da Payden & Rygel – La BCE lascia i tassi invariati e taglia le stime sull’inflazione

Buon pomeriggio,

di seguito e in allegato inviamo il commento relativo al meeting BCE di oggi a cura di Antonella Manganelli, AD di Payden&Rygel Italia.

Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni.

Un caro saluto.

Giulia Franzoni

 

La BCE lascia i tassi invariati e taglia le stime sull’inflazione

A cura di Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia

7 marzo 2024 – La Banca Centrale Europea, in linea con le aspettative, nel corso della riunione di oggi ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento. La BCE ha inoltre pubblicato le nuove proiezioni economiche per la regione. Le aspettative sul PIL sono state ridotte dello 0,2% allo 0,6% nel 2024 e aumentate dello 0,1% all’1,6% nel 2026. Ma la sorpresa principale è arrivata dalla revisione al ribasso delle proiezioni sull’inflazione: per il 2024, le attese sono scese dal 2,7% al 2,3%, mentre quelle per il 2025 sono state abbassate dal 2,1% al 2,0%.

Sulla scia di questi aggiornamenti ai dati di previsione, i mercati hanno reagito con una contrazione dei rendimenti dei titoli di Stato, prezzando quindi una maggiore probabilità di un ciclo di tagli anticipato e più ampio in Europa. I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi sono diminuiti di 8 e 6 punti base nella parte rispettivamente a 2 e 10 anni della curva.

Durante la conferenza stampa poi, Christine Lagarde ha confermato che l’inflazione sta rallentando, ma ha ribadito che il Consiglio direttivo ha bisogno di più dati per essere più tranquillo sulla traiettoria dell’inflazione. In sostanza, le azioni della BCE continuano a dipendere dai dati. Quindi, sebbene la Lagarde abbia confermato che sono iniziate le conversazioni sulla “riduzione della politica restrittiva della BCE”, le dichiarazioni della Presidente della BCE hanno indotto i mercati a credere che sarà necessario attendere la riunione di giugno per vedere il primo taglio. Di conseguenza, al termine della conferenza stampa, i rendimenti dei titoli di Stato hanno quasi completamente invertito il loro calo iniziale, mentre l’euro si è leggermente rafforzato rispetto al dollaro USA.

 

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