T. Rowe Price – Sei fattori chiave che confermano prospettive incoraggianti per le small cap statunitensi

Buongiorno,

invio di seguito e in allegato un commento sui sei fattori chiave che confermano le prospettive incoraggianti per le small cap USA. Il commento è a cura di Curt Organt, Portfolio Manager, e Matt Mahon, Co- Portfolio Manager, T. Rowe Price

 

Buon lavoro

massimo

 

 

 

T. Rowe Price – Sei fattori chiave che confermano prospettive incoraggianti per le small cap statunitensi

 

A cura di Curt Organt, Portfolio Manager, e Matt Mahon, Co- Portfolio Manager, T. Rowe Price

 

In un contesto di inflazione elevata, 18 mesi di rialzi dei tassi d’interesse e timori sempre presenti di recessione, la resilienza generale dell’economia statunitense durante tutto questo periodo se non è passata inosservata, è stata quantomeno sottovalutata da molti investitori. Tuttavia, questa resilienza è stata sottolineata di recente, con l’economia che ha registrato una forte crescita nel terzo trimestre, ben superiore alle aspettative.

 

Allo stesso tempo, l’inflazione è diminuita, allentando la pressione sui policymaker affinché aumentassero ulteriormente i tassi. I dati incoraggianti accrescono il potenziale per un atterraggio morbido dell’economia nel 2024, sfidando le previsioni più cupe che hanno prevalso per gran parte degli ultimi due anni. 

 

Sconto di valutazione storicamente ampio

Per le aziende statunitensi più piccole, che negli ultimi anni hanno sopportato il peso dell’accresciuta avversione al rischio, questo segna un punto di svolta significativo. Con il ritorno della propensione al rischio e i fondamentali che prevalgono ancora una volta sul sentiment, l’estremo sconto relativo sulla valutazione delle società più piccole appare sempre più attraente. 

 

Storicamente i titoli delle società statunitensi a piccola capitalizzazione sono stati scambiati con un premio rispetto alle società a grande capitalizzazione, riflettendo il loro profilo di rischio/rendimento relativo più elevato. Negli ultimi anni, tuttavia, questa tendenza di valutazione si è invertita: i titoli a piccola capitalizzazione non solo vengono scambiati con uno sconto rispetto alle loro controparti più grandi, ma il differenziale è diventato estremo, ampliandosi a livelli mai visti da decenni.

 

Spesa dei consumatori solida 

L’economia statunitense è cresciuta del 4,9% annualizzato nel terzo trimestre, il ritmo più veloce in quasi due anni. Nel frattempo, l’inflazione è scesa al 3,2% a ottobre, segnando un calo spettacolare rispetto al massimo quarantennale del 9,1% registrato nel giugno 2022. 

 

Una delle principali forze alla base della resilienza dell’economia è stata la continua forza della spesa al consumo. Un forte mercato del lavoro con un elevato livello di occupazione significa che i salari statunitensi sono in aumento, mentre anche il risparmio in eccesso è a livelli storicamente elevati. È importante sottolineare che i consumatori statunitensi sono anche meno immediatamente esposti al forte aumento dei tassi d’interesse rispetto a molti altri Paesi. La maggior parte dei mutui domestici statunitensi – circa il 90% – sono a tasso fisso, con un’ampia percentuale garantita a tassi d’interesse a lungo termine ben al di sotto degli alti tassi disponibili oggi. In breve, i bilanci individuali sono in condizioni migliori rispetto a prima della pandemia, dando ai consumatori la fiducia necessaria per continuare a spendere.

 

Tuttavia, stiamo anche assistendo a uno spostamento delle tendenze di fondo della spesa, dai beni ai servizi. Ciò risale alla pandemia di Covid, durante la quale l’economia dei beni è rimasta solida, mentre l’economia dei servizi ha effettivamente chiuso i battenti. Ora stiamo vedendo questo squilibrio oscillare nella direzione opposta, con l’evidenza di un recupero concertato nella spesa per i servizi. È importante sottolineare che, dato che gli utili aziendali più piccoli sono molto più orientati all’economia dei servizi, questo cambiamento dovrebbe contribuire ad alimentare una crescita favorevole degli utili relativi.

Bilanci più sani 

Allo stesso modo, anche le aziende statunitensi, grandi e piccole, si sono mosse rapidamente per ridimensionare o rifinanziare il proprio debito dopo la pandemia, con il risultato di bilanci generalmente più sani, più liquidità e meno esposizione alle fluttuazioni dei tassi d’interesse.


Le società più piccole offrono un’esposizione molto diversificata alla vitalità dell’economia statunitense e un profilo di rischio diverso rispetto agli investimenti nelle large cap.
L’orientamento nazionale delle società più piccole e l’esposizione più bilanciata a livello settoriale fanno sì che esse siano spesso posizionate meglio per beneficiare dei mutevoli trend nell’economia statunitense.  

 

Onshoring: l’industria americana sta tornando a casa

Sta prendendo piede la tendenza alla localizzazione delle catene di fornitura, od “onshoring”/”reshoring” dell’industria statunitense. Abbiamo già assistito a un forte aumento dell’attività manifatturiera ed edilizia direttamente attribuibile all’onshoring/reshoring delle aziende e tale cambiamento è ancora solo nelle fasi relativamente iniziali. Deve ancora essere percepito l’impatto completo delle nuove leggi, tra cui il CHIPS and Science Act del 2022 e l’Inflation Reduction Act del 2022, che offrono grandi incentivi alle aziende per riportare le attività e il personale negli USA. Ognuno contiene clausole relative alla produzione e all’approvvigionamento di prodotti e componenti fabbricati negli USA, volte a favorire le società che producono a livello nazionale. Le aziende più piccole, che tendono a essere più orientate all’economia nazionale, beneficeranno di questo spostamento concertato dalla globalizzazione a favore di catene di approvvigionamento che presentano una maggiore spinta a livello locale. 

 

Potere di fissazione dei prezzi da parte delle aziende più piccole

Uno dei principali rischi per le prospettive positive nel 2024 è che l’inflazione riprenda la sua traiettoria ascendente, rendendo necessari ulteriori aumenti dei tassi. Riconosciamo che esiste una pressione al rialzo secolare sui costi nel settore energetico, ad esempio. L’aumento dell’inflazione e i tassi di interesse più elevati offuscherebbero sicuramente le prospettive per le aziende più piccole. Tuttavia, anche se ciò dovesse accadere, ci sono molte aziende più piccole che hanno un attributo fondamentale: il potere di determinazione dei prezzi

 

Si ritiene spesso che le aziende più piccole siano price taker, con una capacità limitata di esercitare un potere di fissazione dei prezzi. In realtà, molte piccole imprese operano in settori scarsamente serviti o di nicchia, come il fintech, i giochi per computer, l’e-commerce e l’energia verde, e quindi dispongono di un potere di fissazione dei prezzi maggiore di quanto le loro dimensioni potrebbero suggerire. Quando queste aziende iniziano a subire pressioni inflazionistiche, a causa di colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento, aumenti salariali o a causa dell’aumento dei costi di produzione, sono in grado di trasferire questi costi più elevati ai clienti, contribuendo così a proteggere i loro margini di profitto.

 

Anche se un’azienda più piccola non può controllare il prezzo di un prodotto finale, non è necessariamente incapace di influenzare i propri ricavi/profitti. Ad esempio, molte aziende più piccole possono rappresentare componenti critici all’interno di processi o catene di fornitura più complicati. Come è stato dolorosamente chiaro negli ultimi anni, l’elevata domanda e l’offerta limitata di qualsiasi componente lungo la catena di approvvigionamento conferiscono potere di determinazione dei prezzi al produttore del componente. Le aziende asset-light che offrono servizi/prodotti business-critical sembrano particolarmente ben posizionate per generare flussi di cassa ricorrenti e potenzialmente aumentare i propri ricavi. 

 

Guardando al 2024

La solidità dell’economia statunitense, alimentata dalla resilienza dei consumatori americani, ha rafforzato le speranze per uno scenario di atterraggio morbido nel 2024. Se ciò dovesse verificarsi e la recessione fosse evitata, ci sono molti elementi in atto che suggeriscono che le aziende più piccole possono ottenere buoni risultati. Le valutazioni relative, rispetto alle società più grandi, sono scese a livelli storicamente bassi, nonostante gli utili siano rimasti relativamente resilienti, e la storia ci insegna che le società a piccola capitalizzazione hanno fortemente sovraperformato in un contesto economico in miglioramento. Considerati i forti trend di onshoring e un dollaro forte che fornisce vantaggi favorevoli, gli investitori potrebbero prendere in considerazione l’idea di aggiungere un’esposizione a piccola capitalizzazione, concentrandosi su quelle aziende che guidano guadagni di produttività e/o che hanno un potere di determinazione dei prezzi.

(Commento in allegato)

 

 

 

 


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