da Pictet WM – FED: tagli ritardati e in minor numero

Buon pomeriggio,

 

inviamo di seguito e in allegato il commento “FED: tagli ritardati e in minor numero”, a cura di Xiao Cui, Senior Economist di Pictet Wealth Management.

Di seguito una breve sintesi in italiano e in allegato il commento completo in inglese.

Restiamo a disposizione.

Un caro saluto,

 

Lucrezia Pisani

+39 3476732479

 

FED: tagli ritardati e in minor numero

Ci aspettiamo ora un ciclo di allentamento della Fed ritardato e meno incisivo

  • I recenti sviluppi di un’inflazione elevata, buste paga robuste e un allentamento delle condizioni finanziarie rafforzano l’ipotesi di una politica di mantenimento. Si sta chiudendo la porta a un taglio dei tassi già a giugno, a meno che non si verifichi una brusca inversione di tendenza nei dati sull’inflazione. Ad oggi ci aspettiamo due tagli dei tassi di 25 punti base quest’anno, a luglio e a dicembre. Si tratta di un inizio ritardato e di un percorso di allentamento della Fed meno incisivo rispetto alla nostra precedente previsione di un inizio a giugno e di un allentamento di 125 punti base, ipotesi che avevamo mantenuto durante la volatilità dei mercati negli ultimi sei mesi.
  • La tempistica del primo taglio dipende in modo determinante dalla traiettoria dell’inflazione e la scelta sembra essere tra luglio e settembre. Il percorso dell’inflazione sarà accidentato, ma ci aspettiamo che l’inflazione core PCE rallenti e che la lettura annualizzata a 6 mesi inizi a migliorare entro la riunione del FOMC di luglio. È probabile che la Fed preferisca apportare modifiche alle politiche in occasione delle riunioni con proiezioni economiche aggiornate (giugno/settembre/dicembre). Tuttavia, va soppesato anche il rischio di ritardare un primo taglio fino a settembre, l’ultima riunione prima delle elezioni presidenziali.
  • Continuiamo a prevedere un ritmo misurato di riduzioni dei tassi nel 2025 e un tasso finale per questo ciclo di tagli superiore alla stima mediana del tasso neutrale della Fed, pari al 2,6%.
  • I rischi sono duplici: se l’inflazione si dimostrasse più solida rispetto alle nostre previsioni, il rischio di un numero ancora minore di tagli o di nessun taglio dei tassi quest’anno aumenterebbe in modo sostanziale. Riteniamo, tuttavia, che l’asticella sia estremamente alta per un eventuale futuro rialzo, in quanto occorrerebbe una forte accelerazione dell’inflazione e non semplicemente un’inflazione che si mantiene al di sopra dell’obiettivo, per giustificare un nuovo rialzo.
  • Ci aspettiamo inoltre che la Fed sia più sensibile alla debolezza del mercato del lavoro che alla sua forza. La recente immigrazione ha contribuito a stimolare l’aumento dei posti di lavoro senza generare pressioni sui salari. Tuttavia, se il mercato del lavoro dovesse mostrare delle crepe visibili, la Fed reagirebbe rapidamente tagliando i tassi più del previsto.
  • Continuiamo a prevedere che nella riunione del FOMC di maggio verrà annunciato un tapering del QT, ovvero un rallentamento del ritmo di riduzione del bilancio della Fed. Si tratta di un problema tecnico che dovrebbe avere poca influenza sulla politica dei tassi d’interesse della Fed.

 

 

ENGLISH VERSION

Later and Fewer

We now expect a delayed and a shallower Fed easing cycle

  • Recent developments of elevated inflation, robust payrolls, and easing financial conditions strengthen the case for a policy hold. The door is closing on a rate cut as early as June, barring a sharp turnaround in the inflation data. We now expect two 25bps rate cuts this year, in July and December. This is a delayed start and a shallower path to the Fed’s easing compared to our earlier forecast of a June start and 125bps of easing, a view we had held throughout volatile markets pricing in the past six months.
  • The timing of the first cut hinges critically on the inflationary trajectory and it is a close call between July and September. The inflation path will be bumpy, but we expect core PCE inflation to slow and the 6m annualised reading to start improving by the July FOMC meeting. The Fed likely prefers to make policy changes at meetings with updated economic projections (Jun/Sept/Dec). However, this must be weighed against the risk of delaying until September, the last meeting before the presidential election.
  • We continue to expect a measured pace of rate reductions in 2025 and a terminal rate for this cutting cycle above the Fed’s median neutral rate estimate of 2.6%.
  • Risks are two-sided. If inflation proves stickier than our forecast, the risk of even fewer cuts or no rate cut at all this year would rise materially. We think the bar is extremely high for a future hike though, as it would take a strong acceleration in inflation, not just inflation being stuck above target, to justify a hike.
  • We also expect the Fed to be more sensitive to labour market weakness than strength. Recent immigration has helped boost job gains without generating wage pressures. However, if visible cracks start to show in the labour market, the Fed would react quickly by cutting rates more than expected.
  • We continue to expect a tapering of QT, a slowdown in the pace of the Fed’s balance sheet runoff, to be announced at the May FOMC meeting. This is a technical concern and should have little bearing on its interest rate policy.