“Un Centro che nasce con una visione aprioristica verso una sola direzione, con una pregiudiziale verso una delle due parti e con l'idea del “tutti dentro“, a prescindere dalle profonde differenze di posizione su temi etici e valoriali, non può definirsi reale forza di centro, tantomeno essere percepito come un progetto solido e concreto e non solo come un semplice cartello elettorale, concepito per superare la soglia di sbarramento del 4% alle prossime elezioni Europee“, così Claudio Desirò, Segretario di Italia Liberale e Popolare, commenta i movimenti in corso in vista dell'appuntamento elettorale di Giugno.
“Dopo il fallimento del cosiddetto terzo polo, naufragato sia per i contrasti tra gli ego in campo, sia per lo strabismo politico che ne ha contraddistinto il percorso portandolo a diventare un piccolo supporto al centrosinistra, esterno ma al contempo organico ad esso, l'eventuale nascita di un nuovo progetto basato sugli stessi presupposti non può che far presagire i medesimi, fallimentari, risultati”, aggiunge Desirò.
“Di fronte alla polarizzazione ed alla radicalizzazione dei contenuti e del confronto politico, il nostro Paese ha la necessità di rafforzare il campo Liberale e Popolare, ma facendolo attraverso progetti concreti, intellettualmente onesti e con una prospettiva di lungo termine che non sia solamente finalizzata ad una visione poltronistica, con l'unico fine di superare soglie elettorali o di portare all'elezione di rari rappresentanti, passando attraverso candidature in liste partitiche sempre e solo di un parte politica precisa”, continua Desirò.
“Se un Centro vero e reale ha la legittima possibilità di marcare le proprie distanze dalle aree più sovraniste e populiste di una coalizione, dovrebbe al contempo evidenziare in modo coerente le profonde differenze da una sinistra oggi oltremodo populista, radicale e statalista con la quale i veri liberali e popolari non possono avere punti in comune. Invece, non vi è occasione in cui i promotori di questo presunto centro non rimarchino le distanze da una sola parte, confermando invece di collaborare e cercare sintesi in una direzione che con liberalismo e pensiero popolare nulla ha a che fare”, conclude Desirò.