock di contesto, come l’emergenza sanitaria, e i benefici percepiti impongono oggi di non arretrare, rinforzando la necessità di una visione strategica su questo comparto economico”.
La diffusione dei software gestionali nelle PMI nel 2023
La ricerca ha coinvolto un campione esteso di oltre 500 PMI cross-settoriali. In termini di adozione delle soluzioni gestionali, si rileva una sostanziale stabilità nei tassi di penetrazione nel comparto delle PMI nel 2022. Fa eccezione la Gestione documentale e workflow, che registra +5 punti percentuali rispetto al 2022 a per un’adozione complessiva da parte del 53% del campione: la crescente diffusione dello Smart Working ha spinto le organizzazioni a ripensare l’approccio al lavoro e le metodologie con cui portarlo a termine, automatizzando e snellendo flussi e processi trasversali come la gestione dei documenti aziendali.
Segue la gestione Amministrativa e contabile, che registra una dinamica contenuta ma rimane la soluzione software maggiormente diffusa (88%, +1 punto percentuale rispetto al 2022) in particolar modo a causa dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica, che alza notevolmente l’adozione puntuale rispetto ad altri software.
Infine, in ordine di diffusione dopo la Gestione amministrativa e contabile, con tassi di adozione fermi a quanto registrato nel 2022, è possibile trovare: la Gestione del personale (adottata dal 61% delle PMI), il Controllo di gestione (58%), la Gestione logistica e magazzino (54%), la già citata Gestione documentale e workflow (53%), l’Approvvigionamento e produzione (50%) e infine il CRM (42%).
Nonostante il contesto economico incerto che ha caratterizzato il 2022 e il 2023, il mercato del software non ha dato segni di cedimento, ma sembra anzi aver attivato una fase di consolidamento delle soluzioni già presenti in azienda. Un esempio di questa tendenza è la crescente attenzione all’ammodernamento degli applicativi in uso: infatti, crescono le PMI che aggiornano completamente le soluzioni adottate (34%; +5 punti percentuali) e si riducono le aziende che mantengono le soluzioni alla loro versione originale (7%, -2 p.p.).
Guardando ai dati emersi dalla ricerca, un primo segnale positivo è che sempre meno PMI scelgono di restare ferme nella condizione attuale: infatti, il 54% delle aziende analizzate ha rivisto almeno un processo aziendale a seguito dell’introduzione di un software, mentre un’azienda su 4 (il 26%) ha ritenuto necessario riscrivere tutti i processi aziendali a seguito dell’implementazione.
Tuttavia, seppur si registri una forte propensione alla revisione dei processi, sono ancora molte le aziende che prediligono la personalizzazione del software sulla base delle esigenze funzionali del business: le soluzioni maggiormente personalizzate sono l’Approvvigionamento e produzione (applicativo personalizzato nel 40% dei casi) e la Gestione del personale (38%).
Anche l’integrazione applicativa tra i vari software migliora passando dal 29% al 38% nelle imprese analizzate, un valore tuttavia ancora basso anche guardando all’integrazione esterna dove il 43% delle PMI non prevede uno scambio dati automatico di informazioni con gestionali e altri sistemi di terze parti.
In generale, il settore è caratterizzato da esigenze in continuo cambiamento: le tecnologie digitali evolvono rapidamente e la filiera del software è dunque dinamica e ricca di opportunità di innovazione: solo il 26% delle PMI si rivolge ad un unico fornitore, mentre la maggior parte sceglie soluzioni diverse per rispondere al meglio ai bisogni dell’azienda.
Complessivamente, nell’ambito dell’indice di maturità sviluppato dalla ricerca, le aziende hanno fatto diversi passi in avanti. Solo il 13% delle aziende è oggi all’inizio del percorso di trasformazione (in decrescita di 4 punti percentuali rispetto a un anno fa), mentre Il 55% (+9 punti percentuali) del campione detiene un indicatore complessivo superiore alla media di mercato e il 13% (+4 p.p.) appartiene al cluster delle aziende avanzate che hanno avviato azioni in tutte le dimensioni identificate. Osservando i risultati di business di queste aziende, le PMI più mature nell’utilizzo dei software gestionali risultano più competitive rispetto alle altre e registrano un tasso medio annuo di crescita del fatturato e dell’Ebitda significativamente più elevato.
Il cambiamento organizzativo e la visione sul digitale
Nel corso degli ultimi anni, è stato possibile registrare alcuni miglioramenti nella formazione di adeguate competenze nel campo del digitale che, tuttavia, permane come principale difficoltà per le medio-piccole imprese nella trasformazione digitale.
È raro vedere queste aziende investire in personale dedicato ad attività non prettamente attinenti al core business dell’azienda e confrontando i dati di attivazione di utenze per i software gestionali con quelli sulle iniziative di formazione intraprese, appare chiaro come sia ancora necessario lavorare in questa direzione.
Nel 54% dei casi le utenze per l’utilizzo dei software gestionali sono state attivate a più del 40% dei dipendenti, nel 30% dei casi a più dell’80% del personale. A fronte di un utilizzo diffuso però, nel 61% dei casi meno del 40% dei dipendenti hanno seguito corsi di formazione sulle soluzioni adottate. Solo nel 17% dei casi è stato formato più dell’80% del personale.
In questo contesto, la partnership delle PMI con i fornitori di software ricopre un ruolo fondamentale: l’86% delle aziende intervistate dichiara di appoggiarsi proprio al personale dei fornitori per sopperire alla mancanza di risorse interne, delegando competenze tecnico-operative altrimenti difficili da reperire.
“Accanto a questo processo di esternalizzazione è però fondamentale sviluppare in azienda una visione strategica sul digitale, favorendo un utilizzo pervasivo delle soluzioni digitali introdotte e portando avanti specifiche iniziative di formazione e change management” afferma Piermassimo Colombo, VicePresidente di AssoSoftware. “È evidente che, per ottenere una piena maturità di utilizzo delle soluzioni gestionali e recepirne appieno i benefici di efficienza e di efficacia nei processi aziendali, è necessario lavorare sia sulla dimensione tecnologica, legata all’adozione dei software e alla loro integrazione, sia su quella organizzativa associate alla revisione dei processi e delle modalità di lavoro, così come sulla formazione dei dipendenti, il primo passo per far comprendere ai lavoratori i benefici derivanti da un uso consapevole di queste applicazioni.”
Sfide e benefici di un utilizzo maturo dei software gestionali
Se è chiara la relazione tra un utilizzo maturo dei software gestionali e una maggiore competitività delle aziende, il percorso di trasformazione è caratterizzato da diverse aree di lavoro e di conseguenza da diverse tipologie di sfide.
Sia le piccole che le medie imprese segnalano in primo luogo la presenza di barriere di carattere culturale; infatti, affermano di soffrire la mancanza di cultura, competenze e persone sul digitale nel 41% dei casi per le piccole imprese, e nel 57% per le medie imprese (maggiore criticità riscontrata per questa categoria di aziende). Un’altra barriera di carattere culturale è la resistenza al cambiamento e la relativa difficoltà d’implementare l’uso del digitale in azienda (40% nelle piccole imprese e 55% nelle medie).
Tuttavia, i due comparti presentano alcune differenze sostanziali. Nel caso delle aziende di piccola dimensione, la difficoltà principale è legata alla capacità di investimento e alla mancanza di incentivi statali dedicati al software (46% delle piccole imprese). Mentre le medie imprese più strutturate dal punto di vista organizzativo, oltre ai freni legati alle competenze e alla cultura, dichiarano uno scarso impegno dei decisori aziendali (31% delle medie imprese), che difficilmente detengono una visione strategica sul digitale e risultano scarsamente coinvolti nella gestione del cambiamento.
D’altro canto, sui benefici, misurabili e non, derivanti dall’utilizzo dei software gestionali, le imprese sembrano maggiormente allineate indipendentemente dalla dimensione.
I benefici più rilevanti sono legati all’efficacia e la governance dei processi: è possibile trovare al primo posto un maggior controllo sui processi (83%) e, di conseguenza, una riduzione degli errori (80%), una maggiore visibilità e tracciabilità dei flussi di lavoro (79%), l’aggiornamento in tempo reale dei dati (78%) e un aumento delle qualità delle attività (76%). Seguono una serie di benefici organizzativi come la migliore collaborazione tra i dipendenti (70%), la maggiore proattività di risposta a problemi e/o cambiamenti (67%) e il supporto a nuove modalità di lavoro come lo Smart Working (60%). Infine, si riscontrano benefici legati alla competitività del business: la maggiore scalabilità dei processi rispetto alla crescita dell’azienda (59%) e l’aumento della marginalità complessiva (48%).
“Il complesso contesto macroeconomico richiede una profonda riflessione sull’importanza del software come motore di resilienza e crescita per le imprese italiane. La filiera del software continua a mostrare solide performance in termini di fatturato e sostiene iniziative imprenditoriali” conclude Pierfrancesco Angeleri, Presidente AssoSoftware. “Nonostante i benefici derivati dal software gestionale, capace di sfruttare in modo efficace le competenze digitali e di produrre crescite del fatturato e di utili nel tempo, esistono ancora oggi ostacoli culturali nelle imprese che ne devono ancora comprendere appieno il valore. In questo scenario, è fondamentale che il governo sostenga concretamente, nell’ambito del nuovo Piano “Transizione 5.0”, la diffusione del software tra le aziende italiane, in modo da consentire a tutte le imprese, anche quelle medio-piccole, di adottare il software come elemento abilitante per la crescita e la competitività.”
[1] Fonte: banca dati AIDA dopo selezione attraverso codici ATECO
******
Ufficio stampa Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano – www.osservatori.net
Barbara Balabio: email: barbara.balabio@osservatori.net, Skype: barbara.balabio
Mirandola Comunicazione – osservatori@mirandola.net
Daniele Gatti: tel 393 810 8869, email: daniele@mirandola.net, Skype: daniele.gatti1
Monica Ollari: tel 320 791 0162, email: monica.ollari@mirandola.net
Segui Osservatori Digital Innovation anche su:
Facebook: https://www.facebook.com/osservatoridigitalinnovation/ X (Twitter): https://x.com/Osserv_Digital Instagram: https://www.instagram.com/osservatoridigitalinnovation/ YouTube: https://www.youtube.com/OsservatoriDigitalInnovation LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/osservatori-digital-innovation Telegram: https://t.me/osservatoridigitalinnovation
La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e consulenza nel campo dell’economia, del management e dell’industrial engineering, che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La School of Management possiede la “Triple crown”, i tre accreditamenti più prestigiosi per le Business School a livello mondiale: EQUIS, ricevuto nel 2007, AMBA (Association of MBAs) nel 2013, e AACSB (Advance Collegiate Schools of Business, ottenuto nel 2021). Nel 2017 è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS (EFMD Online Course Certification System). Inserita nella classifica del Financial Times delle migliori Business School d’Europa dal 2009, oggi è in classifica con il Full-Time MBA, Master of Science in Management Engineering e con l’Online MBA. In particolare nel 2023 l’International Flex EMBA si posiziona 10° al mondo nel Financial Times Online MBA Ranking. La Scuola è presente anche nei QS World University Rankings e nel Bloomberg Businessweek Ranking. La Scuola è membro di PRME (Principles for Responsible Management Education), Cladea (Latin American Council of Management Schools) e di QTEM (Quantitative Techniques for Economics & Management Masters Network). Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e POLIMI Graduate School of Management che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e sui programmi Master. Le attività della School of Management legate all’Innovazione Digitale si articolano in: Osservatori Digital Innovation, che fanno capo per le attività di ricerca al Dipartimento di Ingegneria Gestionale; Formazione executive e programmi Master, erogati da POLIMI Graduate School of Management.
Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale. Oggi sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione e Aggiornamento continuo. La Vision che guida gli Osservatori e` che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese. La mission e` produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di Innovazione Digitale in Italia. Le attività sono svolte da un team di quasi 100 tra professori, ricercatori e analisti impegnati su circa 50 differenti Osservatori che affrontano i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle Imprese (anche PMI) e nella Pubblica Amministrazione: 5G & Beyond, Agenda Digitale, Artificial Intelligence, Big Data & Business Analytics, Blockchain & Web3, Business Travel, Cloud Transformation, Cloud nella PA, Connected Car & Mobility, Contract Logistics “Gino Marchet”, Customer Experience B2b, Cybersecurity & Data Protection, Data Center, Design Thinking for Business, Digital B2b, Digital Content, Digital Identity, Digital Transformation Academy, Droni e Mobilità Aerea Avanzata, eCommerce B2c, EdTech, eGovernment, Export Digitale, Extended Reality & Metaverse, Fintech & Insurtech, Food Sustainability, FUTURES | Sense Making by System Thinking, HR Innovation Practice, Innovative Payments, Innovazione Digitale nella Cultura, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione Digitale nelle PMI, Intelligent Business Process Automation, International Observatory on Electronic Invoicing, Internet Media, Internet of Things, Life Science Innovation, Multicanalità, Omnichannel Customer Experience, Platform Thinking Hub, Professionisti e Innovazione Digitale, Quantum Computing & Collaboration, Sanità Digitale, Smart AgriFood, Smart City, Smart Working, Smart Working nella PA, Space Economy, Startup Hi-tech, Startup Thinking, Supply Chain Finance, Supply Chain Planning, Tech Company – Innovazione del Canale ICT, Transizione Industria 4.0, Travel Innovation.
AssoSoftware – Nata nel 1994, è l’Associazione italiana produttori software, presieduta da Pierfrancesco Angeleri, che riunisce, rappresenta e tutela le aziende dell’Information Technology che realizzano software per imprese, intermediari e Pubblica Amministrazione. Il settore del software genera un fatturato globale di 56,3 miliardi di euro; il solo comparto dei produttori di software gestionale per imprese e PA vale 22,4 miliardi di euro e impiega circa 137.000 dipendenti. Tutte le realtà associate hanno le loro fabbriche in Italia, fanno parte a pieno titolo del “Made in Italy” in quanto realizzano soluzioni innovative interamente ideate e sviluppate nel nostro Paese, contribuiscono in modo qualificato ad aumentare la competitività delle imprese, l’efficienza nella PA e l’occupazione. AssoSoftware è socio diretto di Confindustria, socio di XBRL Italia (Associazione per lo sviluppo e la diffusione di tassonomie in XBRL, eXtensible Business Reporting Language), di UNINFO (Ente nazionale di normazione per le Tecnologie Informatiche e loro applicazioni – federato all’UNI) e partecipa, in qualità di Day 1 Member, al progetto di Cloud Europeo dell’Associazione GAIA-X.
Assosoftware | ufficio stampa
Francesco Tedeschi Tel. +39 349 3255673 – +06.97790304 f.tedeschi@utopialab.it ufficiostampa@assosoftware.it
|