Tre audizioni, tutte richieste dal vicepresidente del Consiglio regionale Crisitan Casili, sono state oggetto della IV Commissione, presieduta da Francesco Paolicelli.
Nella prima audizione si è trattato della questione dei centri di assistenza agricola, in particolare con riguardo alla delibera regionale dello scorso 8 agosto con cui è stato approvato lo schema di convenzione tra assessorato all’Agricoltura e i CAA per la gestione delle domande per l’accesso ai finanziamenti comunitari, nazionali e regionali per le imprese agricole.
Casili si è fatto portavoce del malessere degli ordini degli agronomi e forestali, che per altro hanno anche presentato ricorso contro la delibera, “esclusi da attività che avevano sempre svolto, con la giustificazione della semplificazione burocratica”, chiedendo all’assessorato di ascoltare gli agronomi e “trovare una soluzione di equilibrio”.
L’assessore Donato Pentassuglia su questo tema ha tagliato corto: “Esistono già i tavoli di concertazione e gli ordini partecipano a tutte le attività di programmazione regionale. Noi dobbiamo mediare tra le giuste esigenze degli ordini e la necessità di assicurare il servizio. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo”.
La seconda audizione rivolta sempre all’assessore all’Agricoltura, al direttore del Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale ed ambientale, nonché al direttore del Dipartimento della Protezione civile e Gestione delle emergenze, ha riguardato la legge regionale 24 del 6 agosto 2021 (Norme per l’applicazione pianificata del fuoco prescritto).
Casili ha evidenziato il ritardo dell’applicazione della legge. Una legge “fondamentale per ridurre i danni da incendio, con tecniche evolute di gestione attiva e sostenibile del patrimonio agroforestale”, ricordando che “la letteratura evidenzia come i danni, in caso di incendi in aree trattate con fuoco prescritto, sono ridotti del 90 per cento”.
Il ritardo degli strumenti attuativi è incontestabile, secondo i delegati del Dipartimento Protezione civile. Ma questo, hanno spiegato, è dovuto alla difficile governance della prevenzione del rischio incendi, che fa capo a vari dipartimentI, come il settore foreste dell’Agricoltura e l’Ambiente per le autorizzazioni, “tavolta con difficoltà di interlocuzione”.
Per questo il presidente Paolicelli si è fatto promotore di un’iniziativa di sollecito nei confronti del Dipartimento Ambiente, sottolineando la necessità di un tavolo di concertazione sui vari e complessi aspetti da far convergere per dare seguito alla fase attuativa della legge.
Infine si è tornati a discutere dello Stato di attuazione da parte dei Comuni del censimento dei terreni incolti e abbandonati, come previsto dalla legge regionale 15 del 2017 che istituisce una “Banca della Terra di Puglia”.
La richiesta di audizione è nata dal ritardo , anche in questo caso, di attuazione delle norme previste nella legge. “Misure – ha ricordato Casili – per disincentivare l’abbandono delle coltivazioni, sostenere il recupero produttivo, il ricambio generazionale in agricoltura ed incoraggiare l’imprenditorialità agricola giovanile, attraverso l’individuazione e il recupero di terreni incolti o abbandonati e che disciplina le procedure per il censimento delle terre incolte ed abbandonate, pubbliche e private, assicurando l’accessibilità degli elenchi ai cittadini ma rispetto al quale i Comuni sono ancora inadempienti”.
Il delegato dell’Anci, il sindaco di Palagiano Domenico Pio Lasigna, ha riferito sia di aver sollecitato i Comuni a procedere sulla base di una nota esplicativa delle norme e delle procedure, sia di aver recepito dagli stessi Comuni non poche difficoltà nella ricognizione dei terreni, essenzialmente per la sovrapposizione di finanziamenti o altri impedimenti che, in base alla legge, inibiscono la disponibilità del terreno censito.
Ma, a distanza di sette anni dalla legge, la situazione non è cambiata rispetto alla precedente audizione: i comuni che hanno inserito i dati nel portale regionale sono 5 su 257. Una situazione paradossale per il consigliere del M5s: “Se non si riesce ad attuare la legge proporrà una legge di abrogazione in Consiglio regionale”, ha annunciato. Una extrema ratio rispetto alla quale il presidente Paolicelli e l’assessore Pentassuglia hanno frenato. Innanzitutto, ha detto Pentassuglia, “bisogna comunicare ai Comuni che la nostra struttura è disponibile per aiutarli a verificare, tramite la nostra banca dati e i nostri archivi digitali, se su un determinato agro esistano vincoli di qualche genere. Ma i Comuni devono muoversi, anche per sanzionare situazioni di illegalità che penalizzato i proprietari di terreni confinanti con quelli abbandonati”.