Buongiorno,
Inviamo di seguito il commento “Anteprima BCE: 2%, o non 2%?”, a cura di Frederik Ducrozet, Head of Macroeconomic Research di Pictet Wealth Management (+foto).
Restiamo a disposizione.
Un caro saluto,
Carla Parisi
+39 3395796751
Anteprima BCE: 2%, o non 2%?
- Le tempistiche del primo taglio dei tassi d’interesse della BCE è importante – le nostre previsioni si confermano su giugno – ma in ultima istanza dopo l’estate il dibattito si sposterà sul ritmo e sull’entità dell’allentamento della politica monetaria.
- Questa settimana il Consiglio Direttivo (DC) della BCE rivaluterà le prospettive di inflazione sulla base delle proiezioni macroeconomiche aggiornate dello staff e dei dati più recenti dell’IAPC. Ci aspettiamo una dichiarazione di politica monetaria neutrale e una comunicazione calibrata, riconoscendo i continui progressi sul fronte dell’inflazione, ma evitando una prematura dichiarazione di vittoria.
- Dall’altra parte, i dati concreti misti dovrebbero essere coerenti con una revisione al ribasso della proiezione dello staff per la crescita del PIL reale del 2024, più vicina alle nostre previsioni (+0,6%). Il declino notevole dei prezzi di gas ed elettricità a partire da dicembre condurrà probabilmente a una revisione al ribasso dell’inflazione IAPC complessiva per tutto l’orizzonte di previsione, attenuando i rischi al ribasso per la crescita oltre l’anno in corso. Il risultato netto di una crescita leggermente più debole e delle recenti sorprese al rialzo dell’inflazione core dei servizi non è chiaro, ma nel complesso riteniamo che le proiezioni dello staff per l’inflazione core dovrebbero essere riviste leggermente al ribasso (in media di 10 punti base), fino al 2% entro il 2026 – un segnale di per sé dovish. D’altro canto, la crescita dei salari rimane elevata, ma non vi sono ancora segnali di una rapida inversione di tendenza, alimentando la rigidità dell’inflazione dei servizi.
- In ogni caso, ci vorrà del tempo prima che la BCE sia pienamente convinta che i tre criteri di inflazione della Lagarde siano pienamente soddisfatti, ossia che le prospettive di inflazione siano coerenti con un ritorno sostenuto all’obiettivo del 2% nel medio termine. Rimaniamo dell’idea che giugno sia la data più probabile per un primo taglio dei tassi, con un rischio minore di una mossa anticipata ad aprile rispetto alle nostre stime di inizio anno.
- In prospettiva, ci aspettiamo che la BCE allenti la politica monetaria in modo graduale, riducendo i tassi di 100 punti base cumulativi nel 2024 e portando il tasso sui depositi al 3% a dicembre. In particolare, l’Eurotower potrebbe scegliere di lasciare invariati i tassi di policy a luglio prima di riprendere il ciclo di allentamento a settembre. Tuttavia, una trasmissione più rapida delle politiche e un tasso neutro più basso rispetto agli Stati Uniti, insieme a un ruolo più importante dei fattori di domanda nelle prospettive di inflazione, dovrebbero essere coerenti con un ciclo di allentamento della BCE più sostenuto rispetto agli Stati Uniti.
- Last but not least, la revisione del quadro monetario operativo da parte della BCE potrebbe essere discussa questa settimana, anche per quanto riguarda la tempistica delle conclusioni (previste per “primavera inoltrata”), ma è improbabile che a questo punto si ottengano molti dettagli. È probabile che il riesame porti ad alcune importanti modifiche tecniche, tra cui un sistema di minimi per orientare i tassi del mercato monetario e forse un modesto aumento dei requisiti di riserva, anche se le conseguenze macroeconomiche di questi cambiamenti rimarranno probabilmente limitate.
ENGLISH VERSION
ECB preview: 2%, or not 2%?
- The timing of the first ECB rate cut is important (we stick to June), but eventually the debate will turn to the pace and magnitude of policy easing beyond summer.
- This week the Governing Council (GC) will reassess the inflation outlook based on the updated macroeconomic projections from the staff as well as the latest HICP prints. We expect a neutral policy stance and balanced communication, acknowledging the continued progress on inflation but avoiding a premature declaration of victory.
- On the one hand, mixed hard data should be consistent with a downward revision to the staff projection for 2024 real GDP growth, closer to our own forecast (+0.6%). The sharp decline in electricity and gas prices since December will likely drive a downward revision to headline HICP inflation throughout the forecast horizon, mitigating the downside risks to growth beyond this year. The net result of slightly weaker growth and recent upside surprises in core services inflation is unclear, but on balance we think that staff projections for core inflation should be revised slightly lower (by 10bp on average), all the way to 2% by 2026 – a dovish signal in itself. On the other hand, wage growth remains elevated with little sign of a rapid turnaround yet, fueling the stickiness in services inflation.
- Either way, it will take some time before the ECB is fully convinced that Lagarde’s three inflation criteria are fully met, ie. that the inflation outlook is consistent with a sustained return to the 2% target over the medium-term. We stick to our view that June is the most likely date for a first rate cut, with a lower risk of an earlier move in April than we estimated at the start of the year.
- Looking ahead, we expect the ECB to ease monetary policy in a gradual fashion, cutting rates by a cumulative 100bp in 2024 and bringing the deposit facility rate to 3% in December. In particular, the ECB may choose to leave policy rates unchanged in July before resuming its easing cycle in September. However, faster policy transmission and a lower neutral rate than in the US, along with a more important role of demand factors driving the inflation outlook, should be consistent with a more sustained ECB easing cycle than in the US eventually.
- Last but not least, the ECB’s review of its operational monetary framework may be discussed this week, including the timing of its conclusions (expected by “late Spring”), but we are unlikely to get much details at this point. The review is likely to lead to some important technical changes, including a floor system to steer money market rates and possibly a modest increase in reserve requirements, although the macroeconomic consequences of these changes are likely to remain limited.